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Procedo velocemente, lotto contro la voglia di restare. Guardo indietro ogni volta che sento i lamenti delle bestie provenire da ovest, ho vinto la battaglia ma non la guerra. Ho perso l'unica persona capace di amarmi sul serio. Il lieto fine di un romanzo criminale scritto male.

Jordan

Un rivolo di sudore scende lungo le clavicole mentre continuo a tirare pugni all'uomo davanti a me. Tremo, bramo la vincita come un carico di cocaina da mezzo milione, pretendo la vittoria a tutti i costi. Vivere a TysonVille mi ha condannato ad una vita senza sogni, non è mai stato il luogo giusto per averne: povertà, gang e omicidi. La combinazione perfetta per un suicidio in piena regola, un solo passo falso ed un proiettile dritto nel cranio. Prima di entrare nel giro della droga ero solamente un pugile, quando sono diventato il campione dei pesi massimi nulla mi ha proibito di diventare socio del mio nemico. Ogni zona esige la regola del migliore, se sei forte divieni automaticamente il capo: tutti ti rispettano.
«Jordan riesci a concentrarti per un secondo? Non riesci a schivare un colpo. Stai pensando al cazzo floscio che ti ritrovi nelle mutande? Non è lui che ti porterà lontano» dice Tyron.
Non è stupido, mi conosce e sa benissimo che qualcosa mi tormenta i pensieri. Ho conosciuto Tyron tredici anni fa, la notte in cui ho commesso il mio primo omicidio. Non ero io il carnefice ma, quando hai tredici anni e uno dei tuoi fratelli impone delle regole non riesci a tirarti indietro, non sei libero di poter scegliere. Ocèane è stato il Caronte che mi ha reso facile la scesa agli inferi. Rimuovo il paradenti e scendo dal ring con aria stanca, sono nove ore che continuo ad allenarmi senza sosta.
«Il vostro culetto bianco è arrivato! Porto notizie dal Confine, la merce è arrivata sana e bianca. El Diablo dice che l'accordo salta nello stesso momento in cui iniziamo a spacciare nel suo territorio» Travis fa la sua entrata in scena con tanto di sorrisetto derisorio dipinto sulle labbra e i lunghi capelli tirati indietro da un'enorme quantità di gel. Mi asciugo il sudore dalla fronte mentre inghiotto fiotti di saliva, El Diablo è il mio unico nemico qui a TysonVille. Prima di me governava come se tutto gli fosse dovuto, ogni spicciolo guadagnato era nelle sue mani: nessuno aveva il potere più di lui.
«Jordan...» la supplica di Tyron mi fa ritornare con i piedi saldi sul pavimento. El Diablo non mi fa paura, non più ormai. Non ha nessun potere, né su di me e nemmeno nella zona. Mi dirigo nello spogliatoio, ignorando la voce profonda di Travis. Dovrei cercare dello scotch per fermare quel fiume di parole che fuoriescono dalle sue labbra. Il suo è un carattere particolare, totalmente opposto al mio.
«Ascoltatemi bene, El Diablo non farà nulla se Los Salvadores continueranno a vendere droga solamente nel nostro territorio. Ocèane si occuperà dei niños inesperti e delle piazze di spaccio, la tregua non cesserà e vivremo tutti ricchi e felici» con calma mi infilo dei jeans puliti. Odio dover usufruire delle docce comuni, continuo a sentire lo sporco che impregna la pelle anche dopo essermi lavato. Noto subito la maglietta bianca piegata all'interno della sacca, Danika avrà sicuramente pensato che al suo fratellino ne serviva una pulita. Mia sorella ed Isa, sono le uniche donne ad essere mai entrate in casa mia. Molte volte i giornaletti di Gossip mi hanno descritto come un rubacuori, ma posso confermare di non averne mai visto uno. Tanti corpi, ma mai nessuno per me. «Devo parlare con i ragazzi di tutto questo, organizziamo una riunione al Confine entro Venerdì» cammino con passo felino, ignorando i continui sussurri degli uomini all'interno della palestra. Ocèane, insieme agli altri, mi aspetta appoggiato alla Mustang che gli ho donato il giorno del suo ventiseiesimo compleanno. Indossa la solita cuffietta nera e i calzini bianchi alzati sul polpaccio, potrebbe assomigliarmi se solo non fosse lui il traditore della storia. Mi avvicino come un leone pronto a sbranare la sua preda, pur essendo più grande sa benissimo che non deve mettersi contro di me. Lecca ripetutamente la cartina, accendendola subito dopo.
« J. non sapevo di trovarti qui!» stanco di assecondare l' immaturità, lo ignoro. Sventola un giornale sotto ai miei occhi per richiamare l'attenzione, gli viene sottratto quando leggo il nome in prima pagina:

Il campione assoluto dei pesi massimi Jordan A. Jones è stato accusato di uso illegale di stupefacenti durante le competizioni. Per questo motivo non vuole che si parli della sua vita privata? Cosa nasconde di così importante? Il suo avvocato Henry Mavis, sarà bravo a difenderlo anche questa volta?

L'articolo non è firmato, farò causa alla sede giornalistica, riportano delle notizie fasulle per avere più lettori. Tutti i test confermano che non ho mai fatto uso di stupefacenti, preferisco gestire traffici illegali piuttosto che farmi di quella roba. Non potrei combattere se mandassi la polverina bianca in circolo per il mio corpo. Non potrei schivare, né centrare l'avversario con i miei colpi.
«Spero abbiano un avvocato che sappia difenderli bene, perché questa volta ho intenzione di andare fino in fondo» nessuno proferisce parola, ringhio come un animale in gabbia.
«Mavis si occuperà di difenderti, l'ha già fatto in precedenza. Non è stupido e nemmeno tu lo sei, ma queste accuse contro di te non fanno altro che infangare la tua carriera sportiva» vorrei rispondere che ci ero arrivato anche da solo ma, è inutile versare della benzina sul fuoco. Ho bisogno di parlare con Mavis, ma non posso lasciare gli affari in sospeso. Raduno la maggior parte dei Salvadores nel grande piazzale adiacente alla palestra. Non è qui che ci riuniamo solitamente ma questa è un'emergenza. Ho bisogno dell'attenzione di tutti i presenti, persino di quelli che non hanno un ruolo rilevante.
«Lo so, non faccio mai questo tipo di riunioni fuori del Confine ma ci tenevo a parlarvi adesso» mi ascoltano tutti attentamente.
«Il carico è appena arrivato al porto. Ocèane si occuperà di organizzare bene le dosi per ogni piazza, nessuno di voi tornerà a casa senza uno spicciolo in tasca. Non voglio nessun entrometido tra i cojones, capito? Ci vediamo Venerdì al Confine, nessuno escluso» dichiaro con voce ferma, acconsentono come burattini. Odio dover lasciare un compito così importante nelle mani di mio fratello, ma ho questioni più importanti da risolvere. Non ho intenzione di finire chiuso in cella per delle accuse infondate, vorrei andarci per dei motivi provati. Damon mi guarda da lontano con la cicca all'angolo della bocca, accenna un saluto con la testa a cui non ho intenzione di ribattere. Isabel è così diversa da lui, a volte stento a credere che sia sua figlia.
«Mavis ci aspetta sveglio, ma in cambio non vuole che la sua famiglia venga a sapere che viene coinvolto in affari loschi» ridacchia Travis, riponendo il cellulare nel retro dei pantaloni. Ci spostiamo verso la mia auto, l'orologio al polso segna le ventitré e trentotto. Questa città non dorme mai, TysonVille non dorme mai. La puzza di Marijuana mi demoralizza e eccita simultaneamente. Sono strano: amo la guerra ma preferisco di gran lunga la pace, non mi piace tirare troppo la corda. Amo arrivare subito al sodo, senza troppi giri di parole.
Nessuno osa mancarmi di rispetto, perché io stesso ho una certa stima verso gli altri. Mi piace essere disponibile, ma odio quando pensano di essere più furbi. Quando pensano di fottere la mia mente malata si sbagliano di grosso.

Sono Jordan Ares Jones, nessuno può ingannarmi.
Io sono il Re dei giochi.

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora