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Jordan

Osservo il mio riflesso, le supposizioni della ragazza non smettono di schiacciare sul petto come pesi intollerabili. Sono un criminale, un assassino, un malvivente, un doppiogiochista. Non ha lasciato che l'accompagnassi a casa. Ho atteso in un angolo l'arrivo della sua governante e poi è andata via senza proferire parola, da sola, come aveva previsto. La lascerò in pace se è questo che desidera ma non posso farne a meno, cerco il suo sguardo ovunque io vada. Sogno il suo corpo steso nel letto senza vestiti, solo con le insicurezze a farle da ornamento. La immagino collocata sul bordo della finestra con la cicca fra le labbra e lo sguardo da Donna seducente. Getto dell'acqua sul viso e cerco di riprendermi. Non è stata una bella serata ed il risveglio sicuramente più traumatico. Dopo aver ingerito delle uova crude di primo mattino, ho corso per un miglio seguito dalle urla assordanti di Tyron. Dorme beato sul salotto mentre mi dirigo in cucina per cercare del riso in dispensa. Odio cucinare. L'acqua che ho precedentemente disposto sulla fiamma ha raggiunto il punto di ebollizione, verso una manciata di cereali e dispongo le stoviglie sul tavolo. Il silenzio è complice dei respiri profondi ma, cessa quando il campanello suona. La testa scura di Isa fa capolino dalla porta.
«Zio Jay» stringo le manine e le dono un bacio sulla piccola fronte.
La madre compare con i sacchetti pieni di cibo nelle mani, non mi degna di uno sguardo e si cimenta nel riordinare il tutto. È così testarda, non voglio implicarla in tutta questa merda. Lei è l'unica che può rendermi vulnerabile è un bersaglio troppo facile per i nemici.
«Dai svegliati!» urla la bambina all'orecchio di Ty, il ragazzo si alza di scatto. Esco sul terrazzo per estrarre una cicca, l'ultima nel pacchetto ma la prima di oggi. Il sole brucia sulla pelle scura, le trecce pendolano quando il vento soffia.
Una combinazione perfetta per l'umore.
«Pensi di poter ignorare la mia presenza ancora per molto?» chiede, poggiando i gomiti sulla balaustra.
«Hai iniziato tu» non cede al gioco.
«Perché?» non c'è bisogno di specificare, ho già capito.
«Non ho mai smesso Dani e non c'è bisogno che tu mi dica quanto sei profondamente delusa da me, ci pensa già la mia coscienza» affermo esausto, getto il filtro e guardo quest'ultimo schiantarsi sul cemento, un puntino arancio in tutto il grigiume.
«Puoi smettere, lo so che puoi» ripete, cerca di convincere se stessa. Sconfortata mordicchia il pollice della mano destra.
L'angoscia che prova in questo momento è la stessa che aveva sul viso quando Ocèane è andato via di casa e non è più tornato.
«Non voglio che tu faccia parte di tutto questo Jordan!» batte un pugno sul petto, il viso impassibile rende la scena più deprimente.
«Pensi sia facile? Pensi che sia così stupido da credermi immortale? Eh? Rispondi» nega con il capo.
«Le suppliche delle persone che ho ucciso vibrano nelle mie orecchie come lamenti incessanti, prego ogni notte che Dio possa perdonarmi» strofino le mani sul volto.
Solo lui deve, solo lui può.
«Non riusciresti a capire Dani. La gang è come una famiglia, se qualcuno tocca uno dei miei, devo reagire. Se fanno del male a loro, devo uccidere» non è la rabbia a parlare ma l'apatia.
Quella fa più male di uno schiaffo in pieno volto. È atterrita dalle mie dichiarazioni, spaventata è riduttivo. Indietreggia come se non conoscesse la persona che ha davanti, cammina velocemente verso l'appartamento e con prepotenza afferra la mano di Isabel.
«Cosa è successo Mammina? Mi stavo divertendo» Tyron fissa mia sorella e subito dopo me.
«Tranquilla Isa, ci vediamo a casa» le strizza l'occhio, mia nipote cerca disperatamente di liberarsi dalla presa ferrea.
«Non voglio vederti così triste Zio Jay» sussurra, la stringo forte e cerco disperatamente di frenare le emozioni che spingono per emergere.
«Non lo sono piccola» le bacio ripetutamente la guancia.
La vedo sparire quando la porta viene richiusa con un tonfo.
A volte già sai come vanno a finire le cose ma ci speri fino all'ultimo che possano cambiare.
Danika ha paura, riesco a capirlo.
Getto la mia porzione di riso nei rifiuti e attendo che Tyron inondi la mia testa di domande, ma non lo fa. Annuisce, acciuffando il giubbotto.

*

L'auto sfreccia sull'asfalto, il Confine è stranamente silenzioso oggi. Spengo l'auto, sotto lo sguardo di alcuni ragazzi, e scendo rapidamente. Il primo ad accogliermi è Travis con un sorriso smagliante e le mani sporche di grasso.
«La mia auto è andata, non posso più ripararla» ghigno malefico, non ricordo il numero di volte in cui ha cercato di recuperarla.
«Quante volte hai ripetuto questa frase in un anno?» lo beffeggia Tyron, sbuffa nonostante voglia rispondere a tono. Il volto ancora tumefatto di Ezra entra nel nostro campo visivo insieme a quello severo del padre, mi accomodo accanto a loro dopo aver salutato il resto dei presenti.
«Sai benissimo che non potrebbe mai tradire la tua fiducia» dice, cedendomi una birra gelata. Robbie ha ragione, sono un esempio per Ezra, l'esempio meno utile che possa avere, ma pur sempre una figura da seguire. Danika dovrebbe capire che non potrei mai lasciare tutti questi ragazzi in balia di persone peggiori, il senso di responsabilità che provo nei loro confronti è maggiore di qualsiasi altra cosa al mondo. Ho già contattato Ocèane per avere un confronto con El Diablo, non ammetto sbagli come questo. È solo compito mio scoprire chi è la spia che vorrebbe fottermi. Mi avvicino al sacco all'angolo della grande stanza e sfilo via la maglietta per continuare ciò che avevo precedentemente iniziato, i pantaloncini aderiscono perfettamente alle mie gambe. Roteo le garze sulle nocche con precisione, Tyron viene in mio soccorso.
«Non è il luogo ed il momento per allenarti» lo ignoro e continuo a guardare il mio riflesso sulla finestra, i guantoni rossi scivolano perfettamente. Sento l'adrenalina attraversarmi la pelle, piccoli brividi si formano come puntini su di essa. Non importa dove sono e con chi sono, quante persone mi circondano e quante possono osservare. Ho bisogno di sentirmi vivo e solo così riesco ad esprimere ciò che provo. Sferro un colpo diretto e subito dopo un montante dal basso, schivo quando il sacco pendola verso di me. Vedere Isabel andare via mi ha scosso così tanto che l'ira è diventata incontenibile, ho rimuginato sulle parole di Altea ed è così opprimente pensare che entrambe invadono la mia testa. Castigo il sacco con una serie di pugni e calci pieni di rancore, amarezza e risentimento. Alcuni spari provenienti dall'esterno riescono a rallentare il tempo, l'intero gruppo dei Los Salvadores scatta sugli attenti, vieto l'ingresso dall'esterno e barrico qualsiasi entrata con l'aiuto dei gemelli. Abbranco una Glock 22c dal baule accanto alla porta ed spongo il capo oltre la finestra. Non vedo nulla. Prego che Travis si sia accorto degli intrusi presenti nella zona e che si sia messo in guardia.
«Cosa facciamo?» rifletto con calma, ma cedo all'impulso naturale. Esco, corro e sparo all'impazzata. Cerco il mio amico con la coda dell'occhio, ma non c'è traccia lui. I proiettili vengono sparati nella mia direzione, favorisco la mira nascondendomi oltre le macchine. Sono restio a lasciare la postazione, la barriera protegge perfettamente l'intero corpo. Faccio partire il colpo in direzione dell'uomo più vicino e lo trascino sul terreno.
«Te estás metiendo con el hijo de puta equivocado» strappo alcune ciocche di capelli, presso il piede destro sul petto e pretendo una risposta.
«Chi vi ha mandato qui?» allargo le narici involontariamente e sputo sul cemento freddo, punto la pistola direttamente alla tempia e avverto i piagnucolii oltre il passamontagna.
«Dimmi il nome» pigio debolmente sul grilletto.
«Paul è stato lui, non uccidermi... ti prego» qualsiasi suono viene attutito.
Un corpo inerme giace sul terreno in una pozzanghera di sangue, scaravento l'uomo e procedo velocemente.
Grido il nome di Tyron in un urlo strozzato: è Travis.
Sento una lacrima solcare la guancia.
«Amico non puoi morire così, ti salverò. Lo prometto, non ti lascio solo» respira a stento, cerco in tutti i modi di tamponare la ferita sul petto.
Vi ucciderò uno ad uno e nemmeno Dio in persona sarà in grado di salvarvi.

#spazioautrice
Buenos Días,come state?
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia.Fatemi sapere tramite un commento oppure una stellina.
Un bacio, Fatima.🥊🦊

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