Mio nonno ci stava aiutando. Aiutando elegantemente, pensai con orgoglio. In fondo non era una persona qualunque, ma il Capostipite delle Casate.
Il Principe Erdély.
"Guardiana", mi porse molto elegantemente la mano Martin. La afferrai, rimettendomi in piedi.
"Grazie Savras", dissi compita. Mi girai a guardare mio nonno, cogliendo uno sguardo divertito dietro alla sua solita espressione compassata.
Nonno – lo ammonii mentalmente. Lui non rispose, ma lo sguardo si fece più intenso.
"Bene. Ora vorrei capire esattamente cosa sia successo", si girò verso i Cercatori "voi, siete sollevati dall'incarico, a questo punto ogni sentenza è sospesa fino a che la situazione non si sarà chiarita".
I Cercatori annuirono, sparendo in un baluginio di luce scura.
"Wow", esclamò sottovoce Cameron, mentre Carl lo guardava di traverso. Mio fratello ebbe il buon gusto di arrossire, ma lo fissò indispettito.
"Seguitemi", disse nostro nonno senza cambiare espressione. La sua Guardia fece per avvicinarsi a Spiro e Martin, ma mi parai davanti a loro.
"Sono miei protetti, non avete né il permesso, né l'autorità per avvicinarvi", dissi secca. Mio nonno si girò.
"Avete sentito la Guardiana? Allontanatevi", disse tagliente. La Guardia si allontanò, mettendosi due per lato, lasciandoci passare.
"Oltretutto siamo i suoi nipoti, cretini", sentii bofonchiare a mezza voce Cameron. Rimasi impassibile, ma dentro di me ridevo come una matta. La Guardia lo sapeva bene, la metà di loro ci avevano probabilmente visti nascere, ma ciò non cambiava che il loro compito fosse quello di proteggere mio nonno.
In definitiva, grazie a Roman, noi nipoti non eravamo più ritenuti al di sopra di ogni sospetto. Ovvero, sapevano che io e Carl non avremmo mai osato trasgredire la Legge, ma Cameron, per esempio, era ancora giovane, in piena evoluzione ed i nostri ospiti, protetti dalla Legge o meno, erano gli eredi della Casata che aveva dichiarato guerra ai Vampiri.
Insomma, non eravamo la miglior compagnia del mondo. Non agli occhi della Guardia di mio nonno, quantomeno.
Non potevo certo dar loro torto.
Arrivammo alla sala centrale, mio nonno ci invitò a sederci al tavolo e la Guardia si dispose alle sue spalle. Due di loro chiusero la porta e vi si misero davanti.
Certo, perché per andarmene ho bisogno della porta – pensai esasperata, ma non feci una piega.
"Allora", si limitò a dire mio nonno, unendo le mani avanti a sé.
"Allora", rispose Carl sospirando.
"Mala?", chiese a me, sapendo che Carl fosse tremendamente combattuto. Viveva il comportamento di Roman come un fallimento personale, lo aveva sempre fatto. Sentiva di averlo perso al primo tradimento nei miei confronti, ed ancora una volta adesso, portato via dal sortilegio di Negromanti sconosciuti, senza che lui avesse potuto fare alcunché.
"Avevamo portato Roman qui, affinché si costituisse", dissi schietta "poiché volevamo che lui spiegasse le ragioni del suo gesto e soprattutto avesse modo di difendersi davanti al Consiglio".
Mio nonno annuì senza proferire parola.
"Mentre stavamo pensando a come fare, abbiamo visto che Roman iniziava a mancare di fisicità ed io e Carl", lo guardai di sottecchi "abbiamo percepito che era in atto un sortilegio".
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Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)
ParanormalSono i discendenti di coloro che hanno distrutto il Milleocchi, salvando i piani e proteggendo la Legge e l'Equilibrio. L'Ordine è stato confinato in un tempo non- tempo, in un luogo di cui nessuno più conosce la via e l'Equilibrio ha deciso di la...