Se si esclude l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, è pur sempre possibile.
Come un uomo morto che torna in vita.
Ma nessuno si è mai fermato a chiedersi se quell'uomo fosse davvero morto solo perché si trovava disteso su un marciapiede, con una pozza scarlatta fluire da sotto la testa, dopo essersi buttato giù da un alto palazzo?
Gli amici ti proteggono: nessuno lo sa, ma è esattamente ciò che Sherlock Holmes ha fatto due anni fa decidendo di sacrificare la propria vita e accettando di morire nella vergogna, lanciandosi dal tetto di un ospedale, sotto gli occhi del suo unico amico.
Ma la sua missione era, anzi, è sempre stata ben precisa sin dall'inizio della sua rovina: tra falsi tradimenti, finte rese, tutto un piano ben calcolato nei minimi dettagli, mirato ad infiltrarlo nella più pericolosa mente criminale davanti a cui si è trovato a dover ammettere di non poterne prevedere tutte le singole mosse.
A portarlo all'interno di un viaggio che segue una linea rossa tracciata sulla sua mappa mentale, formando la simbolica ragnatela tessuta da James Moriarty.
Il sudore mescolato al sangue fuoriuscitomi dalle ferite che mi sono state inferte dal criminale serbo, mi cola lungo la schiena, il petto e la faccia, incanalandosi sulle ciocche di capelli ormai cresciuti fino alle spalle e in disordine, mischiandosi a loro volta con la saliva che striscia dalla mia bocca intenta a riprendere fiato a seguito dell'ultima dolorosa percossa.
A seguito dell'ultima ricevuta, il mio aguzzino mi concede una piccola momentanea tregua in cui scompare oltre la porta del rifugio; impossibilitato a muovere le braccia a causa delle catene che mi bloccano i polsi, le mie gambe cedono al peso del mio corpo.
In realtà non sono solo.
Un uomo da minuti appoggiato al muro difronte a godersi il crudele spettacolo, azzera lentamente le distanze tra noi non mancando di sferrarmi frecciatine velenose, afferrandomi per i capelli con poca gentilezza e strappandomi un lieve gemito strozzato, sussurrando al mio orecchio sinistro con una voce maschile famigliare nel vero senso della parola.
"Ora ascolta molto attentamente ciò che ti dirò: c'è una grossa cellula terroristica attiva a Londra e si preannuncia un attentato imminente. Scusa, fratellino, ma la tua vacanza finisce qui" lui molla finalmente la presa sui capelli, usando anche un tono di voce più alto e deciso "È giunto il momento di fare ritorno a Baker Street... Sherlock Holmes"
Non trattengo un sorriso sotto i baffi.
L'intervento di Mycroft è stato provvidenziale per la mia fuga dalla mano ferrea dei serbi e per il mio ancora silenzioso ritorno a Londra.
Prima del mio ritorno in campo, però, mi sottopongo alla fase di restauro del mio aspetto un po' trasandato nell'ultimo periodo, cominciando da barba e capelli: mi era mancata la sensazione della pelle d'oca provocata dalla fredda lametta sulla pelle.
"Allora, ti sei goduto la tua vacanza, fratello? Sei stato una piccola ape indaffarata negli ultimi due anni" asserisce Mycroft, dalla scrivania del suo studio blindato all'interno del suo club Diogenes: non riesce proprio a tenere per sé i commentini sarcastici; metto via il giornale di cui stavo adocchiando la notizia in prima pagina.
"Ho impiegato due anni per smantellare la rete terroristica di Moriarty. La cellula serba era l'ultimo tassello del puzzle"
"Si, sei proprio andato fino in fondo con i Serbi. Un bel piano"
Inarco il sopracciglio sinistro.
"Direi colossale"
"Beh, ora grazie al mio intervento sei di nuovo al sicuro. Un tuo ringraziamento non mi guasterebbe la giornata"
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The Game Is On "Sherlock"
FanficE se la signora Hudson avesse una nipote che vive al 221b di Baker Street? Se lei venisse casualmente a conoscenza di un segreto? Amabel Hudson vedrà, con i propri occhi, come, da una semplice situazione casuale, si posso innescare una serie di peri...