Abbiamo tutti un passato: fantasmi, ombre che definiscono ogni nostro giorno di sole.
Entrambe le lancette dell'orologio hanno toccato da pochissimo la mezzanotte in punto: l'ora in cui solitamente si percepisce addosso il brivido del buio più tetro e del silenzio più fitto del momento delle ventiquattr'ore che si oppone al giorno; eppure, dall'interno della grande casata che sto aggirando da fuori, provengono rumori di rapidi passi, voci, e metallici.
Scosto le tende della finestra da cui sono entrato e resto fermo sul posto, al primo piano, fin quando la voce maschile spaventata del padrone di casa non reclama il mio aiuto.
Ignoro completamente la sua richiesta, portandomi due dita tra le labbra e con un fischio dichiaro finiti i giochi: le luci si riaccendono all'istante, mentre lo sguardo furibondo di Mycroft si sposta per tutta l'ampia e decorata sala inferiore per ritornare su di me, metabolizzando che quanto è effettivamente accaduto non è stata altro che una semplice messinscena.
"Sherlock, che cosa..." ringhia, esterrefatto "Sei stato tu ad orchestrare questa sceneggiata?"
"Esperimento terminato. Conclusione: ho una sorella" asserisco in risposta; John mi ha convinto che mio fratello mi avrebbe detto la verità se se la fosse fatta addosso, credendo che nostra sorella lo avesse raggiunto a casa ed avesse cercato di fargli del male, quando in realtà gli intrusi erano solo due miei amici senza tetto "Seconda conclusione: mia sorella, Eurus, così pare, è stata reclusa da bambina in una struttura di sicurezza controllata da mio fratello. Ciao fratello!" alzo una mano in segno di finto saluto, scendendo la rampa di scale, annunciando ai miei collaboratori che Wiggins li attende davanti al cancello principale con la loro ricompensa in denaro per il gentile servizio che mi hanno fatto.
"Santo cielo, Sherlock, devi essere impazzito!"
"Terza conclusione: tu ne sei terrorizzato, Mycroft"
"Tu non sai con chi hai a che fare, non lo sai che persona è lei!"
"Nuova informazione: è fuggita" aggiunge John, aggiungendo la sua ciliegina sulla torta, entrando dalla porta principale.
"Questo è impossibile!"
"Certo che è possibile, Mycroft" interferisco subito "Era la terapista di John e gli ha sparato durante una seduta. Fortunatamente era solo del traquillante"
"Beh, mi restavano dieci minuti..." ribatte con una punta di ironia sarcastica il mio migliore amico; mio fratello non esita a chiederci se siamo davvero intenzionati ad andarcene dopo quello che gli abbiamo fatto.
"Non abbiamo la minima intenzione di restare qui. Eurus sta arrivando... ah, volevo dirti che il tuo sistema di sicurezza è fuori uso" rispondo con tutta la tranquillità del mondo: non immagina che piacere mi dà vederlo tremare come una foglia davanti ai suoi fantasmi "Se vuoi parlarci sai dove trovarci. Non c'è bisogno che te lo dica, conosci l'indirizzo. Spero non ti abbiamo rovinato la visione del film. Sogni d'oro, Mycroft"
"Siete due pazzi! Questo non è uno dei vostri stupidi casi!"
Non intendo assolutamente prestare attenzione alle lagne di mio fratello maggiore, mi dirigo verso il taxi che ci attende, dove poco dopo vengo raggiunto da John; il mio nuovamente assistente richiude la portiera e lungo la strada emette un sospiro, mentre da parte mia rimango a riflettere in silenzio, fissando il paesaggio buio scorrere attraverso il finestrino destro del alto del passeggero.
"A cosa sta pensando, Sherlock?" mi domanda, ad un certo punto; non mi smuovo dalla mia posizione ad eccezione dello sguardo riflessivo che assumo e dalle labbra che mi mordo nel rispondergli.
STAI LEGGENDO
The Game Is On "Sherlock"
FanfictionE se la signora Hudson avesse una nipote che vive al 221b di Baker Street? Se lei venisse casualmente a conoscenza di un segreto? Amabel Hudson vedrà, con i propri occhi, come, da una semplice situazione casuale, si posso innescare una serie di peri...