Lucas e Martin

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Detto questo scomparve, lasciando Lucas solo ed amareggiato, mentre ripensava alle parole del Principe.

Tu hai preso la tua strada e lei sta per prendere la sua.

Arrivammo in caffetteria in pochi minuti, trovando effettivamente Cameron con i ragazzi. In realtà, lui e Gabriel erano ad un tavolo a parlare, mentre Roman e Lucas discutevano animatamente in fondo alla sala.

Aggrottai le sopracciglia, riconoscendo nei gesti di Lucas, i segni tipici di una prossima esplosione, ed in quelli di Roman, la totale incapacità di empatia. Roman era una maschera di pietra, niente trapelava dalla sua espressione, mentre Lucas sembrava sempre più sul punto di perdere il controllo.

Sospirai mio malgrado e mormorai qualcosa, al cui suono solo Lucas si girò.

Dost', mladý bojovnìk (Basta, giovane guerriero)

Tutti mi fissarono, mentre Lucas serrava la mascella, scuotendo la testa ed uscendo dalla caffetteria, tirando una spallata a Martin mentre attraversava la porta.

"Ma porca miseria...", misi una mano sul braccio di Martin, che si girò di scatto. Lo fissai negli occhi supplice.

"Lascialo andare, per favore, Martin", dissi solamente.

In un altro momento mi avrebbe risposto a tono, forse, ma capii che aveva letto nei miei occhi la mia angoscia, perché si limitò ad annuire. Fui sicura che avrebbe voluto sapere cosa avessi detto a Lucas, per ottenere quella reazione, ed annuii in una muta promessa.

A quel punto lasciai i ragazzi, dirigendomi a grandi falcate verso Roman, che si guardò intorno, rendendosi conto, dopo un primo minuto di smarrimento, che stessi effettivamente andando da lui.

"C-ciao", disse titubante. Dal canto mio, mi sforzai di ricordare le parole dei miei genitori facendomi forza.

"Roman, devo parlarti", dissi cercando di suonare il meno severa possibile "sono stata contattata dall'Equilibrio", mentii senza difficoltà.

Lui sgranò gli occhi, invitandomi a sedermi al tavolo.

"Sei stata", iniziò incredulo.

"Contattata, sì. Qualcuno ha tentato di ripristinare il morso di Lucas", sputai a bruciapelo, vedendolo irrigidirsi. Mi si strinse lo stomaco a quella reazione.

"Cosa? Chi? L'Equilibrio lo sa? Te lo ha detto?", chiese teso, evidentemente preoccupato che potessi scoprire la verità. Sorrisi falsamente.

"No. Non lo sa, o semplicemente non me lo ha voluto dire. Resta il fatto che, ovviamente, non ha funzionato, anzi ha ottenuto l'effetto inverso. Il sigillo di Sorath ha reagito e ha distrutto qualsiasi residuo di legame. Ormai io e Lucas non abbiamo più assolutamente niente che ci lega", dissi dura, vedendolo trasalire.

"Co-come...cosa? Come è possibile?".

"Beh, vedi, chiunque abbia fatto questo stupido tentativo", dissi calcando sulla parola stupido "non ha tenuto conto di due cose".

"Cioè?", chiese interessato, troppo, per i miei gusti.

"Anzitutto il sangue del demone non permette l'azione di alcuna magia oscura o negromanzia. Oltretutto, tentando questo incanto, ha rischiato di friggermi il cervello".

A quelle parole Roman impallidì.

"COSA?", esclamò stridulo, attirando l'attenzione di tutti. Ci girammo e gli altri tossicchiarono, tornando alle loro occupazioni.

"Sì. Vedi, ripristinare forzatamente un legame, significa andare a toccare qualcosa di molto potente che, nella persona destinata al ripristino, potrebbe comportare un indebolimento della mente, se non portare direttamente alla pazzia. Fortunatamente, il sangue di Sorath mi ha protetto e, ad ogni modo, non sappiamo se questo possa funzionare con le Guardiane. Ad ogni modo...ha fatto una cosa molto pericolosa".

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora