thirty-fourth chapter

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Qualcosa mi gironzolava in testa mentre guardavo lo strano soffitto.
Sembra strano il fatto che si dica che non si può smettere di pensare ma se effettivamente ti impegni al non pensare nulla quando ti riprendi dallo stato di trance è come se tu ti dimenticassi tutto e come se ti fossi appena svegliata da un pisolino o una lunga dormita programmata o meno.

Un'altra cosa strana che non riuscivo a spiegarmi è il fatto di come io sia arrivata a tutto ciò, non riesco a spiegarmelo e più passo il tempo a pensarci su dandomi qualche strana giustificazione o semplicemente una risposta più penso che sia errata.
È nato tutto totalmente a caso e proprio in queste situazioni si dice che le cose nate a caso sono le migliori ma state tranquilli se in mezzo c'è : Kylie Maya Scott nulla è a caso e nulla promette qualcosa di buono.

Poi è tutto così soggettivo, pareri e altro.
Dovrei  far smettere alla mia testa di vagare così tanto ma infondo mi piace.
Dico sempre di odiare non essere uguale agli altri, e ovviamente per essere coerente con le mie parole è effettivamente così, ma dall'altra parte penso...se nel mondo non esistessero le persone "strane" come sarebbe? noioso sicuramente.

<Oh mio dio Kaya! Questa stanza è un porcile! Apri la finestra! Pulisci!> le grida di mia madre trapassano la stessa musica ad alto volume che gli auricolari fanno fuoriuscire, che urto questa donna.
Entra in stanza aprendo finestre varie e mettendosi a braccia conserte proprio davanti al mio letto, mi siedo su questo ultimo levandomi gli auricolari ma solo perché non sono una maleducata a meno ché non lo faccia di proposito.

<Devi levare un pó di cose da qua, è tutto troppo disordinato> mi rimprovera quanto? la milionesima volta? nah di più.
Sbuffo e inizio ad raccattare qualcosa <Va bene ma ora vattene> la lascio con uno sguardo assassino fino a quando finalmente non se ne va.
***
Flashback-
<Kaya!Devi sistemare!Ma ti posso dire sempre tutto io?Cos'è un albergo?Giuro che non ti sopporto più!> Vestiti che volano, grida che rimbombano nella stanza, oggetti a terra e io immobilizzata mentre trattenevo le lacrime...c'é fin troppa confusione per i miei gusti. 

<Cosa guardi ancora? Datti da fare? Come ho potuto creare una figlia così! Io neanche la volevo una figlia! La cosa peggiore che potesse succedermi!> mi grida in faccia <Smettila!> è l'unica parola che riesco a pronunciare mentre tremo. Non so più cosa fare il mio istinto mi dice di scappare e così faccio.

Scappai non so precisamente dove poiché gironzolavo tra strade e stradine...<Scusami> dico non appena tocco un corpo <Hey ragazzina che succede?> un ragazzo che mi guarda dritta nei miei occhi distrutti ma non lo saranno mai quanto me.

<Sto bene, grazie lo stesso> cerco di superarlo per andarmene ma le sue braccia mia volgono in un abbraccio che sicuramente non rifiuto.
Mi da' la sensazione di essere al sicuro e di essere sicura, soprattutto, di me stessa.

Ci incamminiamo verso una panchina illuminata semplicemente da un lampione, sedendoci senza fiatare.
Anzi erano i nostri fiati a parlare, il mio piangente e il suo consolante.
Continuava a tenermi stretta a sé non lasciandomi neanche per un secondo, la sua presa dolce e il suo silenzio erano la cosa più bella che mi fosse capitato in tutto il giorno.

Iniziai a parlargli, veramente e sinceramente, di cosa fosse successo e lui neanche sussulto' né nulla era proprio impegnato su di me, come nessun'altro lo era mai stato.
<Allora ti regalo questo> il suo berretto nero si posiziona delicatamente sulla mia testa mentre il suo sorriso più dolce mi rassicura.

Dopo chiacchiere varie insistette sull'accompagnarmi a casa nonostante si trovasse dall'altra parte dell'isolato per lui.

<Ti devo il mondo Jackson> dico abbracciandolo con occhi luccicanti <Stammi bene Kylie, sorridi e sorridi ancora> mi raccomandó.
<Jackson!>lo richiamo prima che possa andare <Fa attenzione con lo skate è buio> mi spaventai per lui <Non preoccuparti di me principessa, spero di poterti insegnare ad andarci un giorno> le mie dita gli formano un cuore in cambio per poi entrare nella mia buia casa in cui neanche un sospiro circolava.

Ero solo io e la mia stanzetta e questo berretto nero di quel ragazzo che mi cambiò la serata radicalmente.
Penso e ripenso ai suoi occhi e al suo tocco delicato sulla mia pelle, i suoi gesti, il suo modo di parlare del tutto erano stupendi, sembrava un ragazzo d'oro anzi ero sicura che lo fosse.

Mi addormentai pensandolo...ogni minima cosa mi riportava a lui.
***
Quella sera mi sfiora la mente, ero così innocente che non sapevo neanche che cosa mi avrei dovuto passare per i prossimi giorni o mesi o semplicemente anni.

Un dolore così incolmabile, non lo era, non era quel dolore provato tutti i giorni o quello di precisamente quella sera che potevi colmare con un abbraccio e una semplice chiacchierata in cui potessi sfogarti sulla vita di merda che mi ritrovai a vivere ed ad accettare, ma un dolore senza fine.

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▪️ciao ragazz*
come va? spero bene.
Cosa ne pensate di questo capitolo? secondo voi cosa successo il giorno dopo? Vi piace la storia del berretto a cui la nostra protagonista è davvero tanta affezionata? Chissà perché lo è così tanto! e per quanto riguarda lo "skate"? che succederà?

fvckbennii
-09 marzo 2021
897 words

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