The Woman: Parte tre (SHERLOCK)

256 19 30
                                    

Quando riapro gli occhi provo la stessa sensazione di quando ci si sveglia da una pesante nottata insonne, con l'unica eccezione che nel mio cervello si palesano le esatte immagini della... quanto tempo è passato?

Sollevo lentamente la testa, guardandomi intorno sbattendo più volte le palpebre per avere la vista più nitida possibile: mi trovo in una stanza buia, precisamente quella che dovrebbe essere la mia a Baker Street, sdraiato sul letto; sollevare anche l'intero corpo dal materasso mi risulta un'impresa così facile quanto quella successiva di finire di pancia sul pavimento e le gambe in aria.

Emetto un gemito soffocato di dolore; in quello stesso momento la porta della camera emette un cigolio.

"Sherlock? Cosa stai facendo?"

Non rispondo alla domanda di John, apparso oltre l'anta, mi rimetto in piedi a fatica non riuscendo comunque ad evitare di barcollare come fossi ubriaco ed agito una mano.

"Dov'è? Dove sta? Io cosa ci faccio qui?"

"Di cosa parli? Non so se lo ricordi, Sherlock, ma dicevi cose senza senso e... Lestrade ti ha filmato"

"Dov'è? Dove si trova lei?" 

"Lei, chi?"

"Oh, come, chi?" sbuffo, stizzito: possibile che mai nessuno sia in grado di capire al volo quello che dico, neanche cose semplici? Di chi potrei parlare dopo l'incontro che ha lasciato John stesso come un pesce lesso? "Quella donna! Quella Dominatrice!"

Il mio coinquilino si lascia scappare un finto gemito di sorpresa, rammemorato dai ricordi.

"Oh, Irene Adler? È fuggita. Nessuno l'ha più vista. Se lo stai pensando: no, non era qui... no, no, ma cosa stai combinando..." il mio assistente mi afferra da sotto le ascelle rialzandomi dal pavimento su cui sono caduto per la seconda volta, e mi getta di nuovo a peso morto sul letto "Devi riposare, vedrai che domani sarai fresco come una rosa. Se ti serve qualcosa chiamami, sono in salotto"

"Per quale motivo?"

"Per nessun motivo"

Mh, io sto bene..." commento graffiando la gola con la voce; non riesco a dormire in realtà, resto a fissare un punto a caso sul muro fino a quando nel perpetuo e fastidioso silenzio odo un suono ben distinto, ma che non ricordavo avessi: il suono di un gemito femminile di piacere.

Mi tengo su con le braccia, puntando in direzione del mio cellulare; scendo dal letto e lo tiro fuori dalla tasca del cappotto appeso alla porta, illuminando la schermata dove trovo un messaggio.

"Alla prossima, signor Holmes"

È lei... la Dominatrice, Irene Adler.

Lei...

La Donna che mi ha battuto mi ha scritto un messaggio: sposto brevemente lo sguardo altrove, per poi ancora su quella piccola semplice frase; Irene non mi sta ricattando, vuole in qualche modo protezione per qualche ragione come cerco di spiegare a mio fratello, la mattina seguente, nonostante io stesso attenda qualche minuto prima di pronunciare questa frase.

Dalle parole di Mycroft deve esserci qualcosa in più dentro quel telefono: se si trattasse solo di foto scandalose per l'Inghilterra, gli americani non avrebbero avuto motivo di stare alle costole della Adler ed attaccarci per ottenere il telefono.

Ma di cosa si tratta?

Quali informazioni vi sono contenuti dentro il cellulare?

Se mio fratello pensa di potermi tenere alla larga dal caso Adler si sbaglia di grosso: se non mi chiamo fuori è esclusivamente perché sono ansioso di andare a fondo sulla faccenda, non è mia abitudine tirarmi indietro. 

The Game Is On "Sherlock" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora