Scontro finale

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"I draghi hanno le braccia? Non dovrebbero. Decisamente mi avete drogato" affermò Martin, fissando Guerra sferrare un fendente all'ala del drago ed ignorando deliberatamente l'ultima affermazione di Conrad.

"Conrad, credo che Martin sia sotto shock ed inoltre, cosa vuol dire che vorresti vedere come va a finire? Sei il Maestro del Giardino e Rasputin ha evocato una creatura mistica estinta. Devi intervenire" lo redarguì Agnot.

"Anzitutto, Martin starà bene. Secondo di poi, se Mala ce la fa, non sono costretto ad intervenire."

"Non può conoscere incanti o sortilegi contro i draghi!" esclamò Agnot esasperato.

"Ti sbagli, può attingere a tutto il suo sangue, il che comprende le conoscenze di Lyca, quindi..."

Agnot sbuffò. "Quindi fai come ti pare, ma se vedo che è in difficoltà, sarò io ad intervenire, chiaro?"

"Prego, non trattenerti" lo prese in giro Conrad.

"Smettetela!" esclamò Martin "Mala è ferita!"

I due si girarono a guardare la ragazza. Aveva un taglio lungo il braccio, da cui colava del sangue. Lo stesso sfregio si trovava sul braccio di Guerra. Agnot trasalì.

"Sta guidando lei la parola? Si è fusa con la sua volontà? Conrad!"

Conrad si accigliò. "No, questo non va bene."

"Perché?" chiese Martin allarmato.

"Perché è molto pericoloso. Una Parola non è soltanto... come te lo spiego?" disse Conrad passandosi nervoso la mano fra i capelli "è un'essenza estremamente potente, nasce da Lui e sebbene tutti pensino che siano solo spiriti o ispirazioni o emanazioni, non è così. Le Parole contengono la Sua volontà, sono estremamente potenti, se non sai gestirne l'energia, ne potresti restare avvolto."

"Cosa intendi per avvolto?" mormorò Martin.

"Perdersi nella Parola, nella sua essenza. Devo separarli, ma..." Conrad guardò Agnot come se volesse dirgli qualcosa.

Il demone sospirò. "Ho capito. Ci penso io" disse avviandosi verso Mala e Rasputin.

Entrambi troppo presi dallo scontro, non si resero conto di Agnot se non quando ormai era vicino a Mala. Quando le posò la mano sulla spalla, lei si girò di scatto ringhiando e lo stesso fece Guerra. Quell'attimo di distrazione servì al drago per attaccare, che riuscì ad artigliare il petto di Guerra nello stesso momento in cui Agnot separava Mala dalla sua essenza. La Guardiana sentì come se la sua anima fosse trasportata lontana dal corpo e, in un certo senso, fu così, poiché Agnot stava trasportando la parte che si era legata alla Parola, per ricongiungerla a quella della Guardiana.

Rasputin ruggì di rabbia, gli occhi neri e liquidi, ora in contatto costante con i suoi padroni, che riconoscendo Agnot, trasferirono parte della loro forza al Negromante. Il Demone maggiore lo fissò beffardo. "Stai veramente pensando di sfidare me, scarto di Negromante? Anche con tutto il potere dei tuoi padroni, non sei che polvere ai miei occhi. Io esisto da prima di loro. Fatevi avanti, errori della creazione" ringhiò basso Agnot.

Rasputin lo fissò attentamente, prima di irrigidirsi. I suoi occhi si fecero vuoti e spalancò la bocca in un grido silenzioso.

"Eccovi" sorrise Agnot.

"Il Serafino senza ali!" dissero mille voci "Sei sporco quanto noi!"

Agnot rise divertito. "Vi piacerebbe. Ma io non mi abbasso a certi livelli. Voi siete profondamente sbagliati, marci dentro. Avvelenate tutto ciò che toccate, portate solo distruzione e morte."

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora