I fratelli Savras

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Mi avviai nello spiazzo davanti all'Università, seguita da un silenzioso Xander. Mi fermai, girandomi a guardarlo.

"Xander, ascoltami", lui scosse la testa, ma io gli presi una mano "tesoro, se vuoi stare con loro, a me va bene, lo sai. Sono io che ho litigato con Roman e Lucas, voi ancora siete amici. Piuttosto, fammi un favore. Dì a Gabriel che lo aspetto fra un po' sul retro dell'università, nel chiostro esterno. Voglio salutarlo per bene", sorrisi sincera. Adoravo Gabriel.

Si scambiavano solo tre anni, con Lucas, quindi Gabriel era più piccolo di me di due. Per lui era il primo anno di università e io ero felicissima di averlo qui. Gabriel era dolcissimo, uno di quei ragazzi che vorresti sempre avere intorno. La sua innocenza e la sua sincerità mi avevano sempre aperto il cuore.

Anche quando avevo litigato con Lucas, beh, litigio era un eufemismo, dato che avevano tremato i piani, ma...comunque, quando avevo litigato con Lucas, lui aveva preso le mie difese, urlando addirittura contro Lucas, dicendogli quanto fosse stato stupido ad ascoltare Roman e a Roman quanto fosse stato crudele a far soffrire sua sorella, volendo decidere del suo cuore.

Dopodiché Gabriel aveva tolto la parola a suo fratello Lucas ed io, per quanto lo odiassi, avevo detto a Gabriel di non litigare con Lucas per me. Ormai era andata come era andata e sapevo che lui adorava il fratello maggiore. Così lui era arrossito e mi aveva guardato timido.

"Ma tu mi vorrai bene lo stesso?", aveva sussurrato con gli occhi lucidi.

Io lo avevo guardato e avevo sorriso commossa.

"Io ti vorrò sempre bene, Gabriel, ricordatelo. Sempre. Risponderò sempre alle tue chiamate, ai tuoi messaggi e potrai venire da me quando vorrai", poi lo avevo abbracciato stretto ed eravamo rimasti così, lui aggrappato alla mia maglietta, piangendo in silenzio ed io con la testa sulla sua spalla, facendo lo stesso.

Mi diressi al chiostro. Lo avevo visitato il giorno in cui ero venuta a presentare l'iscrizione. L'edificio in sé era meraviglioso, imponente, con mura spesse ed enormi vetrate, che molto ricordavano la sede dell'Ordine, quando ancora l'Ordine era in questo piano di realtà.

Sospirai.

Avrei dato oro per ricordarmi come arrivare all'Ordine. Ma l'Equilibrio, la Discendenza e Brion, avevano deciso di isolarlo dalle realtà, almeno fino a quando non avessero finito ciò che avevano iniziato.

Sì, ma cosa avevano iniziato? Era quello il problema. Nessuno lo sapeva, né il Consiglio, né gli anziani, né noi. I loro figli e nipoti. Niente, non sapevamo niente.

Solo loro e L'Equilibrio erano a conoscenza di ciò che stava accadendo. Stavano combattendo una guerra talmente pericolosa, stavano affrontando un qualcosa di così mortale, da dover estromettere tutti noi dall'Ordine e dal piano originale?

Sospirai. Mi sentivo sola. Mi mancavano i miei genitori, mi mancava Brion e mi mancava la sede dell'Ordine. Scossi la testa per scacciare quei ricordi tristi.

"Pensi sempre un sacco, Mala", sentii dire dalla dolce voce di Gabriel. Mi girai con un sorriso splendente e gli corsi incontro, saltandogli letteralmente addosso.

"Gabriel!", dissi nel suo collo "mi sei così, così mancato, sai?".

Lui annuì e mi strinse più forte.

"Anche tu, ma non potevo venire", sussurrò colpevole. Lo sapevo.

Da quando era iniziata questa stupida faida fra le due famiglie, i Dorvak erano sotto più che stretta sorveglianza. Anche perché, non solo non erano loro ad avere iniziato la faida, ma avevano fatto di tutto per porre fine a quella assurdità.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora