Angelo di Ossidiana

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Sentirono qualcosa cadere e, girandosi, videro Mala pallida come un cencio, sorretta da Martin, la tazza di caffè era caduta a terra, frantumandosi e schizzando la bevanda scura sulle sue vesti chiare.

"Cosa vuol dire che lo divorerà?" esordì Mala ancora pallida, adesso seduta accanto a Brion, mentre Martin restava in piedi alle sue spalle "e tu chi sei? Sei un demone, ma non sei come... come me" si accigliò guardando Agnot di sfuggita.

Darius la guardò dispiaciuto. "Il mio nome è Darius e no, non sono come te. La mia essenza demoniaca non è creata dalla magia. Io sono uno dei servi di Jareth, un demone di settimo livello. Sono un medico demoniaco."

Lei lo fissò confusa, poi fissò Agnot, che sospirò e si fece avanti. Mise una mano sulla spalla di Darius, che si irrigidì, trattenendo il respiro.

"Mio fratello Jahret, il Demone Sovrano, non creava – o crea, per quanto ne sappia – demoni erranti o di basso livello, come faceva mio fratello Sauro. Né divertenti forme di vita casuali come quelle che facevo io." Mala lo guardò con occhi a mezz'asta.

"I demoni creati da mio fratello Jahret hanno un loro libero arbitrio. Sebbene siano legati indelebilmente a lui, non sono obbligati a seguirlo, non hanno compiti precisi, né obblighi di sorta. Sono liberi di vivere ed apprendere. L'importante è che rispondano quando vengono contattati."

"Ma..." lo guardò ancora un po' confusa, Darius tossicchiò, attirando la sua attenzione.

"Se mi consente, signore" guardò Agnot, che annuì sospirando "vede, Guardiana, il mio padrone crede che siano più utili servi che siano in grado di valutare le situazioni, che possano apprendere diverse nozioni, di diverse nature. In sostanza preferisce avere pochi generali, piuttosto che tanti soldatini."

Agnot fece un sorrisetto cattivo. "Hai dimenticato di dire che li preferisce modesti, Darius."

Il demone lo guardò sorridendo teso, ma lui si allontanò, facendolo rilassare notevolmente.

"Comunque, io sono sempre stato affascinato dall'anatomia, dal funzionamento interiore di ogni natura. Mi appassionava, così sono diventato un medico."

"Con grande gioia delle sue cavie" sbuffò divertito Agnot, facendolo arrossire. Darius ridacchiò a sua volta, anche se ancora un po' nervoso.

"Beh, non erano felicissime, è vero. D'altra parte, come avrei potuto imparare altrimenti?" disse concentrato "l'ho fatto per i miei pazienti a venire" annuì convinto. Mala lo guardò poco convinta, ma sospirò.

"Cosa dicevi prima riguardo a mio fratello?".

Si guardò un attimo attorno, gli adulti annuirono e lui inspirò a fondo.

"Guardiana, siediti qui davanti a me, per favore" la invitò Darius.

Lei strinse la mano a Martin, ma si sedette davanti al demone.

"Dunque, ti è già stato spiegato a grandi linee la provenienza del vostro sangue velenoso, giusto?" Mala annuì "ora... questo male ha una sua propria forma. Una forma fisica che non rispecchia la vostra. Non ne rispecchia nessuna, in realtà. Potremmo dire che la loro forma fisica... rispecchi quella interiore."

Si vedeva che Darius cercava di essere delicato, ma Mala stava scalpitando. "Spiegati, Darius, non capisco."

L'altro sospirò.

"Gli Antichi sono informi, o meglio, hanno forme mostruose. Ognuno è diverso dall'altro, alcuni hanno molti occhi, altri solo denti... alcuni hanno tentacoli, altri" una mano di Agnot lo interruppe.

"Mala, ciò che sta cercando di dire Darius è che sono incubi. Gli antichi sono fisicamente deformi, orribili come ciò che hanno dentro. Va avanti, Darius" disse impedendo ogni replica. Il demone deglutì.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora