Promises: Parte tre (AMABEL)

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Mentre aspetto nel cortile principale che Zefiro esca dall'asilo, tra la folla bambini che escono per ricongiungersi ai loro genitori lo scorgo venirmi incontro, poco lontano, mano nella mano con una donna, probabilmente la sua maestra, il che da un lato mi fa sorgere spontanee delle domande e spero non sia successo nulla di grave, soprattutto in questo periodo: la notizia del potenziale ritorno di Jim Moriarty mi tiene con i nervi costantemente a fior di pelle, spingendomi a guardare con aria diffidente chiunque mi stia intorno.

Quando si avvicina noto che la donna è in realtà più giovane di quello che potrebbe sembrare a primo impatto, o sarà per tutto il trucco che ha sulla faccia e gli occhiali da vista che coprono i suoi occhi azzurri.

"Mi scusi, signora Holmes" questa sua affermazione mi irrigidisce all'istante come un paletto di ferro battuto, butto lo sguardo altrove prima di riportarlo su di lei che si affretta a scusarsi per l'increscioso equivoco "Mi perdoni tanto, ma il bimbo mi ha parlato così tanto di questo detective che mi è venuto spontaneo chiamarla così quando l'ho vista, mi scusi ancora..."

Deglutisco, sforzandomi di mostrare un sorriso rassicurante.

"Non si preoccupi. Doveva dirmi qualcosa? È successo qualcosa a Zefiro? Quando vi ho visti insieme ho pensato che..."

"Oh, no no" mi tranquillizza a sua volta la maestra, ricambiando il sorriso, sistemandosi una ciocca di capelli castani tendenti al rossiccio dietro l'orecchio destro "Non è successo niente, non di grave, almeno, stia tranquilla. Volevo solo chiedere di persona il suo permesso per fare partecipare il piccolo ad una recita scolastica"

"Uh, ehm, certo, non c'è alcun problema. Se lui vuole, ovvio" abbasso in automatico uno sguardo leggermente scettico su Zefiro, rimasto mano nella mano con la maestra ed in silenzio ad ascoltare la conversazione "Nell'ultimo periodo è tornato un po' nel suo guscio"

"Si, abbiamo parlato molto oggi in classe" la giovane donna lo guarda dall'alto, accarezzandogli i boccoli scuri "L'ho trovato seduto in un angolino, zitto zitto, e quando gli ho chiesto se ci fosse qualcosa che non andava mi ha parlato del suo amichetto, Ciro, che si è trasferito e poi mi ha parlato di questo detective: Sherlock Holmes. Di come ci sia affezionato. Mi ha detto che lui è la sua ultima àncora di salvezza. A prima vista ho capito che Zefiro era perfetto per la cantare la canzone per la recita, l'ho visto così triste oggi ed ho deciso di insegnargliela subito. Si vede subito che è un bambino molto intelligente: ha imparato la canzone in un batter d'occhio, non è vero, Zefiro? Se vuoi puoi farla ascoltare alla mamma" rispondo limitandomi ad un sorriso tirato "Ora vi lascio andare. Vi ho rubato più tempo di quello che vi avevo chiesto"

"Mi scusi" la blocco prima che possa allontanarsi; lei solleva le sopracciglia.

"Mi dica"

"Mi scusi se glielo domando, ma lei è nuova qui? Non mi pare di averla mai vista prima"

"Si" sorride, imbarazzata "Sono arrivata qui da quindici giorni. È stata una decisione dell'ultimo minuto, a dir la verità. Ogni tanto si ha bisogno di cambiamenti di questo genere. Bene, allora io vi lascio tornare a casa. Ah, un'ultima cosa, non mi sono nemmeno presentata e solitamente le presentazioni si fanno all'inizio: il mio nome è Amanda Taylor. Se mi permette, signora Hudson: lei invece ha scelto un bellissimo nome per suo figlio, Zefiro. È uno dei pochi bambini che ho conosciuto con una particolare sensibilità. È un tesoro" 

Oltre a non fare caso che comunque continua ad additarmi come 'signora' in quanto non lo sono, in un primo momento non so cosa dire riguardo a tutte queste lusinghe inaspettate, ma sono comunque d'accordo con esse come lo sarebbe ogni mamma verso il proprio bambino: Zefiro è il mio tesoro più prezioso e non solo perché è figlio di Sherlock.

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