Un'amara verità

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"Mala" mormorò Kinlan.

"No. Non è vero...NO!" disse lei, iniziando a piangere e sparendo in un pers loco.

"Cosa cazzo...", iniziò Kinlan, fulminato dal nonno "scusa nonno, non volevo essere volgare" disse mortificato.

Il Principe Erdély sbuffò, ma fece un gesto al nipote, invitandolo a dire ciò che voleva.

"Perché glielo avete detto così? Stavo già preparando il terreno, avevo parlato con Martin", disse indicando il licantropo "e Lucas e Reika già la avevano fatta avvicinare alla verità!".

"Kin, se la casa è stata distrutta da un Negromante Oscuro, vuol dire che non abbiamo più tempo", disse conciliante Camille. Lui però scosse la testa.

"In questo modo, però, avete spinto Mala a scappare! Sapevate che non lo avrebbe accettato!", li accusò nuovamente. Martin si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla.

"Hai idea di dove possa essere?", chiese pacato a Kinlan, ma quello scosse la testa.

"Quando stava così, Mala andava all'Ordine. Ha ereditato la stanza che era di zia Lyca e loro due la avevano incantata, di modo che nessuno potesse entrare, in alcun modo, nemmeno con un incanto nascosto. Credo avessero usato il sangue di Sorath".

Martin annuì.

"Ma ora l'Ordine è irraggiungibile", disse.

"L'Ordine è irraggiungibile", confermò il Principe Erdély, senza sapere che così non fosse. Non per Mala, quantomeno.

§

Mi trovai al centro di quella che era stata la mia casa, guardandomi intorno incredula. Xander aveva detto la verità. Non c'erano altro che macerie. Sembrava che un tornado la avesse spazzata via, ma che tutto fosse successo all'interno delle mura.

Ironicamente, in qualche modo l'incanto di mamma e Mark aveva funzionato. Il sortilegio che aveva distrutto la sua casa, era stato contenuto all'interno delle mura. Che assurdità.

Guardai intorno, cercando qualcosa di preciso, sapendo che niente avrebbe potuto distruggerlo.

"Pers imago", mormorai, richiamando a me l'oggetto visualizzandone l'immagine "pers imago emàs mi", sussurrai ancora.

Da qualche parte alla mia destra, qualcosa iniziò a spostare i calcinacci. Inizialmente fu una leggera vibrazione, poi l'intera casa sembrò tremare fino a fermarsi improvvisamente. Dalle macerie emerse una piccola sfera, brillante, piena di luce e con una goccia nera al suo interno.

Una goccia del sangue di Brion.

Quando avevamo avuto il primo contatto all'università, Brion mi aveva detto che sarei potuta tornare. Sicuramente quella goccia di sangue avrebbe rafforzato e stabilizzato il canale. Dovevo parlare con mia mamma, assolutamente.

Ma come fare? L'Ordine non era su questo piano. L'Ordine non era su alcun piano, a ben vedere. Quindi dovevo richiamare a me il sangue di Brion, il legame con l'Ordine e sperare che bastasse quello.

Beh, era un incanto operato da Brion e da mamma. Avrebbe funzionato di sicuro. Dovevo però trovare un luogo abbastanza isolato e possibilmente vuoto. Sbuffai una risata amara, non avendo più una casa, dovevo trovare un'altra soluzione, ma dove potevo andare?

La risposta fu immediata. Le sale universitarie.

Sicuramente a quell'ora qualche aula sarebbe stata vuota e quindi sarei stata libera di usare un qualsiasi incanto o quel che fosse. Nessuno si sarebbe accorto di quel tipo di attività. Annuii fra me e me e sparii nell'ennesimo pers loco.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora