"No. Prima parliamone fra noi, poi voglio capire se avete ragione su Roman, in quel caso, beh...qualcosa inventeremo".
Lui annuì e, quando i ragazzi tornarono al tavolo, facemmo finta di niente, coscienti che Spiro avesse sentito tutto.
"Quindi", disse Spiro appena ebbe finito il fantomatico spezzatino.
"Quindi", dissi io con leggerezza.
Syl guardò prima me e poi i due fratelli.
"Condividete o devo andarmene?", disse schietta, senza acrimonia. I due fratelli mi guardarono ed io alzai le spalle. In definitiva, la cosa riguardava Spiro, stava a lui decidere.
Inspirò a fondo, poi la guardò.
"Quanto sei brava a mantenere un segreto?", disse schietto.
"Dipende", disse guardandolo negli occhi.
"Allora preferirei che tu te ne andassi", disse Spiro sorridendo tirato.
Syl non fece una piega.
"Quanto importante?", mi chiese ignorando i due fratelli. Martin la trucidò con lo sguardo.
"Molto", dissi seria.
Lei si girò verso Spiro.
"Non parlerò. Mai", disse seria. Spiro la fissò intensamente, Martin fece una smorfia infastidita.
"Guarda che sei proprio irritante", gli dissi seccata. Lui mi guardò gelido.
"Beh, sono così, quindi abituati", rispose antipatico. Io feci un mezzo sorriso e lui mi fissò con sospetto.
"Credo che, in qualche misura, tu mi stia mentendo, Martin Savras, ed io raramente mi sbaglio".
"Beh, questa è una di quelle rare volte", disse scortese. Sorrisi ancora.
"Lo vedremo, non credi?", sorrisi sorniona. Detto questo mi appoggiai allo schienale della sedia, assumendo una posizione rilassata. Incrociai le gambe, allungandole pigramente sotto il tavolo ed infilai le mani dentro le tasche della felpa. I due fratelli mi fissarono curiosi.
"Che stai facendo, scusa?", chiese confuso Spiro.
"Mi rilasso, mentre aspetto il caffè".
Si accigliarono.
"Caffè?".
"Tre. Due. Uno", dissi.
Davanti a noi apparve mio cugino, il caffè in mano.
"Ehi tesoro", disse sorridendomi. Poi guardò gelido i due fratelli e schioccò un bacio rumoroso sulla guancia di Syl.
"Grazie, Xan, non so come farei senza di te".
"Male. Faresti male", sorrise, poggiando la testa sulla mano e fissando i due fratelli.
"Allora, come vi trovate con la vostra Guardiana?".
I due lo fissarono come avesse due teste.
"Tu lo sai che odiamo i vampiri, vero?", chiese Spiro perplesso. Lui annuì, sempre sorridente.
"Quasi tutti, sì, lo so".
Ci fu un momento di gelo. Lui guardò me.
Ma davvero pensano che Gabriel non ne abbia parlato con me?
Non ne aveva parlato con me, perché doveva parlarne con te? – risposi stizzita
Perché io non sono un Guardiano – sorrise sornione
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Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)
ParanormalSono i discendenti di coloro che hanno distrutto il Milleocchi, salvando i piani e proteggendo la Legge e l'Equilibrio. L'Ordine è stato confinato in un tempo non- tempo, in un luogo di cui nessuno più conosce la via e l'Equilibrio ha deciso di la...