"Sherlock..." aggrotto le sopracciglia di fronte all'improvviso balbettio di John nel pronunciarsi su qualunque cosa abbia in mente di dire, benché avrei una certa idea su cosa possa riguardare; lo sprono comunque a parlare ed alla fine, dopo una buona manciata di incertezza, butta fuori tutto "Che genere... si, insomma... cosa..."
Intervengo prima che possa terminare la frase, ormai palese l'oggetto del discorso; stringo le labbra ed allargo le mani senza staccare le braccia appiccicate ai fianchi.
"Sherlock non è né del genere maschile né di quello femminile, John... ma come mai le interessa? E poi perché lo chiede a me?" non trattengo un sorriso furbo nel pronunciare quelle domande, mentre lo guardo; dal canto suo, Watson si affretta subito a correggere la faccenda.
"No, no! Io non sono..."
Preferisco toglierlo dall'imbarazzo allargando un sorriso sincero, anche se per un attimo l'ho trovato divertente vederlo impacciato.
"Si, so cosa non è, dottor Watson"
"Sherlock mi ha detto che è sposato con il suo lavoro, ma immagino lei sappia molto bene quanto a volte, anzi, quasi sempre a dir la verità, sia impossibile capire Sherlock Holmes. Per questo chiedo a lei, Amabel"
"Una persona che si definisce sposata con il proprio lavoro non è interessata a nessun aspetto di quell'argomento. A lui non importa se chi gli sta intorno lo affibbi ad una categoria o ad un'altra. Non gli importa dell'opinione delle persone su questioni che non ritiene fondamentale conoscere, forse nemmeno della sua, John. Ma riguardo alle sue possibili preferenze..." faccio una breve pausa tornando seria, piegandomi in avanti con la schiena ed appoggiando i gomiti sulle ginocchia mi lascio andare ad un sospiro, passando una mano tra i capelli, tirandoli all'indietro e scrollo le spalle "Io non vivo nella mente di Sherlock. Non conosco i suoi pensieri, tranne quello che le ho appena detto e che pure lei sa... ma se c'è una cosa che Sherlock pensa è che non si possono tirare le somme senza prove e per prove intendo: pur di ottenere qualcosa da lei, John, lui si è mai comportato in modo..."
Il mio interlocutore capisce subito il genere di domanda e scuote la testa prima che io possa terminarla.
"A parte i suoi soliti trabocchetti, no, non ha mai avuto quel genere di comportamenti con me"
Batto le mani, sorridendo, riappoggiandomi con la schiena contro lo schienale del divanetto.
"Ha avuto la sua risposta, dottor Watson" a stento trattengo un groppo alla gola, prendendo a mordicchiare l'interno delle mie labbra che iniziano a tremare a causa di una voglia matta di scoppiare in lacrime; il gesto non passa inosservato all'uomo che ho di fronte e che aggrotta la fronte ed è lui a chinarsi in avanti, stavolta.
"Ho capito... Amabel, mi perdoni se glielo chiedo... lei è innamorata di lui?" riduce gli occhi a due fessure, pugnalandomi al cuore una seconda volta "È innamorata di Sherlock? Lui lo sa, vero? E la adula per ottenere favori da lei, non è così?"
Questa è un'ovvietà e il mio silenzio ne è una dimostrazione.
"Come le ho già detto, John: a Sherlock non importa di ciò che non ritiene fondamentale avere nella mente. Una relazione, per lui, è cancellata"
"Ma se la fa soffrire, perché non gli dice di smetterla? Prima o poi finirà con l'auto distruggersi se continuerà a fare uso di..." Watson fa una pausa "Sa di cosa sto parlando... sono un medico. Militare, si, ma comunque un medico, e le dico che se lui non è deciso a cambiare opinione, allora dovrai farlo tu, Amabel. Non puoi condannarti in questo modo"
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The Game Is On "Sherlock"
Hayran KurguE se la signora Hudson avesse una nipote che vive al 221b di Baker Street? Se lei venisse casualmente a conoscenza di un segreto? Amabel Hudson vedrà, con i propri occhi, come, da una semplice situazione casuale, si posso innescare una serie di peri...