Jordan
«Accomodatevi prego» la stanza delle riunioni nella grande residenza di El Diablo non è mai stata così linda è perfetta, sta a significare: novità sul fronte. Mi colloco alla solita postazione assicurandomi che Travis stia difronte al sottoscritto, non sono agitato ma saperlo qui riesce a farmi sentire meglio. Il vecchio seduto al bordo del tavolo ci invita a prelevare i documenti dal fondo del tavolo: i dati e le statistiche sono scritte in grassetto, i carichi persi in corsivo e i guadagni evidenziati in giallo. Il mio nome compare subito tra le piazze di spaccio più forti, seguito da Noah León, il capo della zona oltre il confine.
«Sono contento dei continui frutti che state dando, la vostra collaborazione non può far altro che aumentare il potere. León non delude mai, Salvadores assume persone non competenti ma è comunque un buon alleato» ringhio alle parole del grande capo, attraverso gli occhi cerco di comunicare con il mio amico che guarda accigliato il resto del tavolo.
«Salvadores hai qualcosa da dire?» i capelli bianchi sono portati indietro, lasciando libero un solo capello sulla fronte. Lo sguardo gelido è puntato su di me, sono sicuro che abbia paura come tutti d'altronde. Sono furbo e silenzioso, potrei mandarlo in banca rotta con uno schiocco di dita.
«Assolutamente nulla che possa interrompere o prolungare la riunione, semplicemente vorrei chiarire al resto dei presenti la mancata presenza dei dati riguardo l'ultimo carico» cerco di formulare un discorso corretto, guardo la faccia compiaciuta dei presenti.
«Non mi piace essere scorretto nei vostri confronti, quindi vi dico che il carico è stato dichiarato alla polizia e che tra i Salvadores c'è un infiltrato che ha contatti con loro. Appena il nome del colpevole verrà fuori sarò io stesso ad ucciderlo» dichiaro.
Noah non emette una sola parola mentre un mormorio si estende nella stanza, prevedevo tale comportamento da parte loro ma non mi aspettavo tutto questo allarmismo.
«Salvadores il tuo compito è quello di scoprire chi è l'impostore che vive a stretto contatto con voi, esigo il suo nome entro una settimana» dice il sovrano, i sudditi annuiscono mentre mi schiarisco la voce.
«Sono questioni familiari, il carico sarà qui appena riuscirò a mettermi in contatto con i negoziatori. Ripeto per chi non avesse capito, se il traditore verrà toccato prima del mio intervento l'accordo verrà annullato. Sono stato abbastanza chiaro?» non annuiscono più. El Diablo li avrà informati del mio controllo e della mia importanza sul territorio, non è più lui il governatore supremo. «L'assemblea è terminata» quest'ultimo ci congeda tutti con l'indice rivolto verso la porta.
«Non sembrava molto contento del fatto che hai imposto delle regole in casa sua» ed è il biondo a dar voce ai miei pensieri. Non bisogna mai aver paura del nemico, anche se vorrebbe vederti con una pallottola piantata nel petto. Ho imparato con il tempo che ogni amico è un possibile traditore e che in ogni nemico può essere un buon confederato nel momento del bisogno, ma non è il caso di El Diablo. Lui potrebbe vederti strisciare sul pavimento e sputerebbe sul tuo viso solo per portare al culmine la tua dignità.
«Non deve contraddirmi, non può. Sono io il suo diamante, incassa soldi solo perché sono un bravo ragazzo» strizzo l'occhio, allentando il nodo stretto della cravatta.
«Se tu sei un bravo ragazzo io sono Abramo Lincoln, ho la barba lunga come il tuo naso» apre la portiera per entrare in macchina. Il discorso continua nonostante non abbia più voglia di parlare, guardo le varie case lungo la strada: alcune sono trasandante e vecchie, altre sfarzose e grandi. I visi delle donne gridano nobiltà e sesso, quelle di TysonVille gridano disperazione e stenti. Cercano disperatamente qualcuno che salvi i propri figli e che riesca a portarli fuori da tutta questa melma. Mia madre ha cercato di crescermi nel migliore dei modi: Ocèane era già perso, la sua unica speranza ero io. Ho fatto da padre e da marito, mi sono concesso la libertà di prendermi del tempo solo quando ho visto i suoi occhi chiudersi e Danika era già matura da prendersi cura di sé. Riconosco alcuni lotti, capisco di essere entrato nel luogo in cui ho passato l'intera adolescenza. La casa è sempre la stessa: le mura bianche, i gelsomini appassiti rendono il quadro più drammatico, la struttura del piano superiore cade a pezzi. Ho proposto di riparare il tetto ma Danika non riesce ad accettare preferendo la pioggia dentro casa.Pigio la mano sul clacson e subito la testa di Isabel spunta dalla porta d'entrata, seguita dalla figura longilinea della madre.
«Zio Jay!» corre come una matta rischiando di inciampare nei ciottoli del vialetto.
«Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho visto» la isso per le braccia, tenendo la testa spinta nell'incavo del collo. Isabel è così affine a sua madre che a volte sembra di riviverla da bambina, intelligente e troppo sfacciata per la sua età. Ha gli occhi più grandi che abbia mai visto, blu come il mare ed il cielo ma il suo colore preferito è il giallo. Cosparge qualunque cosa, tutti i vestitini sono di una tonalità simile e persino le sue principesse preferite hanno i capelli di quella tinta. Sprizza gioia ed energia da tutti i pori, riesce a rendere piene di colore anche le giornate più buie.
«Giochiamo insieme?» chiede, annuisco anche se non sono pronto ad essere pasticciato con le tempere colorate.
«Ti ho telefonato alcuni giorni fa» dice Danika, facendo segno di entrare in casa.
Inclino il capo solo per perdermi nelle sue iridi colme di ira nei miei confronti. Infilo le lunghe dita tra i capelli per placare tutte le domande che mi verranno poste da questo istante, non ho risposto al cellulare ed ho saltato tutte le riunioni con i Salvadores. Ci sono momenti in cui ho bisogno di stare da solo per cercare il perdono, i volti delle vittime si materializzano tutte le volte che chiudo le palpebre.«Sono stato impegnato con gli allenamenti, la palestra...».
Entro in casa mentre l'invitante odore del pollo arrosto mi inebria la mente. Prendo posto sul divano trascurando la voglia di ingerire del cibo, mi concedo la calma e la tranquillità che solo la dimora di famiglia riesce a trasmettere. È al primo posto nella scaletta dei valori importanti della vita. Nel momento in cui ho inserito persone estranee al mio nucleo familiare, loro hanno cercato di pugnalarmi alle spalle. Ho imparato che dare molto più di ciò che si riceve, si rivela un vero è proprio svantaggio per sé stessi.
«Gli allenamenti ti occupano così tanto tempo da non riuscire a chiamare la tua sorellina?» inclina il capo con sguardo accusatore. Ghigno in direzione di Travis occupato a non farsi spargere della colla rosa nei capelli, Isabel afferra una ciocca tra le dita e con la mano destra cerca di immergerla nel vasetto. Il mio amico supplica in silenzio che qualcuno liberi la sua amata chioma dalle torture di una bambina di tre anni, ha affrontato situazioni peggiori ma per lui una poppante sembra essere un supplizio peggiore di un fucile puntato in tempia.
«Zio Jay vuoi essere anche tu una principessa?» si dirige verso di me con un sorriso sdentato a tratti diabolico, sono sicuro che questo sguardo l'abbia ereditato dalla madre.
Stessa mente astuta.
Una goccia di quell'intruglio cade direttamente sul giubbotto appena comprato, sgrano gli occhi e sono pronto ad iniziare una vera guerra.
«Vieni subito qui!» la sue risa risuonano in tutto il salotto, inizio a rincorrerla ma è molto più veloce di me.
L'afferro e le solletico il pancino velocemente, facendola agitare sul posto. L'ilarità del momento riesce a percuotere l'organo più importante: puoi credere di essere forte da solo, puoi mettere da parte il cuore ma appena ne avrà occasione batterà solo più forte di quanto non abbia mai fatto prima.#spazioautrice
Ciao a tutti,come state?
Io molto bene.Ho aggiornato in ritardo ma volevo comunque augurarvi Buon Natale.Passate sulla mia pagina Instagram: _fatimaonwattpad_ per ulteriori informazioni.
Un bacio,Fatima.♥️
STAI LEGGENDO
The Boxer's Clan.
ChickLit🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'intera comunità? E se gli accordi con i soci saltassero da un momento all'altro? Tyson Ville non ha mai g...