Secondo tassello

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La prima cosa che sentirono furono le urla di Martin. Mala scattò verso la stanza, ma Raisa la immobilizzò contro di sé.

"È il rito. È doloroso, non gli stanno facendo del male" poi ci ripensò "beh, sì gliene stanno facendo, ma non volutamente. Era inevitabile, lo sai."

Mala si rilassò contro il corpo di Raisa, annuendo e cercando di regolarizzare il respiro.

"Sì...sì, scusa. È stato solo...ora ci sono" annuì sicura. Raisa la lasciò andare e Mala inspirò un'ultima volta a fondo.

"Ascolta, ora entreremo e tu dovrai restare lontano da Martin, d'accordo? Pensi di farcela? Perché fino a che il rito non sarà completo, non sapremo come reagirà al tuo sangue. Se pensi di non farcela puoi restare qui, non è necessario che tu guardi" disse gentile Raisa. Sapeva bene cosa volesse dire guardare soffrire la persona che ami e anche se quell'amore era ancora acerbo e nuovo, sempre amore era.

"Io...sì, forse è meglio che resti di qua, non voglio assolutamente compromettere l'operazione. Non so se sarei in grado di restare lucida e non possiamo rischiare. C'è troppo in ballo."

Raisa sorrise. "Sei proprio speciale, Mala Erdély! Ammettere le proprie debolezze e mettere il dovere davanti ai sentimenti non è da tutti."

Mala arrossì, facendo un timido sorriso. "Grazie."

"Adesso tu resta qui, vado a informare Agnot delle novità, poi porteremo le ombre alla Pagoda. Io credo..." inspirò a fondo prima di parlare "io credo che il Guardiano con cui hanno parlato non fosse quello ucciso da Roman, ma Roman stesso. Credo che lui e Rasputin stessero lavorando insieme da molto tempo. Credo che Roman sia caduto nelle maglie di Rasputin molto prima di quello che pensiate."

Mala la fissò confusa. Raisa sospirò.

"Mala, ascoltami. Io ho visto oltre l'inganno di un'entità così antica, che il suo nome è stato ormai dimenticato e da quanto mi hai detto, da quanto mia figlia mi ha detto, credo che Roman fosse nelle mani di Rasputin già ai tempi in cui portò Lucas a rifiutare il morso."

"Come... come sai del morso?"

"Perché il Giardino lo sa. E quindi lo so anche io" sorrise indulgente.

"Certo" sospirò Mala tristemente "perdonami, a volte dimentico... sai, la mia realtà è molto più piccola della tua. Non è facile pensare in termini di assoluto ed eterno per me" sorrise timidamente.

"Va bene, Mala. Sei giovane" le posò le mani sulle spalle "nessuno pretende da te più di quello che puoi dare. Ricordati sempre: non devi sentirti inferiore a nessuno, non devi dimostrare di essere all'altezza di nessuno, se non di te stessa. Il punto è che se inizierai a fare confronti – specie con persone o entità più antiche o potenti – ne uscirai comunque perdente e questo ti distruggerà. Punta ad essere una versione migliore di te. Ognuno ha un suo percorso da fare, una sua strada da seguire. A volte sarai sola, a volte sarai in compagnia, ma è la tua strada e non devi paragonarla a quella di altri" Mala annuì incerta "c'è stato un tempo in cui la fantastica creatura che ti sta parlando, pensava di non valere abbastanza" Mala ridacchiò "finché non mi è stato fatto notare che cercavo di essere all'altezza degli altri, cercavo di essere come loro, di renderli orgogliosi di me. Quello che non capivo, è che lo erano già. Erano orgogliosi di me perché ero io. E non dovevo mettermi in competizione con loro, perché non avrei mai vinto. Non ero loro, ero Raisa. Capito?"

Mala annuì convinta. "Ti ringrazio." Raisa le diede un buffetto sulla guancia.

"Mi ricordi proprio Lyca quando eravamo ragazze! Aspettami qui, tornerò presto" detto questo entrò nella stanza da cui provenivano le urla. Mala inspirò a fondo, poi si rinchiuse in un nocto inverso e cercò di mettere insieme tutte le informazioni che avevano.

C'era qualcosa che non le tornava. Roman era in mano agli antichi da... quanto? Quando aveva ricevuto il morso erano poco più che adolescenti – sempre secondo il tempo dei Guardiani – quindi, quanti secoli erano passati? Quanto tempo aveva avuto Rasputin per manipolare suo fratello, esporlo... cambiarlo?

Se le ipotesi di Raisa si fossero rivelate esatte, Roman le aveva allontanato Lucas per mettere in atto il suo piano di conquista nei suoi confronti. Ma Roman la conosceva, avrebbe dovuto sapere che la sua reazione nei suoi confronti non sarebbe stata di benevolenza. Conosceva anche Lucas e sapeva che sarebbe venuto fuori il suo coinvolgimento.

Sempre che a quel tempo Roman non fosse già più Roman. Quello sarebbe però stato un dato estremamente allarmante, si parlava di secoli orsono, quando ancora l'Ordine era presente. Aspetta! Quanto tempo prima della sparizione dell'Ordine era successo?! Mala sgranò gli occhi quando sentì qualcuno violare il nocto. Agnot era davanti a lei, la fronte corrucciata.

"Ti sento pensare dall'altra stanza, sei fastidiosa" disse compassato. Lei alzò un sopracciglio, come a dire davvero? Lui sorrise divertito. Mala sospirò e lo invitò a sedersi con un gesto.

"Stavo pensando ad una strana... coincidenza temporale" azzardò. Agnot le fece cenno di proseguire "d'accordo, partiamo con il dire che io ho ricevuto il morso, quando ero più giovane."

"Il morso? Ma non sei la compagna del lupacchiotto?" esclamò sorpreso Agnot. Mala lo fulminò.

"Dicevo, ho ricevuto il morso, ma poi... è stato annullato" mormorò imbarazzata.

"Da lui?" si incupì il demone quando lei annuì.

"Mio fratello lo convinse, non so come, che la nostra unione era sbagliata, che io non fossi adatta o che lui non lo fosse" fece un gesto come a dire che ormai non aveva più importanza "fatto sta che io ruppi ogni contatto sia con lui che con Lucas."

"Lucas Dorvak" azzardò Agnot. Mala annuì.

"Stavo pensando" fece una pausa, cercando di raccogliere le idee "Roman mi conosceva meglio di tutti i miei fratelli. Eravamo sempre insieme. Come poteva non sapere che lo avrei allontanato? Come poteva non sapere che Lucas lo avrebbe denunciato? A meno che..." lasciò la frase in sospeso.

"A meno che non fosse già nelle mani di Rasputin" disse Agnot.

Mala annuì e lui inspirò a fondo. "E guarda caso l'Ordine è sparito proprio poco tempo dopo questo episodio. E... e se fosse correlato? Se fosse un piano dentro un piano? Se tutto fosse già pronto da tempo e quello fosse il punto zero?"

Agnot ci rifletté un attimo, poi inspirò a fondo. "Mala, ne devo parlare ad Emma. Se fosse vero, vorrebbe dire che quello che sta succedendo..." si interruppe, consapevole di non poterle dire niente "vorrei poterti dire di più, hai una mente acuta, ed evidentemente sei più coinvolta di quanto sembri, ma questa decisione non spetta a me."

Mala annuì consapevole che solo l'Equilibrio potesse decidere se fosse o meno il caso di metterla al corrente di ciò che stesse succedendo.
In quel momento riapparve Raisa, che li guardò interrogativa. "Mala ha una tesi molto interessante, che ora ti rivelerà, mentre io vado a parlare con il Giardino. Fate le brave" detto questo, sparì.

"Brutto str-" iniziò Raisa per poi sbuffare "santo cielo, mi farà impazzire. Perché mia figlia non ha fatto come te e si è trovata un bravo lupacchiotto o un simpatico succhiasangue? Demoni, bah!"

Mala trattenne un sorriso. Raisa era incredibilmente potente e sapeva con sicurezza che fosse una delle creature più pericolose che avesse mai incontrato, ma allo stesso tempo le ricordava moltissimo sua mamma e sembrava una ragazzina ribelle. La associava difficilmente alla forza distruttrice che era.

"Va bene" riprese Raisa "andiamo a vedere come sta il tuo lupacchiotto, le urla sono cessate."

Mala sgranò gli occhi. All'interno del nocto non sentiva i rumori esterni, quindi si era completamente dimenticata di dove fosse e perché, seguendo il filo dei suoi pensieri. Avvampò violentemente.

"Non preoccuparti, sta bene, altrimenti di là sarebbero tutti morti e Agnot sarebbe giunto a te gloriosamente ricoperto dal loro sangue" disse come se stesse parlando del tempo. Lei la fissò a bocca aperta, un po' sconvolta "tranquilla bambina, ci farai l'abitudine" detto questo la trascinò con sé fischiettando un motivetto stonato.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora