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Jordan

La pace è finita, i giorni di vacanza terminati. Ho fatto il possibile per tornare al Confine, ho cercato un equilibrio fra i dati e gli incassi ottenuti. Acquistato armi e polvere bianca da alcuni Moicani, non posso cedere le redini a qualcun altro. Tutto deve essere eseguito perfettamente, curato nei minimi dettagli.
«Siamo arrivati!» esclama Travis, lecca il vetro con la lingua.
«Che cazzo Trav!» rimprovera il moro, lo sguardo fisso sulla carreggiata e le mani sul volante. Il terriccio bagnato s'appiccica alle gomme appena cambiate, il fruscio degli alberi ci accompagna all'entrata dell'enorme abitazione. Il cancello è decorato con foglie d'oro e leoni sui pilastri, la siepe ben curata e i vetri lustrati. Gli ettari di terreno sono stati tosati accuratamente, il golf-kart ci attende sulle gradinate.
«Mr Jones, Mr Hamilton, Mrs Wood...» il maggiordomo ci accoglie con un caloroso sorriso.
«Il Padrone vi attende sul campo da Golf» siede alla guida, annuisco.
«Che figata assurda!» mormora il biondo, seduto accanto a me. Gli stringo forte l'avambraccio per cessare l'entusiasmo, Tyron è seduto a destra. Silenzioso e calmo, i suoi pregi più contemplati.
«Benvenuti nella residenza di famiglia!» esclama l'uomo con le braccia aperte. Noah Lèon in tutta la sua benevolenza, abbranca una bottaglia di champagne dal tavolo. Osservo il volto di Adriel accanto al suo, gli stessi occhi azzurri e lo stesso completo griffato.
«Salvadores, ti ho già presentato il mio figlioccio?» Figlioccio? Non era la sua guardia del corpo?
«Ci siamo già conosciuti alla festa, vero Adriel?» farnetica qualcosa e fulmina con lo sguardo il ragazzo accanto a me. L'anellino al naso riflette i raggi solari, stringo forte i pugni. La testa pulsa come non ha mai fatto, la vista s'offusca per alcuni secondi. Batto più volte le palpebre, l'odore di terra è nauseante. Travis strattona il braccio, percuote la mano.
«Ti senti bene?» bisbiglia fra i denti, accenno con il capo.
«Una meraviglia...» sorrido verso il vecchio e siedo intorno al tavolo, il chiosco ci protegge dagli agenti atmosferici. Il vecchio estrae dalla cartellina alcuni documenti: abitazioni, centrali elettriche, registri bancari. Fisso stranito ogni pezzo di carta, i nomi di tutti i soci della Diablos Corporation sono cerchiati in rosso, il mio sottolineato più volte. Accanto le cifre dell'ultima entrata, tre zeri solo nell'ultimo mese, primo in classifica. Quel figlio di puttana avrebbe incrementato il doppio, ma il nemico resta tale anche con mille trattati. «Questi sono gli unici uomini che restano...» punta il mignolo su una serie di facce poco raccomandate.
«Lui è il suo braccio destro» indica l'unico ragazzo.
«Roberto Cavallini di origini italiane, classe 2002» dice calmo, Ty sgrana gli occhi. Diciotto anni, sogni e speranze incrementati in una piccola cittadina come TysonVille. Strano, perché è arrivato fin qui, cosa gli ha promesso? L'ha abbindolato con la stessa tecnica di Jason?
Adriel, seduto di fronte, ingoia il groppo amaro. La tensione nell'aria è palpabile, un attacco dall'alto è sarebbe la fine per noi cinque.
«Suo figlio è arrivato da poco» espone rauco l'angelo, tossisce e sorseggia dell'acqua. «Vive in uno dei quartieri più poveri di tutta la zona, si comporta come se fosse uno di noi» sostiene, la stizza trapela dai pori. Comprendo la collera e il veleno, nutro gli stessi sentimenti. L'angelo ha raccontato di vivere a PinceeAvenue, una delle aree più pericolose. L'anarchia e il caos predominano su ogni tipo di aspettativa. Ha conosciuto Elide in un locale in centro, mi ha confessato di essere caduto ai suoi piedi, totalmente. «Lo stronzo ha un discendente?» domanda il mio migliore amico, confuso quanto me. Non ero a conoscenza di un erede, prima di adesso. L'anziano acconsente, incrocia le braccia al petto e poggia i piedi sulla panca.
«Ha la tua età!» sporge il mento e indica me. Determino che sia arrivato il momento di comunicare il programma studiato.
«L'attacco avverrà il 22 Dicembre, ho saputo da fonti attendibili che il vecchio ha organizzato una specie di gita familiare. I miei uomini si apposteranno sulle collinette...» spiego.
«Attenderemo il suo ritorno all'interno, ci troverà seduti sul salotto di casa» ghigno malefico, Noah sorride e mostra la fossetta sulla guancia destra.
«Avete la stessa espressione...» recita lentamente. Un pugno in viso avrebbe fatto meno male, ne sono sicuro. Reclino il capo verso il cielo, le arance sospese sulle foglie oscillano alla virtù del maestrale. Non mi sono mai sentito abbastanza, non sono nulla comparato a lui. «Ho saputo dello scontro con Ocèane, non è mai stato degno del potere che ha generato tuo padre. Jamie aveva già scelto te per la successione. A tuo fratello importano i soldi, a te la comunità. Siete molto simili, anche lui aveva quello sguardo stanco ma forte...»
Un ricordo riaffiora, vivo la stessa scena più volte.

Sistemo gli occhiali sul naso, sfioro le orecchie con le dita.
''Ocèane dove sei stato? Domani c'è scuola e te ne vai in giro con quei quattro teppisti dei tuoi amici! Devi studiare, capito?» urla mamma dalla cucina. I passi fastidiosi del padrone, risuonano in tutta la casa. Appare come un vigile, rigido e duro sugli scalini.
''Cosa sta succedendo qui?'' l'ironia nella voce è tagliente.
''Io non ne posso più Jay! Questo ragazzino non ascolta!'' dice la donna, strofina i palmi sul capo.
''Jordan! Danika! Andate di sopra...'' graffia, un leopardo pronto a mordere. Inchioda nelle pozze ghiacciate di Ocèane, cerca di intimorirlo. Afferro il braccino di Danika e la trascino via, non scalpita. Conosce le regole severe di questa casa, papà ordina e noi eseguiamo. Mi nascondo, non sono un bambino ficcanaso.
''Dove sei andato? Rispondi non ripeterò due volte la stessa frase...mi conosci'' afferma severo. Il ragazzino tace, volta il viso. M'osserva...eppure non dice nulla. Potrebbe incriminarmi, ma non lo fa.
''A fare soldi...quelli che non abbiamo!'' esclama. Affanni e ululati, la carne vibra sulla guancia di mio fratello. Lo schiaffo così forte da far sanguinare lo zigomo, l'anello sul mignolo sfiora l'occhio. Secondi, minuti e ore. Non riesco a capire quanto tempo passa, non comprendo il motivo del gesto.
''Sei affamato, brami qualcosa che non t'appartiene e che non t'apparterrà mai'' gli volta le spalle, silenzioso e fuggente.

Tyron poggia la mano sul ginocchio, torturo le nocche contro la sedia.
«Si odiavano...» proclama Leòn.
«Chi?» oso chiedere, distratto.
«Tuo padre e Felipe» risponde.
«Perché allora erano soci?»
«Jamie voleva fare ciò che tu hai in testa da tempo: la rivoluzione»
L'intento non è la guerra, vorrei solo pace e libertà per il popolo. Senza nessun potere decisionale, TysonVille priva di aree conflittuali e pregiudizi. Un posto migliore per i bambini, così che lo stato, possa aiutare economicamente tutte le famiglie in difficoltà. Tutte le azioni e gli atti compiuti sono stati svolti per una vita in cui si vive, non sopravvive. Senza preoccupazioni, ansie e paure. Solo beatitudine e felicità.
Sfrego il palmo sulla testa, taccio. Gli occhi azzurri incontrano i miei, velati da un amara malinconia.
«Lui conosce quella ragazzina, Salvatore devi stare molto attento...» enuncia.
Il sangue gela, sconcertato e turbato.
Non avrei dovuto unire il lavoro con gli affetti personali. Lui userà lei per arrivare a me, assicurato.
Possibili flashward vengono rappresentati: Altea stesa sul terreno, le mani legate e la testa sanguinante. Inorridisco, la scena è raccapricciante.
«Altea è circondata da persone, non le possono fare del male» chiarisce Adriel. Mi rassereno, placo l'anima inquieta.Chiederò ad Ezra di tenere d'occhio la casa, non assiduamente. Mi fido di quel moccioso, infondo è l'unico giovane che non ha trasgredito le regole. Scatto in piedi, la riunione è terminata. Non ho intenzione di discutere con Leòn di questioni che non gli riguardano, i problemi del clan restano al Confine. Non trapelano oltre, per volere mio e dei miei fratelli.Cammino verso il veicolo, stringo forte la mano al padrone di casa. Uno sguardo d'intesa, non tradire e ti sarà dato. Perché meglio avermi come amico che come nemico, no? Travis fa lo stesso, ghigna in malafede.

Saluto il maggiordomo e siedo al posto del passeggero, il conducente scuote il capo più volte. Il biondo nei sedili posteriori, sorride gioioso. Non comprendo le gesta, continuo ad osservare il cielo. Devo mollare la presa, pianificare una protezione ideale. Lo schiocco di dita risuona nell'abitacolo, abbranco la mano e mordo le ossa metacarpali. Strilla divertito, brutto figlio di puttana. Mi prendi in giro?
«Jay! Scusa, amico! Scusa! Scusa!» guaisce, scaravento via la testa. Smetto di tirare i ciuffi biondi.
Mai attaccare alle spalle.
«Che cazzo? L'hai morsicato, sul serio?» difende, Tyron.
«Altea è consapevole di questa tua mania? Azzanni anche a letto?» sporge il labbro inferiore e scuote l'arto.
«Oh, faccio di peggio Trav...» mi stringo nelle spalle e ridacchio.
Brucio e logoro.

#spazioautrice
Ci siamo, mancano pochi capitoli alla conclusione. Non sono pronta, ma qualcosa mi dice che dopo questo ci saranno tante altre vite da raccontare, storie da scoprire e comprendere.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Per ulteriori informazioni su Instagram sono: _fatimaonwattpad_
Un bacio.🦊🦋

The Boxer's Clan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora