Molte domande, nessuna risposta

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"Morirai fra le fiamme dell'inferno", sibilai "e sarà io ad appiccare il fuoco".

Kinlan scoppiò a ridere e, dopo qualche secondo, lo seguii.

"Kinlan, sarai tu a sostituire Roman in via permanente?", chiesi a mio cugino, mentre ci avviavamo verso la sala da pranzo, seguendo gli altri. Lui annuì preoccupato.

"Sì, non che mi piaccia molto l'idea, ma data la situazione non potevano affidare la loro custodia ad altri. Anche se papà non è cugino diretto di zia Lyca, alla fine è come se lo fosse. Vengo associato comunque alla Discendenza ed in fondo, sono stato addestrato con voi, perciò sono inevitabilmente avanti rispetto agli altri".

Mi intristii un po'. In fondo Kinlan aveva sempre dovuto studiare più degli altri e le aspettative dei suoi genitori erano sempre state altissime. In qualche modo mi sentivo in colpa, perché a me e Roman ogni cosa sembrava riuscire facile, ma non era certo colpa nostra.

Come sempre Kinlan sembrò leggermi nel pensiero, mi mise un braccio intorno alle spalle stringendomi a sé.

"Smettila, fiorellino, so cosa stai pensando. Inoltre, il fatto che vi sia stato dietro pur essendo meno dotato dimostra solo che, a pari poteri, vi sono di molto superiore", disse sospirando drammaticamente. Gli tirai uno schiaffetto sul petto.

"Nemmeno per scherzo", dissi sempre ridacchiando "noi siamo la Discendenza, abbiamo dei doveri, per questo siamo così potenti!", aggiunsi imitando la voce di Roman. Lui scoppiò a ridere.

"Oddio, quanto se la tirava", disse lui. Io sorrisi, annuendo, poi mi feci triste. Forse Roman non era diventato così, forse Roman lo era sempre stato ed io non me ne ero mai accorta.

"Si è sempre preso troppo sul serio, Mala, ma lo ha comunque fatto pensando di fare bene", cercò di difenderlo Kinlan. Io però scossi la testa.

"No, lo ha fatto per sé, Kinlan. Ha detto a mamma che il fatto che lei amasse un vampiro non voleva dire che andasse bene per me", mormorai, in maniera che solo lui mi sentisse.

Kinlan sgranò gli occhi.

"Cosa?", sibilò sconvolto. Io annuii.

"È proprio così. Mamma è furiosa e non riesce a perdonarlo, sai come è fatta, questa cosa la ha ferita tantissimo".

Mia madre era follemente innamorata di mio padre e quando mio fratello aveva parlato in quel modo, quasi disprezzando la sua razza, lei era rimasta talmente ferita da rifiutarsi non solo di parlare con lui, ma perfino di vederlo. Poi l'Ordine si era dovuto chiudere ai piani e tutto era rimasto così, irrisolto.

Un sospeso pieno di rancore e parole non dette.

"Mi spiace fiorellino", disse lui carezzandomi la testa.

Sorrisi e annuii. Kinlan riusciva sempre a farmi sentire a mio agio. Fra noi cugini, Kinlan era quello che più mi si avvicinava come carattere. Xander era molto dolce e controllato, sua sorella era forte e a tratti fredda, sebbene con un grande cuore. Poi c'era Constance, la sorella minore di Kinlan, che era una allieva Agente; infine mia cugina Parvati, figlia di Siria, la sorella di mamma, e suo fratello Samuel, di qualche anno più grande di Carl. Eravamo una famiglia numerosa. Per non dimenticare la cugina Samya, figlia di zio Liam e zia Kayla, ma lei la vedevamo poco, perché il sangue demoniaco aveva preso il sopravvento su quello di zio Liam e quindi era stata mandata a studiare nella dimensione dei Demoni Maggiori.

Un demone è molto potente in genere, specie durante il passaggio all'età adulta, ma un demone il cui sangue è contaminato da un'altra natura magica è più potente e quindi rischia di perdere il controllo più facilmente. Perciò Samya era stata mandata da Sorath e la vedevamo molto di rado.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora