Bad expectation: Parte quattro (AMABEL)

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Per un mese io e Sherlock non abbiamo più parlato faccia a faccia, perché non saprei come comportarmi dopo il bacio che gli ho rubato e che per giunta lui ha ricambiato.

Ho avuto comunque la risposta definitiva che per lui si è trattato di un semplice piacere fisico in cui l'ho coinvolto senza dargli il tempo necessario per opporsi (anche se mi sembra piuttosto strano che un tipo come lui abbia avuto così tanta difficoltà a scostarsi quando non vuole davvero qualcosa); da qualche settimana a casa nostra, per la precisione a dormire nell'appartamento di Sherlock, si è presentata l'ultima persona che avrei voluto vedere sulla faccia della terra: la damigella d'onore di Mary, Janine Hawkins, la quale non ha esitato un solo istante ad annunciare la sua relazione amorosa con il detective.

Ovviamente l'idea che quella gallina in cerca del gallo si sia insinuata in questo pollaio non mi aggrada assolutamente ed anche se la sera del matrimonio ho ritirato il bacio che ho dato a Sherlock, non vuol dire che la mia gelosia sia passata, cerco solo di mantenere duro per quanto possibile; se non ho cacciato a calci in culo lui e lei è stato semplicemente perché se c'è una cosa che da quel momento in poi ho avuto perfettamente chiara è che Sherlock non cambierà su questo aspetto e né io né nessun altra potrà mai davvero riuscirci.

Devo accettarlo una volta per tutte e basta.

Ho trovato immediatamente la faccenda con Janine alquanto sospetta.

Ovviamente è una mia teoria, ma analizzando le circostanze con razionalità, se lei crede di conoscere Sherlock non immagina quanto sia fuori strada: Holmes ha impiegato quattro anni per riuscire ad ammorbidire il suo carattere grazie all'amicizia di John, figuriamoci se cambierebbe idea sull'amore nel giro di un mese solo perché una ragazza caparbia gli ronza attorno.

Spesso una vittoria soddisfacente non implica ottenere qualcosa al posto di qualcun altro, ma vedere quel qualcuno cadere con te per il tuo stesso intento.

Non me la sono sentita di impedirena Zefiro di stare con detective solo perché ho avuto problemi con lui, solo mi toccava sempre andare di sopra perché non ne voleva sapere di scendere; tanto più si è rinchiuso nella mia camera a disegnare e nel mutismo più assoluto peggio di prima, qualche tempo dopo che Sherlock è sparito per un mese intero da Baker Street (finché non è ricomparso stamattina in condizioni a dir poco pietose). 

Qualche volta, passando accanto alla camera, ho creduto di aver sentito Zefiro canticchiare, ma puntualmente smetteva quando entravo per chiedergli come stesse.

Senza perdere tempo ho voluto accertarmi comunque da un medico se il mio unico bambino fosse o meno affetto da qualche grave o lieve disturbo psicologico che avrebbe potuto progredire con gli anni, ma con mio enorme sollievo niente di ciò è stato confermato; in base alle reazioni di cui gli ho parlato, in particolare quella del matrimonio e quegli auto-isolamenti recenti, il dottore ha semplicemente detto che è un bimbo di quattro anni estremamente sensibile come la maggior parte della sua età e che la sua personalità ha ancora bisogno di tempo per formarsi bene.

Tento di aggrapparmi a questo risultato, benché non riesco a smettere di pensarci: per una madre è normale. 

Dopo aver chiuso la porta del laboratorio ed essere rientrata a Baker Street, per prima cosa vado in camera (dove so di trovarlo) per salutare il mio piccolo puffetto; mi siedo sul bordo del materasso del mio letto e gli scompiglio i boccoli scuri e morbidi che la settimana scorsa gli ho leggermente sistemato di qualche centimetro perché diventati troppo lunghi, adocchiando i disegni che sta facendo e chiedendo direttamente a lui cosa rappresentino.

Zefiro posa il colore ed indica mano a mano i figli su cui si evidenziano varie figure colorate.

"Quella è una mappa dei pirati: domani io e Ciro vogliamo giocare a trovare il tesoro. Questi invece siamo io, tu e Sherlock quando siamo tornati a casa dal matrimonio... mamma, tu vuoi ancora bene a Sherlock?"

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