A conti fatti

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Dopo due ore di tentativi, Martin iniziava ad essere un po' anemico. Agnot sghignazzava, Mala era evidentemente affaticata e Conrad, mosso a compassione, si mise di mezzo fermando tutto. Prese Mala per la mano e la fece sedere, sotto lo sguardo seccato di Martin. Poi si avvicinò a lui e, senza nemmeno chiedere, gli mise una mano all'altezza del cuore. Una lieve luce si sprigionò dal suo palmo e Martin si sentì un po' rinvigorire.

"Ora devi mangiare" disse sorridente "ti ho reso un po' di energie, ma non sostituiranno il cibo, né ti restituiranno tutto il sangue che mio cognato si è divertito a toglierti."

Martin guardò Agnot assottigliando gli occhi in due fessure ostili, ma quello alzò le spalle sorridendo innocente.

"Stavamo sperimentando. Meglio che perdi un po' di sangue ora, piuttosto che la vita dopo."

"Eh, già. Che animo altruista" disse Conrad ridacchiando.

Gabriel e Spiro si offrirono di andare a prendere qualcosa da mangiare per tutti e si allontanarono nel silenzio generale.

"Mala, tesoro, tutto bene?" chiese il Principe preoccupato dal silenzio della nipote.

"Stiamo sbagliando qualcosa" mormorò sovrappensiero.

"Cosa?" chiese Agnot.

"Sì, stiamo sbagliando qualcosa" affermò più sicura, guardando il demone "se il golem continua a... beh, ad esplodere, è perché stiamo sbagliando la base. Su quale sangue stiamo agendo?".

"In che senso?" chiese Agnot curioso.

"Allora, noi sappiamo che Martin ha sangue stregato. Sappiamo che a stregarlo è stato Kort e perché. Ma il suo sangue stregato è anche un sangue lunare, perché è un licantropo. Su quale stiamo agendo?".

Agnot rifletté attentamente sulle parole della Guardiana. Poi si girò verso Conrad.

"Rad, è possibile individuare il sangue esatto su cui agire?".

L'altro sospirò.

"Dipende dall'incanto. Non è possibile separare una natura dall'altra" disse guardando Martin "è sempre lui. Il suo sangue è stregato e lunare, non l'uno o l'altro."

"Sì, ma è come per Raisa, no? Il suo sangue è misto. Vali ugualmente, il suo sangue non è puro" insisté il demone.

"Sì, perché derivano da due nature separate. Mentre quello di Martin no. Lui non viene da un licantropo e qualcos'altro. Lui è un licantropo a cui hanno stregato il sangue. La sua natura è unica."

Agnot annuì pensieroso. "Vado a controllare una cosa" disse sparendo nel nulla.

"Fa sempre così" sospirò Conrad seccato "ragazzi, mentre il demone controlla qualcosa, noi mangiamo e riposiamo. O meglio, voi. Mala devi essere in forze per operare qualsiasi incanto e tu, Martin, devi essere in forze per continuare a donare il tuo sangue ad il golem... per quanto inutilmente, almeno per ora."

Entrambi i ragazzi sorrisero tirati. Il Principe annuì e invitò entrambi a riposarsi.

"Uhm... dove?" chiese Martin, non avendo una camera. Tutti lo guardarono eloquenti e lui arrossì.

"Ah..." mormorò paonazzo. Mala scosse la testa intenerita, lo prese per mano e sorrise.

"Tranquillo lupo, per fare bambini bisogna essere svegli e noi crolleremo appena toccato il letto." Martin la fissò scandalizzato.

"Ma santo cielo! Non hai proprio vergogna? C'è tuo nonno qui, perdio! E la tua Ascendenza o quello che è!" sbottò ormai viola. Lei alzò le spalle e lo scortò fuori, mentre gli adulti trattenevano una risata. Quando si furono allontanati, Brion guardò Conrad.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora