To the very best of times, John (SHERLOCK)

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"Credevo fosse in ospedale"

"Io sono in ospedale, in realtà. Questa è la mensa" commento laconico, in direzione dell'uomo distinto che si è appena avvicinato al mio tavolo, invitandolo a prendere posto di fronte a me "Stavo giusto pensando a lei, sa?"

"Se è per questo, anch'io stavo pensando a lei, signor Holmes" risponde tranquillamente Magnussen, scostando la sedia per prendervi posto ed appoggiando i gomiti sulla superficie legnosa, con il suo ritrovato sguardo freddo ed in apparenza imperscrutabile.

"Non mi dica" premo un pulsante sul macchinario della flebo che ho attaccato al braccio sinistro per aumentare il dosaggio della morfina, tornando poi a concentrarmi sul mio ospite, andando dritto al sodo della faccenda "Voglio ricevere un invito per vedere Appledore con i miei occhi. Voglio vedere il luogo dove lei nasconde i suoi segreti, tutto ciò che sa di tutti"

"Se pensa che io sia così sconsiderato da accettare la sua richiesta, si sbaglia"

"Oh, lei è molto più sconsiderato di quanto immagina, invece"

"Ne è davvero convinto?"

"È il suo sguardo vuoto che incanta la gente" sorrido silenziosamente sotto i baffi, sfiorandogli lentamente gli occhiali da vista che porta ed avvicinandoli al mio viso per provarli "Peccato che non sia vuoto, vero? La Appledore è portatile, dunque. Qual è il suo segreto? Drive interno? Connessione 4G?" il mio interlocutore continua a rimanere in silenzio fino al momento in cui, guardando attraverso quelle lenti, sono io a cadere nello stesso baratro da cui Magnussen riemerge subito dopo "Ma... questi sono dei semplici occhiali..."

Non è possibile...

"Esatto, non vedo perché dovrebbero essere altro. Il suo problema è che lei mi sottovaluta, signor Holmes" infierisce ulteriormente Magnussen: non mi rendo conto di cosa faccia nel frattempo perché la mia attenzione, tranne che le orecchie che sono rivolte verso la sua voce, è concentrata ancora su quelle semplicissime lenti da vista che mi vengono sfilate di mano qualche secondo dopo.

"Allora mi sorprenda. Mi mostri Appledore" insisto ulteriormente.

"Ogni offerta ha un suo prezzo, signor Holmes. Cosa mi sta proponendo?"

"Lo consideri un regalo da parte mia" sorrido appena, ricambiando il suo sguardo "Lei mi mostri Appledore ed io gli cedo mio fratello"





Quell'incontro e accaduto poche settimane fa.

Sbatto ripetute volte le palpebre, tornando alla noiosa realtà che mi sta circondando con la sua monotona musica e le lamentele di Mycroft sulla sua agonia per essere solo le due di pomeriggio e che cerco di ignorare per non prenderlo personalmente a calci, concentrando la mia attenzione sulla prima pagina del giornale con due dita appoggiate sulle tempie ed il pollice sullo zigomo, comodamente seduto sulla poltrona del salotto: a causa delle lettere possesso di quella feccia umana, il marito di Lady Smallwood si è suicidato.

Sembra proprio che la morte sia l'unica via d'uscita in simili situazioni.

Nessuna via di scampo dalla traiettoria dello squalo che ha divorato la sua preda, stritolandola nelle sue fauci.

Ma Magnussen è consapevole anche che esistono cacciatori più pericolosi e astuti degli squali, per cui non mi sorprenderei se organizzasse una discreta difesa.

Sono ansioso di conoscerla e ciò avverrà molto presto.

"Madre cara" commenta acidamente mio fratello: è segno che non mi è proprio concesso di ignorarli oggi, anche perché la traiettoria del mio sguardo ricade in automatico sul portatile posato sul tavolo a seguito delle sue successive parole "Da quel computer lì dipende l'intera sicurezza Britannica e tu ci hai appena messo sopra le patate"

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