Rientro al castello

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"Non preoccuparti, sta bene, altrimenti di là sarebbero tutti morti e Agnot sarebbe giunto a te gloriosamente ricoperto dal loro sangue" disse come se stesse parlando del tempo. Lei la fissò a bocca aperta, un po' sconvolta "tranquilla bambina, ci farai l'abitudine" detto questo la trascinò con sé fischiettando un motivetto stonato.

Quando arrivarono nell'altra stanza, un Martin completamente esausto era seduto per terra, ansimante, mentre Darius lo controllava attentamente, esaminando i vari marchi demoniaci e cercando di capire come stesse reagendo il suo sangue stregato. Lui alzò a malapena lo sguardo, facendo un sorriso stanco a Mala, che lo fissava un po' spiazzata.

Martin aggrottò le sopracciglia, spostando lo sguardo su Raisa, che lo fissava anche lei un po' stranita. Guardò Darius, che sorrise imbarazzato.

"D'accordo, non siete così sottili come credete. Cosa c'è che non va?"

"Ecco" iniziò Mala incerta "niente di grave, eh? Solo che, come dire...la tua pelle..."

Martin si accigliò. "La mia pelle cosa?" sbottò spazientito. Poi si guardò le mani, restando pietrificato. La stanza calò in un silenzio surreale. Mala si avvicinò, accosciandosi davanti al licantropo, che continuava a guardarsi incredulo addosso.

"Martin, non è poi coì male, voglio dire..."

"La mia pelle è diventata completamente nera! Sembra fatta di pietra! Ma che cazzo..." continuò a guardarsi le braccia e le mani.

"È momentaneo" si schiarì la voce Darius "è la reazione del tuo sangue stregato a quello di Mala. Lei è comunque la Discendenza, non ha solo il sangue degli Antichi. Va bene, non dovrebbe rimanere così."

"Non dovrebbe? Cosa vuol dire non dovrebbe?" chiese allarmato. Darius sembrò innervosirsi.

"Gli effetti collaterali degli incanti demoniaci sono quasi sempre provvisori. Certo, il sangue di Mala è... particolare. A prevalere è sicuramente quello della Discendenza, ma..."

Martin lo fissava a bocca aperta. Mala lo guardò mortificata. "Mi spiace, Martin..."

Lui si accigliò. "Cosa c'entri tu? Non ti devi dispiacere!"

"Quella è l'evoluzione di Brion" disse Mala, Raisa che annuiva "credo sia reversibile, ma in caso, abbiamo l'antidoto! Lo stesso che hanno somministrato a Brion" lo rassicurò sorridente "anche se così tenebroso non mi dispiaci."

Lui la guardò con gli occhi a mezz'asta, ma poi sorrise. "La verità è che sei pazza di me, Erdély" ghignò guadagnandosi un pugno da Mala, che arrossì suo malgrado.

"Già, siamo tutti pazzi di qualcuno" batté divertita le mani Raisa "ma adesso la sola follia che mi interessa è quella che sta infestando questo piano e, se ho intuito bene, anche tutti gli altri. Follia che risiede negli Antichi e, in questo momento, in Roman e Rasputin."

Tutti annuirono convinti, poi Mala si rivolse a Martin. "La nostra ipotesi sarebbe che in realtà Roman fosse già preda di Rasputin quando ha convinto Lucas a ripudiare il morso" disse severa "ci ho pensato attentamente. Roman, quello vero, avrebbe saputo che mi sarei allontanata da lui e che Lucas lo avrebbe denunciato. Al limite sarebbe intervenuto prima, non certo a cose fatte."

Darius la fissò pensieroso. "Stiamo parlando di quanti secoli fa?" chiese interessato.

"Ai tempi in cui, guarda caso, l'Ordine è stato chiamato a sé dalla Pagoda e quindi noi abbiamo perso ogni contatto con loro."

"Quindi era una trappola" asserì Raisa.

"Esattamente, un piano dentro al piano" annuì Mala "è una coincidenza assurda che proprio quando Roman fa una cosa così fuori di testa, succede qualcosa che costringe l'Ordine a rendersi irraggiungibile."

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora