Sono trascorse poche settimane da quanto accaduto a Sherrinford; una notizia del genere non sarebbe potuta passare inosservata ancora per molto agli occhi della stampa, per cui, dopo aver messo alle strette Mycroft, lui ha evitato che fossero i giornali a riferire la verità ai nostri genitori riguardo nostra sorella.
La loro reazione non è stata molto positiva nei confronti della bugia raccontata dal loro figlio maggiore, ma alla fine, seppur con riluttanza, hanno accettato la reclusione di Eurus, chiedendo di poterla vedere il prima possibile; a tal riguardo ho deciso di continuare a dare a mia sorella minore il contesto che non le ho dato da bambini: ogni giorno, per un'ora, tutta la famiglia Holmes, proprio tutta, si reca a Sherrinford e mentre i miei genitori e mio fratello ascoltano seduti su delle sedie, io, insieme a Zefiro (a cui ho insegnato a mia volta quest'arte ed in cui è portato quanto noi senza alcuna sorpresa: dopotutto il sangue non mente mai in ogni famiglia con i propri differenti pregi) suoniamo insieme ad Eurus in modo che il legame famigliare non si spezzi mai più.
Al contrario di come ho fatto con mia sorella, ho impiegato più tempo per perdonare Mycroft per quello che ha fatto ad Amabel, ma ho preso esempio dal modo Zefiro si è comportato con me quando mi ha perdonato: quell'esatto momento mi colpisce ancora particolarmente quando mi capita di ripensarci ed accade molto spesso.
Ripongo il mio violino nell'apposito fodero insieme all'archetto e faccio lo stesso con quello che giace accanto a Zefiro, addormentato rannicchiato sulla mia poltrona da poco più di dieci minuti: ho deciso di trasformare quella breve melodia che avevo improvvisato durante il mio primissimo faccia a faccia con la vera Eurus, in una vera e propria canzone per Amabel, una cosa che lei desiderava molto e sono sicuro che le avrebbe fatto piacere sapere che l'ho composta e la suono insieme a nostro figlio, benché si trattano di momenti in cui la nostalgia per lei regna sovrana al 221b di Baker Street (ricostruita da cima a fondo con validi aiuti a seguito della recente violenta esplosione)... è un modo per alludere alla sua presenza.
Dopo aver appoggiato i borsoni nel loro angolo della casa mi occupo di prendere in braccio il bambino il più delicatamente possibile per non svegliarlo e lo porto nella mia camera da letto che ora divido con lui; lo adagio con altrettanta delicatezza sul materasso, sistemandogli bene la testa sul cuscino in modo che i boccoli scuri non gli ricadano sugli occhi, infine, a seguito di un breve attimo di esitazione in cui lo fisso in silenzio, afferro il lembi delle coperte e gliele poso fin sulle spalle.
Amabel faceva così?
O era più delicata?
In ogni caso credo di dover eliminare le tracce impacciate nei miei movimenti.
Continuo a guardarlo attentamente ed in silenzio anche dopo averlo sistemato, completo, alla fine chiudo la porta e torno in salotto che mi accorgo non essere più vuoto quando odo la voce sussurrata della signora Hudson provenire dalla cucina-laboratorio, intenta a preparare del tè per me ed il mio ospite in arrivo.
"Gli ha insegnato bene, Sherlock. Quel bambino ha un vero talento con il violino oltre che alla dimestichezza nei casi di omicidio in cui la aiuta... possiede il gene degli Holmes in tutto e per tutto" commenta lei, versando il tè bollente dalla teiera all'interno di una delle due tazze di porcellana poste nel vassoio, adocchiandomi velocemente a tratti, per poi, a lavoro terminato, posare il preparato sul piccolo tavolino rotondo "Eppure, continuo a chiedermi come mai lei non abbia subito capito che fosse suo figlio, ma non ormai non importa più" sorride, avvicinandosi a me che ne frattempo ho avanzato verso la finestra, scostando le tende con un sospiro per vedere l'esterno: è l'ora del giorno in cui il sole trasferisce su Londra i suoi raggi arancioni tendenti sempre più al rosso fuoco, uno spettacolo raro in questa città come l'inusualità della mia attuale vita "L'importante è che adesso sapete chi siete e che sarete sempre insieme. Non gliel'ho mai detto, Sherlock, ma sono molto orgogliosa di lei. Davvero molto" mi posa un bacio sulla guancia, attirandomi giù a causa della differenza notevole di altezza che ci separa; la mia padrona di casa sobbalza quando udiamo il campanello del portone principale al piano di sotto "Oh, è arrivato. Vado ad aprire"
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The Game Is On "Sherlock"
FanfictionE se la signora Hudson avesse una nipote che vive al 221b di Baker Street? Se lei venisse casualmente a conoscenza di un segreto? Amabel Hudson vedrà, con i propri occhi, come, da una semplice situazione casuale, si posso innescare una serie di peri...