Roman

300 27 10
                                    

- A presto piccola, stai attenta e ricorda: non farti ingannare, qualsiasi cosa dicano o ti mostrino, non è reale. Sono dei manipolatori.

Grazie, nonna. Me lo ricorderò.

"Avevi detto che sarebbe tornata da me!" tuonò Roman contro Rasputin, il mostro che si agitava sotto la pelle "tu avevi detto che... che se avessi fatto rescindere quello stupido morso, che se avessimo riattivato il suo sangue demoniaco, lei sarebbe venuta da me! Da me! E invece adesso è fra le braccia di quell'animale primitivo!" con un gesto incenerì un albero accanto al Negromante rinnegato. Quello non batté ciglio. Roman continuò il suo sfogo.

"Io capisco, lo capisco davvero" disse camminando avanti e indietro "il bisogno fisico, quando anche nature inferiori possono placare il tuo appetito. Perché la fame... la fame è potente" disse guardando spiritato l'uomo "ma perché tenerlo con sé? Perché non è tornata? Perché. è. con. lui!" ringhiò infine, gli occhi due abissi di follia.

"Roman, calmati. È solo un lupo, un cucciolo, il giocattolo del momento. È la vostra natura di Guardiani, che vi porta a proteggere le razze inferiori a voi. Il vostro sangue legato all'Equilibrio vi porta in quella direzione e lei non si è ancora risvegliata" disse paziente Rasputin. L'altro lo fissò cattivo.

"Esatto" ringhiò con una voce meno umana e più simile al raschiare di unghie sul muro "è questo il punto, Negromante. Lei ancora non si è risvegliata e noi abbiamo bisogno del suo sangue. Il suo, perché quello di questo non basta!". Roman si portò le mani alla testa.

"Non parlare di me come se non fossi qui!" sbraitò all'altra presenza dentro di lui.

"Zitto, cucciolo di incubo" rispose l'altro prontamente. Roman ringhiò rabbioso.

"Senza di me saresti ancora confinato dove eri!" sbraitò "invece sei qui, fuori, libero!".

"Non ancora" sibilò l'altro "non sono ancora libero."

Roman sembrò calmarsi.

"Quando mia sorella arriverà ti lascerò libero, così io potrò ricongiungermi a lei e tu... beh, tu farai quello che devi fare, qualsiasi cosa sia" disse sprezzante. L'altro non rispose e Roman pensò di aver vinto la discussione.

La realtà era che lui non sarebbe certo sopravvissuto alla liberazione dell'orrore che si annidava dentro di lui. Rasputin naturalmente non disse niente. Fece un profondo respiro.

"Credo che ci sia qualcosa che non va. Il Negromante non è tornato, ma non mi aspettavo lo facesse, sinceramente. Però sto percependo qualcosa...".

"Ti preoccupi troppo" liquidò il discorso Roman "sei paranoico. Quando Mala verrà qui, noi ci ricongiungeremo, attiveremo il suo sangue, libereremo l'entità che alberga dentro di me, liberando la nostra ascendenza una volta per tutte."

"Mala dovrà essere convinta" disse pacato Rasputin. Roman si girò con gli occhi spiritati.

"Non deve essere convinta! Lei mi ama, solo che non lo accetta, a causa della sua natura di Guardiana! MA quando saremo l'uno davanti all'altra, quando le spiegherò come stanno le cose, allora lei si ricorderà. Si ricorderà come eravamo e capirà che io sono la sola scelta giusta. Non certo un succhiasangue o un lupo."

Detto questo, si allontanò furioso in direzione del Pozzo.

Rasputin – si sentì chiamare dal suo signore – come procedono le cose? –

La tua discendenza è impulsiva, mio signore, non si sa controllare. Ascolta solo il suo desiderio per la sorella.

Ha fame, è normale, è nella nostra natura e lui è ancora un cucciolo. Quando si unirà al suo ospite tutto cambierà. Lui cambierà.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora