Jordan
Guardo attentamente il sacco davanti a me, fisso un punto preciso e tiro un pugno ad esso con tutta la forza che ho in corpo. Mi alleno da anni ma l'adrenalina non smette mai di fluire in me, Tyron mi incita urlando qualcosa oltre la corda. Non sono concentrato abbastanza da poter captare le sue parole, punto all'obbiettivo e distruggo ciò che ho davanti. Afferro dell'acqua e bevo a piccoli sorsi.
«Se continui a blaterare sarò teso per tutto l'incontro, resta in silenzio» gli suggerisco ma lui non sembra accogliere benevolmente le mie parole.
Aggrotta la fronte e serra gli occhi.
«Evita di dettare ordini quando siamo insieme, sei un pugile e non El Salvadores» sottolinea, ricordando che in questo momento non sono il capo di nulla. Sono semplicemente Jordan ed il suo allenatore, nonché migliore amico. La palestra non è mai stata così piena, Alain gestisce l'attività da quasi quarant'anni e non ha mai fruttato come negli ultimi tempi. È un uomo anziano, avrà circa settant'anni. I capelli bianchi in contrasto con la pelle scura, gli occhi neri come la pece ed un sorriso stampato sulle labbra. Il suo corpo racconta innumerevoli viaggi, le cicatrici sul viso rivelano la complessità di essi.
«Ocèane ha bisogno di parlarti» Travis porge il cellulare nelle mani di Tyron, continuo ad allenarmi pur avendo recepito il messaggio. Ocèane è solo un ragazzino vestito da uomo, vorrei entrare per un solo secondo nella sua mente. Non gli è mai importato nulla di nostra madre e nemmeno di Danika, vuole intralciare i piani degli altri per i suoi sporchi interessi.
«Non voglio distrazioni, non sembra meritare la mia attenzione» il biondo annuisce ma il moro scuote il capo.
«Ha scritto che non gli interessa un cazzo di quello che dici, sta arrivando» sorrido satiro.
Tolgo nuovamente i guantoni e scendo dal ring, mi avvicino alla panca per indossare la t-shirt ed esco fuori. Sono stizzito da questo suo comportamento, ammetto di non aver mai avuto grandi aspettative ma adesso è troppo. La preparazione per gli incontri è fondamentale, essere persistenti è vitale per questo sport.
Il silenzio è assordante, recepisco i pensieri negativi di Travis riguardo mio fratello. Non scorre buon sangue fra loro, entrambi gestiscono i miei affari e Travis vorrebbe l'esclusiva su questo. Potrei davvero cedere le redini nelle mani del mio amico ma per adesso non posso, Ocèane mi occorre.
«Non sopporto questo suo atteggiamento» sbraita, sedendosi sul ciglio della strada. La Mustang arriva davanti ai nostri occhi sfrecciando, spegne il motore e scende non curandosi del mio sguardo seccato.
«J. è sempre un piacere avere un appuntamento con te...» fissa i ragazzi oltre la mia spalla.«E con i tuoi compagni d'affari» non mi muovo di un centimetro, lo stesso fanno gli altri due.
Conosciamo Ocèane così bene che il comportamento provocatorio e le movenze da giullare sono solo un modo per restare a centro dell'attenzione.
«Non girarci troppo, cosa vuoi?» incrocio le braccia al petto e appoggio le spalle contro la porta.
«Non posso far visita al mio fratellino senza volere nulla in cambio?» ghigna.
Non mi sono mai fidato del suo viso d'angelo, finge anche quando sembra autentico. Forse è per questo che non riusciamo a intenderci: io sono reale.«Non conosce la parola fratellanza uno come te» Trav risponde a tono, avvicinandosi pericolosamente a lui. Vorrebbe tirargli un pugno ne sono sicuro ma non lo farà, non ha un pretesto per farlo.
«El Diablo è tornato, vuole vederti ma non oggi» ecco cosa intendevo per traditore. È il garante fra me e El Diablo, gestisce metà dei miei affari per conto di quell'uomo. Inutile ribadire che è lui l'ostacolo che impedisce la mia ascesa al trono, potrei ucciderlo ed eliminarlo ma non è ciò che ho in mente.
«E allora quando?» chiedo.
Lancia un bigliettino verso il moro e sale in auto, saettando via come un fulmine. Roteo il capo verso il ragazzo al mio fianco, il viso è corrucciato mentre la mano destra si appoggia sul petto.
«Venerdì c'è la riunione al Confine, non possiamo rimandarla per questo figlio di puttana» questo è un lato di Tyron che raramente manifesta.
«Il traffico non può essere fermato per un cazzo di abuelo cabron» concorda Travis, resto in silenzio riflettendo sul contesto.El Diablo conosce bene il giorno in cui ci riuniamo per stabilire i vari ruoli nella zona, avrebbe già interrotto qualsiasi rapporto con noi se avesse scoperto il piano.
«Andrò io alla riunione mentre uno di voi due si occuperà di restare al Confine per amministrare tutto. Tyron sarai tu a fermarti con il resto dei ragazzi, Travis tu andrai a casa di Danika e porterai entrambe al Rifugio. Solo una mente enferma podria burlarse asì de nosotros e non lo permetterò, non lascerò che mi fotta»
Sono pronto qualunque sia il suo schema, so bene che questo non è un semplice incontro. Mettere in pericolo tutta la famiglia, compresi i Los Salvadores, è l'ultima cosa che vorrei.
«Non puoi andare da solo» Tyron torna in sé, manifestando tutta la preoccupazione che ha nei miei confronti. Una fitta arriva alla testa, mi accorgo del collo dolorante sono quando la inclino. Odio l'emicrania con tutto me stesso.
«Ho solo bisogno di andare a casa, meglio rimandare tutti gli affari di oggi» annuiscono entrambi mentre estraggo le chiavi dalla tasca.
Apro il cruscotto dove le solite pillole attendono di essere ingerite e per qualche strana ragione la mia mente proietta il viso imbarazzato di Altea e le sue mani tremanti. Ho finto di non aver visto il modo in cui voracemente si è infilata le compresse in bocca, ho finto di non aver visto come l'acqua è scivolata velocemente lungo la gola. Ho finto di non aver visto ma in realtà ho visto eccome, le ricerche su di lei non avevano confermato questa teoria. Mi sono ritrovato spiazzato in un territorio che non conoscevo. Non avrei mai dovuto farla andare via, mi dirigo verso l'abitazione di Danika svoltando a destra subito dopo. Il palazzo in cui vivo non è dei migliori ma è il più sicuro di tutta la zona, l'appartamento è piccolo ma giusto per me. Inserisco la chiave nella serratura e la faccio ruotare più volte.
Il profumo di vaniglia aleggia nell'aria, mia sorella è passata di qui. Non ci sono più stoviglie da lavare e il pavimento luccica per quanto lindo, stendo l'intero corpo sul divano e con l'aiuto dei piedi rimuovo le scarpe. Invio un messaggio a Danika per ringraziarla e sbircio sui social, digito il nome di Altea. Il primo profilo che controllo non è assolutamente il suo, ci sono troppe foto di cani e di lavori a maglia. Il secondo sembra essere proprio quello che cercavo, nella foto profilo c'è lei. Osservo attentamente i lineamenti marcati, alcuni scatti la ritraggono in pose che mettono in risalto i suoi occhi eterocromatici. In altri invece, mostra semplicemente la sua quotidianità. Una mi colpisce particolarmente: c'è un felino. Non uno di quelli piccoli, un vero è proprio gatto in sovrappeso. Lo tiene per le zampe anteriori e sorride coprendosi metà del busto. Leggo la descrizione, sono tentato di inviarle un messaggio. Schiaccio il tasto sullo schermo e inizio a digitare sulla tastiera. Inizio con semplice ciao, come stai? Rifletto su quanto possa risultare stupido in questo momento. Travis non smetterebbe di prendermi in giro se fosse qui, lui le corteggia con metodi alternativi.
Cancello e riscrivo, finché il cellulare non cade sul pavimento. Controllo che non si sia rotto e mi prende un colpo.
''Ciao, come staii'' cita il testo inviato.
L'ansia mi divora, alcuni secondi dopo spuntano le lineette blu.
''Mi stai col fiato sul collo Jordan Jones?''
A seguire un'enorme faccina sorridente.
Rispondo a tono.
''Ti piacerebbe non è così'?''#spazioautrice
Ciao a tutti,come state?
Io molto bene,volevo augurarvi una Buona Pasqua anche se in ritardo.Jordan é negato con i social e ammetto di esserlo un pó anch'io,chi come noi? Spero vivamente che questo capitolo vi piaccia,fatemi sapere con un commento o con una stellina.Per ulteriori informazioni o chiarimenti potete scrivermi su insta come: _fatimaonwattpad_
Un bacio, Fatima.🌹
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The Boxer's Clan.
ChickLit🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'intera comunità? E se gli accordi con i soci saltassero da un momento all'altro? Tyson Ville non ha mai g...