Il Principe Erdèly

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Comparimmo in quella che era la vecchia camera in cui dormivano mamma e papà prima che nascesse Carl. La riconobbi perché solitamente dormivo qui quando venivamo al Castello dal nonno. Carl ci aveva portati qui di proposito, in questo modo avremmo potuto decidere cosa dire e come giustificarci, prima di presentarci davanti a lui.

Il Principe Erdèly non avrebbe dato nessuna importanza al fatto che si trattasse di suo nipote, non quando un Libro Proibito era stato trafugato, portato all'esterno del Castello. Non quando quel libro era attivo, non quando il libro era stato usato.

Usato per compiere un atto altrettanto proibito, macchiandosi di un crimine imperdonabile.

"Ragazzi", bisbigliai "non ci vorrà molto prima che nonno si accorga che siamo qui", dissi guardando Roman e Carl. Cameron sbuffò sarcastico.

"Se già non lo sa", disse secco.

"Se già non lo sa", annuii concordando "ascoltate voi due", dissi rivolgendomi a Spiro e Martin "non permetterò a nessuno di attaccarvi, sebbene mio nonno stesso non consentirebbe una tale violazione del trattato nel suo Castello", Martin serrò la mascella.

"Ma tu, Martin, mi devi promettere di non fare idiozie", lo indicai sicura. Il Licantropo mi fissò ostile.

"Perché io?".

"Perché sei una testa calda, ecco perché. Sei irascibile e sanguigno e fatichi a mantenere il controllo", dissi seria.

"Solo con te", ringhiò lui "le altre volte è solo finzione, Guardiana", disse secco.

Spiro nascose una risatina, ottenendo uno scappellotto da Gabriel, che lo guardò di traverso. Cameron alzò gli occhi al cielo e Carl strinse con forza il braccio di Roman, che stava per dire qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito. Quest'ultimo guardò nostro fratello, uno sguardo rabbioso, ma Carl non fece una piega.

"Non ti salverò una seconda volta", si limitò a dirgli eloquente. Poteva tentare di salvarlo dalla cazzata che aveva fatto e a cui stava cercando goffamente di rimediare, ma era chiaro ciò che Carl aveva voluto dirgli: stai fuori dalla vita di Mala.

Sospirai.

"Roman, qualsiasi cosa tu stia pensando, tienila per te", dissi severa, facendolo trasalire "non è questo il momento per esasperare gli animi".

Lui deglutì, abbassando lo sguardo ed annuendo docile. Martin alzò un sopracciglio incredulo e lei sorrise sorniona, indicandolo fintamente minacciosa. Lui sbuffò una risata sarcastica.

"Ad ogni modo, cosa abbiamo intenzione di fare?", chiesi poi passandomi nervosa le mani nei capelli.

"Roman potrebbe costituirsi e noi potremmo testimoniare che, distrutto dal senso di colpa per il dolore inflitto alla sorella, ed in cerca di redenzione, abbia rubato il libro credendo di poter ripristinare il legame. In questo modo avrebbe rimesso le cose a posto, ristabilito l'Equilibrio e riabilitato il suo nome", propose inaspettatamente proprio Martin.

Lo guardai a bocca aperta.

"Cosa? Penso sempre che tuo fratello sia un imbecille privo di criterio, ma non per questo merita la morte".

"Come ti permetti?", sbottò allora Roman velenoso. Martin lo fissò con disgusto.

"Come ti permetti tu. Dovresti vergognarti e ringraziare l'Equilibrio di portare ancora il nome di Guardiano".

Rimasi sconvolta dalla freddezza della sua voce. Martin aveva detto che a lui piaceva mio fratello...cosa poteva essere successo? Ah, dimenticavo...voleva rinchiudere lui e Spiro, tanto per essere sicuri che non seguissero le orme del padre.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora