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Jordan

La brezza mattutina s'infrange contro il viso, la canotta copre un quarto del petto, i pantaloncini sportivi confinano con le ginocchia. Il freddo di Novembre rende questo posto magico. Fra gli alberi noto il vecchio capanno, abbandonato e bruciato, dove mio padre e Gareth hanno fondato i primi membri dei Los Salvadores. Gli uccellini cinguettano, la luce fioca del sole illumina il piccolo sentiero da percorrere per arrivare al grande albero, dove Tyron mi aspetta. Sistemo la sacca sulla spalla e con molta calma mi avvicino alla meta, avrei passato volentieri altro tempo con lei ma, ho un piano da seguire e delle regole da rispettare. Leggi stabilite dal contratto che ho firmato con Ty anni fa in qui sottoscrivo il ruolo che occupa. Detiene il piano alimentare, la salute mentale e psicofisica. Ho preso in considerazione l'idea di farmi allenare da lui quando ho notato la tenacia che possiede, ha consultato vari nutrizionisti ed alcuni maestri del settore per elaborare i programmi.
«Sei in ritardo di quaranta minuti e casa tua ne dista solamente quindici» urla, appoggia la schiena contro il tronco e fissa l'orologio da polso.
«C'è qualcosa che devi dirmi?» alzo le spalle e mi fingo disinteressato. «Non siamo qui per correre?» abbandono la sacca fra l'erba, ignorando i lamenti del moro.
«Mi stai davvero ignorando? Sono il tuo coach, non puoi ignorarmi» soffia.
«Va bene, puoi anche non parlare ma inizia a muovere quel culetto» irritato, siede ai piedi della quercia.
Aggrotto entrambe le sopracciglia, incuriosito dai movimenti. «Cosa?» chiedo, sorride. Sussurra traditore in tutte le lingue del mondo, divertente per i suoi venticinque anni.
«Dato che sei in ritardo e non hai curato i messaggi con la tabella di marcia, sono quaranta minuti di corsa. Da solo! Perché sono stanco e non dormo da dodici ore» enuncia, maturo da parte sua.
Finge uno sbadiglio, infila le cuffie ed appoggia una mano sul viso. Scuoto il capo in segno di rassegnazione ed inizio a camminare lentamente.
«Ho detto correre!»

Corro veloce, poi lento.
Respiro e ricomincio, i bicipiti tesi e la bocca schiusa. Il sole ormai è alto nel cielo, i raggi sono forti ma non abbastanza da danneggiare la pelle.
La distesa verde è enorme, potrei davvero perdermi ed attraversare i confini. Calpesto una piccola pozza d'acqua e torno al sentiero, ripercorro la strada compiuta, osservo i dettagli della radura come se fosse la prima volta.
Tyron dorme beato, la testa sulla sacca e la bocca aperta. Schiaffeggio il viso con il dorso della mano più volte finché non serra l'occhio destro.
«Hai già finito?» annuisco, asciugando la fronte. Le treccine cadono sugli occhi e cerco di legarle con un laccetto ma, cedono subito dopo. Forse dovrei rasare tutto.
«Ti aspettano una serie di pesi da 30kg e 10 round con il sottoscritto» ghigna. L'intensità del movimento intorpidisce il muscolo, prima il braccio destro e poi quello sinistro. Alla fine dei round avrei sicuramente preferito una pausa con aggiunta di acqua fresca direttamente dal frigo ma, Tyron mi aspettava seduto sulla panca accanto al bilanciere. Sono affaticato, stanco ma felice. Non avrò pietà per Lil Mike domenica, lotterò con tutte le mie forze e vincerò. Estraggo una salvietta dal cassetto, asciugo il sudore dalla schiena e mi sdraio sul divano.
Oggi è il giorno, parlerò con Damon e mi assicurerò che sia lui a seguire i movimenti di Jason.
Tyron parla animatamente al cellulare, si avvicina e mi cede l'aggeggio.
«Henry Mavis, vuole parlare con te» mi alzo con uno scatto.
«Pronto, Jordan?» chiede. Non riceve risposta eppure continua a parlare.
«La Corte Suprema ha scelto la data dell'udienza, ci vediamo Giovedì in tribunale» pone fine alla conferenza una volta informato, saluto cordialmente e torno a dormire. Il Confine non è grande, abbastanza da contenere quasi tutti i Los Salvadores, alcuni preferiscono restare fuori. C'è un bagno, un letto, dei fornelli e persino un figo. Travis ha insistito così tanto per averne uno che alla fine abbiamo ceduto, ricco di birre alla spina e Vodka Lemon.
«Cazzo, grazie per aver chiamato anche me» quest'ultimo fa il suo ingresso con tanto di giubbotto di pelle e cappello. Il viso è così simile a quello di sua sorella, Kyla diventerà una bellissima ragazza, forse la più bella di tutto il quartiere.
«Gli altri sono già qui?» Ty siede accanto a me, sorseggia dell'acqua e ripete mentalmente la scaletta dell'ultima settimana. Controlla fogli e scrive appuntamenti.
«Aggiungi l'appuntamento di Venerdì» preciso, sarà difficile parlare con Henry senza citare sua figlia. Indosso la maglia con cui sono arrivato e rimuovo le fasce dalle nocche, estraggo una sigaretta dal pacchetto e ne cedo una al biondo.
Vorrei dire a Travis di tracciare i vari spostamenti di Jason, di registrare ogni singola chiamata però è la presenza di Damon a distrarmi. È arrivato il momento, adesso o mai più. Raccolgo tutta la buona volontà che ho nel corpo e mi avvicino, stranamente non batte ciglio. Postura rigida, dita nelle tasche dei pantaloni e schiena poggiata alla porta.
«Salvadores» accenna un saluto con la testa.
«Damon» faccio lo stesso, prima di parlare.
«Seguimi sul retro» indico la finestra che affaccia sul bosco.
Aspiro dal filtro e getto via il fumo con uno sbuffo.
«Ti ascolto» la voce è la stessa, graffiata e forte.
«Sai bene che non avrei mai chiesto il tuo aiuto se non fossi stato messo alle strette» dico sincero.
Acconsente, consapevole.
«Si tratta di Isabel?» una leggera nota di preoccupazione trapela dalle sue parole, smentisco scettico.
«È Jason il problema» accigliato arriccia il naso, deglutisco.
Le stesse espressioni, la stessa forma degli occhi, le stesse labbra. Vorrei negare la paternità ma non posso, Isabel è sua figlia.
Torno a parlare d'affari, getto la cicca sul terreno umido e continuo. «Sta ingannando tutti, informa la polizia dei nostri spostamenti. Paul cercava Jason e non Travis, quel giorno» spiego mentre poggio le spalle al muro.
«Cosa posso fare io?» sfrega le mani per scaldarsi. Scruta il mio viso attentamente, vorrebbe comprendere le mie intenzioni.
«Devi seguire tutte le sue mosse, chiamate comprese. Voglio sapere tutto di lui, dove vive e con chi vive. Il suo punto debole e l'identità della sua ragazza» dico sprezzante.
«Vuoi ucciderlo?» palesa il sentiero più facile.
«Dicen que puedes descubrir a un traidor en el momento en que estás a punto de matarlo».

*

«Un attimo di silenzio!» urla Travis con la voce rotta, il brusio generale è insopportabile.
Colten siede sulla poltrona con le gambe accavallate e lo sguardo perso sul soffitto, Ronald e Ryan discutono animatamente su quale ragazza portarsi a letto stasera, Bullett cerca in tutti i modi di comunicare con Robbie mentre Ezra ascolta la musica.
Il resto dei presenti chiacchierano vivacemente, ridono e giocano. L'unico a non interagire è Jason.
Osserva Luan con rabbia, fuma con le gambe aperte, la schiena curvata e ringhia ad ogni parola emessa dal giovane. Il biondo finge di non essere stizzito, continua a masticare lentamente la pizza che ho ordinato. Sento puzza di rissa, non sono il solo. Tyron, Travis e Damon sono pronti a scattare in qualsiasi momento. Salgo sulla panca ed attendo che qualcuno si accorga di me.
«Ragazzi, per favore!» sbraito rosso in viso.
«Riguarda El Diablo e gli accordi...» dico, magicamente scattano tutti. Ho finalmente gli occhi puntati addosso, l'aria è tesa quasi soffocante.
«Il patto si è infranto» alzo il mento, fiero della scelta.
«E il motivo?» chiede Frank.
«Il giorno in cui gli uomini di El Diablo sono arrivati qui, cercavano qualcuno» svelo.
Ronald guarda Ryan con la mano sulla bocca e gli occhi spalancati. Reazione spontanea, vera. Ron è fatto così, non riesce a contenere le espressioni. È arrabbiato? È triste? Lui ha sempre il modo di esternarlo, molti pensano che sia infantile, io lo trovo reale.

«Paul è stato ammazzato con un colpo di pistola, El Diablo voleva fare lo stesso con me. Ha costretto Ocèane a premere il grilletto e quel figlio di puttana l'ha fatto davvero» digrigno i denti, ricordando l'espressione dolorante.
Stringo i pugni lungo le gambe, nostro padre non avrebbe permesso quell'infido gesto.
Non avrebbe mai permesso di metterci uno contro l'altro.
«C'era Tyron con me» indico il moro.
«Per questo motivo gli accordi sono saltati, i Moicani non avranno più alcun legame né con il vecchio e nemmeno con Leòn. Non ci sarà alcuna guerra, almeno non adesso. Devo considerare l'idea che fra di noi ci sia un traditore, devo restare vigile» Gareth acconsente, torno a respirare.
«Ho deciso che alle prossime riunioni ci saranno solamente Gareth, Colten per gli anziani. Ronald, Bullet per gli intermediari. E per i Los jòvenes ci saranno Ezra, Luan e Yuri» ometto la presenza dei miei migliori amici.
Borbottano qualcosa in risposta, altri recepiscono che c'è davvero qualcosa d'importante e comprendono il discorso, persino Frank sembra aver capito.
Non posso perdere altra droga, i soldi occorrono a tutti.
La polizia non riceverà più nessuna informazione sui vari carichi, i Moicani ne usciranno illesi e Jason verrà giustiziato a dovere.

#spazioautrice.
Ciao a tutti, come state?
Questo periodo per me è un pó malinconico, sarà la stagione oppure il cambio d'ora a rendermi sempre triste. Tornando a noi, vi sta piacendo la storia? La decisione di Jordan?
Fatemi sapere con un commento oppure una stellina.
Un bacio, Fatima.🦋

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora