"Chi vi ha chiesto di attaccare la riserva Upir?" chiese con una voce che erano mille voci.
Quando Mala la fissò, Emma le sembrò un essere antico e potente, non la ragazza dolce e pacata che aveva conosciuto e capì che davanti a lei, con lei, stava anche il Giardino.
Era sempre Emma, certo, eppure sprigionava un'aura potente e terribile. Le mille voci sembravano dolci, eppure Mala poteva percepire quanto dolore fossero in grado di portare. I suoi occhi erano profondi e per un attimo Mala ebbe l'impressione che, se avesse continuato a guardare, ci si sarebbe potuta perdere per sempre. Un brivido le attraversò la spina dorsale. Si rivolse all'ombra.
"Chi ti ha chiesto di farlo? Parla, la mia signora ti ha fatto una domanda" disse, cercando di trasmettergli quello stesso senso di urgenza che anche lei stava provando. Aveva la sensazione che l'unico modo per salvare quelle ombre, fosse costringerle a parlare.
L'ombra sospirò, ma annuì. "Il Negromante ci ha detto che i suoi padroni avrebbero potuto renderci più potenti, avrebbero fatto in modo da renderci completamente indipendenti. Che non avremmo più avuto bisogno degli Upir, che saremmo stati il nostro stesso nutrimento."
Mala lo fissò confusa. "Quello che hai detto non ha senso. Voi vi nutrite di emozioni, di energia mentale, proprio come gli Upir. Certo, in maniera diversa..." disse poi indulgente.
"Noi possiamo nutrirci di energia di qualsiasi tipo, ci saziamo con l'essenza di un fiore. Gli Upir hanno bisogno di emozioni forti, possibilmente negative e, se è vero che ora studiamo per produrre quel tipo di emozione, è comunque stancante. Le ombre che fanno questo lavoro invecchiano prima, hanno difficoltà ad avere figli, si consumano più velocemente..." alla fine del discorso la voce si spezzò. Inspirò guardandola affranto "mia sorella lavora per gli Upir, ha perso tre figli e alla fine si è consumata nella disperazione. Ha finto di produrre quell'emozione per gli Upir, facendo sì che si nutrissero veramente di lei. Alla fine, si è spenta davanti a noi, svanendo in uno sbuffo di polvere nera!" urlò alla fine, crollando a terra e iniziando a singhiozzare.
Mala lo fissò a bocca aperta, incredula. Emma si inginocchiò davanti a lui. Gli sollevò delicatamente il volto. "Perché noi non sapevamo niente di tutto questo?" chiesero le mille voci.
"Il nostro anziano ha provato a parlare con il Maestro, ma non lo hanno fatto entrare alla Pagoda."
Emma si accigliò. "Dimmi con chi ha parlato il vostro anziano" disse perentoria, ma il ragazzo scosse la testa mesto.
"Non lo so, mia signora, dico davvero."
Emma annuì, alzandosi e fissando tutti severa. "Anzitutto, sappiate che il Negromante vi ha mentito. Diventerete il vostro stesso nutrimento sì, poiché i suoi padroni vi spingeranno a divorarvi l'un l'altro, per poi nutrirsi a loro volta di ciò che rimarrà" le ombre trattennero il fiato "è questo che fanno i loro padroni, gli Antichi. Essi hanno solo fame e divorano tutto ciò che possono e godono nel vedere le altre forme di vita distruggersi fra loro."
Emma si girò verso Mala.
"Ascoltami bene, io devo andare alla Pagoda, è importante che scopra con chi abbia tentato di parlare l'anziano. Credo che possa essere lo stesso Consigliere che ha falsificato le destinazioni di Savras e Dorvak e che poi Roman ha ucciso. Evidentemente Rasputin ha lavorato a lungo e nell'ombra fino ad insediarsi nei vari settori nel Consiglio dell'Ordine. I fondatori, la Discendenza e l'Ordine stesso sono lontani e Rasputin ne ha approfittato per infiltrarsi nell'organo che hanno creato per non lasciare del tutto scoperti i piani. Ma qui non avete la stessa protezione che avevate all'Ordine ed è anche colpa nostra, se non ci siamo resi conto di quanto grave fosse il problema. Credevamo che quello che stiamo combattendo..." Emma scosse la testa "non posso aggiungere altro. Devo verificare come stanno le cose, Mala. Occupati di queste ombre per me e poi torna da Martin e Agnot." Non c'era più traccia del Giardino, Emma era tornata ad essere un singolo.
Mala la fissò sgomenta. "Occupati...? Cosa dovrei fare esattamente? Io non sono ancora una Esecutrice e non posso..."
Emma la interruppe. "Non ti sto chiedendo di agire come Esecutrice. Opera un nocto costrittivo, poi riducilo fino a che non sarà trasportabile. Al resto penserà mia madre. Non devi uccidere nessuno, Mala, ma queste ombre devono essere portate davanti al consiglio della Pagoda ed inoltre, ho bisogno che ripetano cosa hanno detto davanti agli altri Maestri."
Mala tentennò, poi annuì. Emma sorrise e scomparve in un turbinio di farfalle argentate.
"Wow" mormorò Mala. Raisa sbuffò una risata.
"La teatralità l'ha presa da me. E poi dice di suo fratello!" Mala ridacchiò "sarai bravissima" la rassicurò Raisa, rivolgendosi quindi alle ombre.
"Ascoltate! Non vi faremo del male. Avete agito male, ma spinte dalla paura e dalla frustrazione. Siete state ingannate e ora avrete la possibilità di raccontare tutto al consiglio" le ombre si fissarono un po' preoccupate, ma annuirono comunque "ora la Guardiana opererà un nocto costrittivo. Vi sentirete strani, ma non dovete preoccuparvi, sarà una sensazione passeggera, quindi non spaventatevi, d'accordo?" ancora le ombre annuirono, alchè Raisa si girò verso Mala annuendo soddisfatta.
La ragazza alzò le mani in direzione delle ombre, non aveva mai operato un nocto costrittivo su così tante essenze. Inspirò a fondo, incanalando l'Equilibrio dentro di sé. Lo sentì fluire attraverso tutto il suo corpo, scorrere sulla pelle e radunarsi sulla punta delle dita. Venne pervasa da una sensazione di luce e calore, aprì gli occhi, adesso completamente bianchi.
"Nocto costringo..." mormorò mentre la luce iniziava a pulsare sulle punte delle sue dita. Inspirò a fondo, cercando con la mente di comprendere tutte le essenze presenti sul piano "Relego emas mi...Tenebris in nocto..." man mano che procedeva, l'energia andava a formare una gigantesca bolla intorno alle ombre. Mala era estremamente concentrata.
"Nocto costringo, relega emas mi Tenebris in nocto!" disse ora più sicura, la luce che si sprigionava non più solo dalle mani, ma dall'intero corpo. In breve tempo, la bolla contenitiva iniziò a ridursi, le ombre che si fissavano inizialmente atterrite. Raisa le rassicurò con lo sguardo.
La bolla iniziò a ridursi sempre più e così le ombre al suo interno. Quando finì, la sfera che Raisa teneva fra le mani era non più grande di una mela. Sorrise a Mala compiaciuta.
"Molto bene Guardiana, ottimo lavoro, sei riuscita ad effettuare il nocto senza uccidere nessuno. È più di quanto si possa dire degli altri Guardiani."
Mala spalancò la bocca, allibita. "Vuoi dire che non si può fare?"
"No, voglio dire che tu ci sei riuscita e gli altri no. Beh, certo, questa era la prima volta che veniva fatto su essenze viventi, ma" alzò le spalle divertita, mentre Mala sbiancava.
"Ma.. cosa... siete impazzite?" tuonò improvvisamente. Poi si tappò la bocca, rendendosi conto di chi avesse davanti. Raisa la fissò prima di scoppiare a ridere.
"Sai che sei proprio tosta? Mi piaci, Mala Erdély, mi piaci proprio" le tirò una pacca sulla spalla, poi sorrise indulgente. "Mala, se mi fossi resa conto che il nocto non stava andando a buon fine, ti avrei interrotto, chiaro? Non avrei mai rischiato la vita di queste ombre per insegnarti a fare un incanto."
Mala avvampò, rendendosi conto della veridicità di quelle parole. "Ma certo. Scusa, sono stata una stupida."
Raisa scosse la testa. "No, ti importa. Questo è giusto e bello. Molti Guardiani svolgono il loro compito con aridità, senza provare empatia nei confronti di chi proteggono. Tu lo fai con il cuore e questo è molto importante, Mala. Tutti possono imparare a fare incanti. Ad amare ed essere compassionevoli, non ci può insegnare nessuno."
Mala sorrise annuendo, Raisa la prese per mano e, in un attimo, non furono più lì.
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Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)
ParanormalSono i discendenti di coloro che hanno distrutto il Milleocchi, salvando i piani e proteggendo la Legge e l'Equilibrio. L'Ordine è stato confinato in un tempo non- tempo, in un luogo di cui nessuno più conosce la via e l'Equilibrio ha deciso di la...