Jordan
Mi ripetevano sempre che non sarei andato oltre il fronte, dovrebbero vedermi ora. Sono un uomo intraprendente con un trascorso alle spalle, crescere mi ha dato la forza di continuare ad andare avanti senza perdere le speranze. Ho visto tanti ragazzi morire per strada, tante famiglie chiedere aiuto ai piani alti. Sono stato fortunato ad aver avuto così tante possibilità nella vita, altre persone si sono ritrovate con il cranio schiacciato sul cemento ed una pistola puntata alla tempia. Mi ritengo fortunato non perché sono Jordan Ares Jones ma perché sono sopravvissuto a tutto questo. Non importa chi tu sia: il ghetto non chiede, prende e basta.
«Danika mi ha riferito che non sei passato a trovarla questa settimana» il vento s'infrange contro il mio viso, gli occhi sono fissi sulla carreggiata. Non è nel mio carattere mostrare le mie debolezze eppure, con Tyron e Travis riesco ad essere me stesso.
Non ho bisogno di fingere.
Danika è il mio primo amore, mia sorella è l'unica per me. Insieme a loro non sono El Salvadores, sono semplicemente un ragazzo come tutti gli altri.
«Isa non ha fatto altro che chiamare il tuo nome» indica il biondo collocato nei sedili posteriori.
«Quella bambina è pazza di te, ho paura per la tua incolumità» la sua risata riesce a contagiare entrambi. Isa è il frutto di un amore adolescenziale nato fra Danika e Damon, avevano diciassette anni quando è nata. È riuscita a portare un po' di felicità nel cuore di tutti, anche in quello di Ocèane, che sembrava non averne uno. Porto una mano sulla tempia nello stesso momento in cui arriviamo davanti all'abitazione dell' avvocato, non è molto distante dalla periferia in cui viviamo noi. Potrei avere anch'io una casa simile ma non posso lasciare il quartiere solo perché sento il bisogno di mostrare il mio sfarzo. Ho vissuto in una capanna per così tanto tempo che avere: una cucina, un bagno ed una camera da letto è già un lusso.
«Sei fortunato amico, Jay non ti ucciderà solo perché sei suo fratello e sua nipote è troppo piccola per te».
Travis scende dall'auto con un leggero cipiglio sul viso. È stanco ma abbiamo tante cose da fare questa notte. Invio un messaggio ad Henry per avvisarlo della nostra presenza nella sua proprietà, apre la porta sbadigliando. Mavis è un uomo sulla cinquantina, alto e con gli occhiali da vista sempre sul naso. Non conosco la sua situazione familiare, posso confermare che non gli è mai mancato nulla, si vede dal modo in cui ostenta il suo denaro. Riusciamo ad entrare in casa sua dopo svariati minuti: i mobili sono coordinati con l'intero arredamento, sul camino alcune foto di famiglia mi fanno capire che le previsioni non erano del tutto errate. Regna il silenzio, gli altri componenti saranno già caduti nelle braccia di Morfeo.
«Vi posso offrire qualcosa? Un bicchiere di scotch o del whisky?» chiede.
«Per me un bicchiere di whisky» risponde il mio amico dalla pelle diafana, io declino la proposta con un cenno della testa.
«Allora, cosa c'è di così urgente da farmi vedere?» siede sulla poltrona con il bicchiere pieno stretto fra le dita, gli porgo il giornale e l'afferra senza fare storie. Legge attentamente ogni parola, gli occhi vagano cercando tra le pagine il nome dell'autore.
Non riuscirà a trovarlo, Tyron precede le mie parole. Chiede il consenso ma nego la sua intromissione, sono questioni che devo risolvere da solo.
«La sede giornalistica in questione deve essere denunziata per diffamazione, non m'importa se non ci sono delle prove» stringo il pollice e l'indice sul setto nasale. La testa mi pulsa, dovrei tornare a casa per prendere i farmaci ma ho troppo lavoro da portare a termine. L'avvocato fissa per qualche secondo le cicatrici sulle nocche. Quanti volti hanno massacrato queste mani, quante mandibole e quanti nasi sanguinanti hanno visto. Un rumore sordo interrompe la nostra conversazione, scatto in allerta alzandomi velocemente. Sfodero la Glock dai pantaloni, tenendola ben nascosta dietro le gambe. Tyron mi segue con lo sguardo, stessa cosa Travis. La porta scricchiola di poco e mi ritrovo ad alzare lo sguardo nello stesso momento in cui viene chiusa. Il cappellino di pelle lucida le cade dalle mani, infrangendosi sul pavimento. I jeans le fasciano perfettamente le gambe, la camicetta risalta i fianchi armoniosi mentre le trasparenze lasciano poco all'immaginazione.
«Altea..» per la prima volta sul viso di Henry aleggia un sentimento che non avevo mai visto: imbarazzo. Rotea il corpo verso di noi e posso notare i tratti delicati del suo viso e la particolarità delle iridi. I capelli le arrivano alle spalle, le labbra colorate di rosso scuro si schiudono quando incontra i miei occhi. Non è sorpresa di vederci, avrà sicuramente già incontrato i clienti di suo padre.
«Papà» pronuncia, fottutamente sexy. Non esita, non si sente intimorita da tre uomini armati nel suo salotto. Rimetto la Glock nella cintura e torno a sedermi difronte all'uomo pallido.
« Sei ubriaca di nuovo?» chiede Henry, un livido emerge dalla parte bassa della guancia. Il mio sguardo indagatore le trapassa l'anima, sposta i capelli di lato e mette in risalto la piccola farfalla blu tatuata sulla clavicola sinistra. Fingo di ascoltare il padre ma sono concentrato su di lei, so bene che non è il momento di assecondare le distrazioni. Lei non potrebbe esserlo a prescindere dal suo corpo affascinante.
«Jordan abbiamo bisogno di qualcuno che faccia da testimone» Mavis si sporge verso di me per parlare direttamente al mio orecchio. Annuisco guardando Tyron che recepisce subito il mio messaggio, sarà lui il testimone. Mi alzo dalla poltrona attirando l'attenzione di tutti, non mi accorgo di essere sull'uscio. La Donna si sporge verso di me per aprire la porta di casa.
«Non ci siamo già visti da qualche parte?» domanda.
«Mi ricorderei sicuramente di un bel visino come il tuo» pronuncio ogni singola sillaba, sbatte le palpebre concentrandosi sulla mascella tesa. Non replica inclinando il busto verso destra, saluta Travis e sorride maliziosamente nella nostra direzione. Sono sicuro di non averla mai vista, non avrei dimenticato facilmente degli occhi così grandi e particolari.
«Dobbiamo proprio andare» la cortesia di Ty fa ribrezzo, dovrebbe limitare le emozioni quando abbiamo a che fare con persone estranee al nostro mondo. Saluto Henry con una stretta di mano e sprofondo nel sedile dell'auto, volto il viso in direzione della casa per cercare il motivo di tale scombussolamento.
«Non sapevo che il nostro avvocato avesse una figlia così...»le parole di Travis vengono bloccate da Tyron.
«Eccitante?» chiede.
Il biondo annuisce freneticamente, io resto in silenzio senza proferire parola.#spazioautrice.
Jordan amico mio,cosa combini?Ragazze io lo amo profondamente.Il suo carattere rispecchia perfettamente quello della persona da cui ho preso ispirazione:troppo testardi,introversi e diffidenti con le persone che non conoscono,ma anche loro hanno dei lati positivi..da qualche parte.Jordan è stato una scoperta per me,spero lo sia anche per voi.
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The Boxer's Clan.
ChickLit🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'intera comunità? E se gli accordi con i soci saltassero da un momento all'altro? Tyson Ville non ha mai g...