Patient: Parte due (SHERLOCK)

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Come ho detto, i bersagli attendono, è questo il loro ruolo.

Nei miei momenti di attesa mi dedico alla risoluzione di casi, apparentemente normali, come se nulla fosse, sperando che uno di essi mi conduca verso uno schema più ampio, al primo filo della regnatela di Moriarty.

Spesso sono i dettagli più banali, i più insignificanti, la normalità che ci circonda a nascondere l'anormalità, come un orologio che emette il suo ticchettio può nascondere una bomba al proprio interno, quelli che necessitano di particolare attenzione.

È stato durante uno dei casi in cui sono stato coinvolto da Lestrade che è nato il sospetto sul coinvolgimento indiretto di Moriarty: non si è trattato dell'omicidio in sé a suscitare la mia attenzione, più che altro scoprire che i coniugi Welsborough, che avevano appena perso il loro figlio e motivo per cui sono stato chiamato ad indagare, cinque giorni prima avevano subito un tentativo di furto conclusosi con il busto di gesso rotto di Margaret Thatcher (uno di sei busti uguali facente parte di un'edizione limitata, preparata a Tbilisi, in Georgia), primo ministro d'Inghilterra, che la famiglia conservava su un piccolo tavolino nel salotto.

Era quello il vero obiettivo di chiunque fosse entrato.

Ho chiesto a mio fratello informazioni riguardo la Thatcher, in particolare se James Moriarty avesse avuto qualche interesse nei suoi confronti da prenderla di mira, ma da lui non ottenengo quasi niente, almeno per quanto riguarda le risposte che dentro di me mi aspettavo di ricevere.

Non si tratta di predire cosa accadrà.

Il mondo è intrecciato da milioni di vite e ogni bando lo incrocia agli altri, le premonizioni sono movimenti della tela; se si riducesse tutto a bando di dati tremolanti il futuro diverrebbe calcolabile, inevitabile come la matematica.

Le mie teorie su Moriarty si sono infatti spezzate quando, a seguito della serie di altri busti rotti della Thatcher, con uno stratagemma sono riuscito ad infiltrarmi in anticipo nel successivo luogo dove il rapitore si sarebbe recato: al Jack Sanderford; dopo una sfibrante lotta corpo a corpo in piscina, rompendo un altro busto della Thatcher scopro tra i cocci una chiavetta USB identica a quella che ci aveva consegnato Mary.

Questo imprevisto ha rimescolato le carte in tavola.

L'ipotetico ladro non era un ladro, le uniche parole che mi ha infatti riferito sono state una chiara minaccia di morte verso la moglie di John e di cui ancora ignoro la motivazione, quella completa, ad eccezione di quella che credevo di conoscere e che a quanto pare non era tutto.

Non mi dimetto neanche il cappotto: sono già fradicio da capo a piedi e non servirebbe aggiungermi addosso ulteriori litri d'acqua inutili.

Arrivo davanti al 221b, nel momento in cui spingo l'anta della porta per entrare, però, incappo in una specie di forzatura, come se avessero piazzato un oggetto pesante all'altro lato o qualcuno si fosse fermato proprio sull'ingresso; uso più forza e la sensazione di pesantezza finalmente sparisce, trasformandosi comunque in concretezza quando noto Amabel fissarmi con uno strano sguardo e una posizione di bilico tra lo stare in piedi ed il cadere sul pavimento.

"Perché hai quella faccia?" domando tranquillamente, sorpassandola, dirigendomi verso le scale.

"La faccia che ho è per te!" risponde lei in modo piuttosto acceso; aggrotto la fronte, voltandomi verso Amabel e restituendole uno sguardo stranito, senza fermarmi dal salire le scale dove mi segue quasi subito.

"Sono sano come un pesce. Sono solo bagnato. C'è stata una piccola colluttazione qualche ora fa"

"Non sono cieca, Sherlock! Si tratta di te nel senso che non capisco come puoi continuare ad essere così tranquillo dopo la notizia del ritorno di Moriarty e si può sapere perché sei fradicio?"

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