Nuovi alleati

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Forse, dopotutto, quell'Upir non sarebbe tornato a casa così presto.

Jensen fissava interessato tutto quello che faceva Darius. Agnot aveva capito subito che quel ragazzo era diverso dagli altri. Gli Upir non dimostravano interesse particolare per qualcosa. Mangiavano per fame, certo, ma non per passione. Si sposavano principalmente per riprodursi, ma non per amore, se non in rarissimi casi, che venivano però emarginati dalla comunità.

Ma Jensen aveva una luce in fondo agli occhi e Agnot la aveva riconosciuta. Durante la sua esistenza infinita, l'aveva vista in molte persone, ma mai in un Upir. Cercò di scavare dentro la natura del giovane, ma non trovò niente di anomalo. Era un Upir a tutti gli effetti, nessun incrocio. Allora cercò nella sua mente.

Vide un bambino, in una riserva. Un piccolo Jensen di circa quattro anni. Stava giocando con un ombra. Non cercando di mangiarla o di nutrirsi delle sue emozioni. Ci stava giocando come giocano due bambini della stessa età. Vide un Upir avvicinarsi a grandi falcate, il viso distorto dalla rabbia.

"Cosa pensi di fare?" urlò al bambino, mentre con un calcio colpiva il cucciolo d'ombra, allontanandolo dal piccolo Jensen.

"S-stavamo giocando..." tentò il piccolo, rimediando uno schiaffo che gli spaccò il labbro inferiore.

"Ti ho detto che sono cibo! Non devi affezionarti, non devi farci amicizia! Li devi solo usare!".

"Ma...padre... lui è m-" altro schiaffo.

Improvvisamente, si alzarono molte grida, vide uomini correre a destra e manca, finché non capì cosa fosse successo. Una ragazza dai ricci capelli neri, gli occhi viola e una stupenda armatura dello stesso colore degli occhi, stava spalle a spalle con un gigante biondo dalla meravigliosa armatura bianca. Raisa aveva il volto coperto di tagli e sangue, ma i suoi occhi brillavano, i suoi canini erano snudati ed era bellissima e terribile agli occhi di Jensen.

Suo padre lo lasciò andare bruscamente, correndo verso una costruzione poco lontana. Raisa si mosse verso di loro e lui si mise davanti all'ombra, come a difenderla. Raisa si immobilizzò, guardandolo e infine sorridendo dolcemente.

"Pensi di potermi battere, piccolo Upir? Cosa fai, difendi il tuo pasto?".

Jensen tremava di paura, ma guardò Raisa sincero. "L-lui è m-mio ami-amico!".

Lei si accigliò, poi guardò il labbro del bambino, si accosciò davanti a lui. Jensen serrò gli occhi, ma ciò che avvertì fu solo una dolce carezza. Aprì gli occhi, trovando il volto sorridente di Raisa.

"Bravo bambino. Hai detto la cosa giusta, resta come sei, capito? Ascolta il tuo cuore e non la tua mente e forse, un giorno, le cose anche per voi Upir andranno meglio."

Fu un attimo, poi la ragazza sparì alla sua vista. Vide una donna correre verso di lui e, incerta, lasciare che si portasse dietro la piccola ombra. Agnot alzò gli occhi di scatto, il giovane indietreggiò, sentendo lo sguardo bruciare su di lui.

Il Demone si avvicinò, sotto l'occhio attento di Mala. Afferrò il giovane per il braccio, facendolo mugolare dal dolore.

"Dove è? L'ombra che hai portato con te!". Jensen sgranò gli occhi e tremò, ma non rispose.

"Jensen" sibilò Agnot procurandogli ferite su tutto il corpo.

"N-no. So che- che li trattate come- come animali" disse fra i denti, sibilando per il dolore.

"Senti chi parla" sbottò incredulo Martin "voi li mangiate!".

"N-NON È VERO!" urlò inaspettatamente l'Upir, per poi portarsi velocemente le mani a coprirsi la bocca. Era giovane, ma sapeva che se avesse fatto infuriare il licantropo non sarebbe stato un bene per lui. Anche se la mezza demone aveva promesso che... i suoi pensieri vennero interrotti dalla stretta del demone sui suoi capelli.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora