Miss me?

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Mi sciacquo il viso dai residui bianchi della schiuma da barba, poi asciugo l'umidità con l'asciugamano e mi soffermo a guardare il mio riflesso allo specchio per vedere il risultato, sfiorandomi con la dita della mano destra una guancia liscia: essere di nuovo pulito a trecentosessanta gradi è una gradevole sensazione; terminato anche con i capelli chiudo le luci dello specchio a muro ed esco dal bagno, entrando nella camera da letto.

Sciolgo l'asciugamano umido attorno alla vita, posandolo sul materasso, man mano indossando varie parti del mio consueto abbigliamento; rallento improvvisamente fino a fermarmi, distendendo i lineamenti concentrati sui bottoni del pantalone quando i miei occhi ricadono sul mio letto vuoto ben sistemato.

Sherlock...

Sbatto le palpebre, tornando alla realtà da quel ricordo bollente ancora molto vivido nella mia mente e che non riesco a riporre in un cassetto del passato, piuttosto avvertendo una specie di brivido nel basso ventre; perché non ci riesco? Per quale motivo si presenta ancora presuntuosamente nella mia testa? È dovuto al senso di colpa? O un altro?

Decido di non soffermarmici oltre: finisco con i pantaloni e indosso la giacca sopra la camicia bianca, raggiungendo il salotto dove noto Zefiro seduto sulla mia poltrona con un piatto colmo di biscotti allo zenzero, le piccole gambe accavallate e lo sguardo basso; non appena anche lui si accorge della mia presenza solleva gli occhi azzurri e si alza dalla poltrona, mentre sul suo visetto compare un sorriso.

La conversazione con John, ieri, mi ha posto in bilico sulla decisione da prendere riguardo... mio figlio... non so cosa fare, come muovermi, non lo so.

Sembravo così convinto ed allo stesso tempo mi ritrovo ad essere tremendamente titubante.

Ammetto però che il suo perdono mi abbia colpito in positivo; forse è questo il reale motivo della mia indecisione? Sono in realtà io a non volermi staccare? Tante domande tutte insieme non le ho mai gradite, o forse proprio perché spesso trattano di argomenti per me delicati.

"Dove te li lascio?" resto immobile nell'entrata per qualche altro secondo, dopodiché gli indico che può lasciarli sul tavolino rotondo; avanzando nel salotto fino alla scrivania aggrotto la fronte continuando ad osservare ogni suo movimento, come facevo sempre con sua madre quando lei non mi guardava.

La domanda che pongo al bambino mi esce del tutto spontanea, mentre prendo posto sulla mia poltrona, acavallando le gambe, inclinando leggermente il capo.

"A te piacciono i biscotti allo zenzero?"

Zefiro scuote la testa a destra e sinistra, rivelando che sono i biscotti allo zenzero sono quelli che gli piacciono meno degli altri e che i suoi preferiti sono quelli al cioccolato.

Sposto momentaneamente la mia attenzione verso un punto indefinito alla mia sinistra, non nascondendo a me stesso una certa sorpresa al riguardo: per un attimo ero sicuro che fossero stati i suoi preferiti... allora per quale motivo non ho saputo intuire come stavano le cose, dato che effettivamente non gli ho mai visto mangiare un biscotto?

Ma infondo si tratta solo di biscotti, non c'è ragione di farne un cruccio, è una semplice differenza di gusto e basta.

Eppure è un particolare che mi rimane comunque nello stomaco come una briciola scende nel canale dell'aria, costringendoti a tossire per rimuovere la sensazione di soffocamento.

A distogliermi da questi pensieri ci pensa il campanello dell'ingresso principale al piano di sotto; mi ritrovo così costretto, per buona parte della mattinata, a stare a sentire chiacchiere assurde di una coppia di marito e moglie in quello che si rivela essere solo una semplice crisi coniugale, il che, al limite dell'esasperazione, a cacciarli di casa.

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