London, 1895 (SHERLOCK)

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I fantasmi non esistono, tranne quelli che creiamo noi stessi.

Ci ho sempre creduto, ma forse sono stato io a crearmene uno, stavolta.

Oppure è una terrificante realtà?




"Oh, smettetela, Sherlock, per favore, non ha importanza. A voi non importa di Sir Eustace, della sposa, o di qualcun altro. C'è solo una cosa in tutta questa faccenda che trovate interessante"

"Io so cosa state cercando di fare" sussurro, piegando leggermente in alto gli angoli della bocca e mantenendo il mio sguardo fisso negli occhi scuri della mia nemesi come fossi immerso in una storta di trance; improvvisamente la stanza sembra essere vittima di uno strano tremore che provoca il tintinnio delle bottiglie di scotch sul tavolino, tremolio di cui però io sembro l'unico a sentirne gli effetti, come se stesse accadendo nella mia mente.

"La sposa si spara un colpo in bocca, si fa esplodere la testa e poi ritorna?" Moriarty assume un'espressione fintamente sorpresa, sottolineando l'assurdità dietro il caso di Emelia Ricoletti "Impossibile. Ma è successo. E voi dove scoprire come. Come!" riecco il tremolio nella stanza che sembra aumentare d'intensità, ma stavolta ignoro i suoi effetti storcendo le labbra per le parole che sono costretto ad ascoltare perché sono nient'altro che un'amara verità "Il non sapere vi sta distruggendo"

"Voi state cercando di fermarmi, Moriarty. Cercate di distrarmi, di sviarmi..."

"Questo non vi ricorda qualcosa? Un altro caso? Non è già successo, forse? Non c'è niente di nuovo sotto il sole. Qual è? Qual era il caso? Eh? Ce l'ho proprio qui sulla punta della lingua" prosegue la mia nemesi; immerso nuovamente in quella specie di terremoto, chiudo gli occhi seguendo le sue parole nel tentativo di ricordare, eppure c'è qualcosa di strano in tutta questa faccenda... qualcosa di fondo che non riesco a spiegarmi, finendo per ripetere le ultime parole che ha pronunciato "Sulla punta" Moriarty si piazza la canna della pistola sulla lingua, biascicando in maniera incomprensibile l'ultima parte della stessa frase.

"Per amore della signora e della sua carta da parati, vi ricordo che basta un movimento sbagliato del vostro dito e voi siete morto, Moriarty" lo avviso velocemente; lui non si cura affatto del mio avvertimento, continuando a blaterare, spingendomi ad allargare gli occhi "Come, scusi?"

"La morte, Sherlock, è così sexy"

Tutto trema violentemente, la stanza, io stesso, ed è in questo esatto frangente che lui fa partire il colpo dritto nella bocca che ne spruzza il sangue dietro la parete alle sue spalle... eppure... eppure, con mio totale shock Moriarty si rialza, come se quel colpo non fosse mai partito.

"Beh, vi dico che è un ottimo metodo per togliere le ragnatele"

"Come potete essere ancora vivo?" lo scruto ad occhi spalancati in cui sento insinuarsi a loro interno un forte bruciore urticante.

Ecco perché lui non può essere reale ora, difronte a me.

"Come mi trovate? Mh?" lui compie un giro su sé stesso, mostrandomi l'enorme buco insanguinato provocato dalla pallottola che gli ha reciso buona parte della nuca "Siate onesto, si nota parecchio? Forse potrei coprirlo con i capelli, che ne dite?"

"Vi è esploso il cervello, come siete potuto sopravvivere? Vi ho visto morire. Perché non siete morto?"

La mia nemesi si ferma a pochi passi da me, riacquisendo la sua incomprensibile vena enigmatica.

"Perché non è la caduta a uccidere, Sherlock. Voi più di chiunque altro dovreste saperlo. Non è la caduta, non è mai la caduta. È l'atterraggio!"

Questa frase... io la conosco... perché mi è famigliare?

Perché?

Cosa sta succedendo?

Che succede?

Contemporaneamente, un'altra violenta scossa spacca sul pavimento di Baker Street le bottiglie e altri oggetti fragili, la cui onda d'urto mi sbalza a mia volta all'indietro, facendomi ricadere con in tonfo sulla mia poltrona...

Un fulmine a ciel sereno.

Un incubo che dal passato torna ad essere realtà.

The Game Is On "Sherlock" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora