✦16. 𝑯𝒂𝒊 𝒑𝒂𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒊 𝒎𝒆✦

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Narrazione in terza persona (narratore esterno)

Sono passati diversi giorni dall'incontro dei due in spiaggia. Finito il fine settimana, Yoongi è tornando al lavoro pensando e bramando il ritorno del biondo e dopo circa cinque giorni d'attesa, Jimin tornó al lavoro.

Fa molto freddo questa mattina, ma a Jimin non importa molto. Deve ammettere di non essere proprio fresco come una rosa, ma si è riposato e non è più stressato come prima.

Arriva al lavoro e appena varca la soglia dell'entrata si guarda intorno con un sorriso non indifferente. C'è chi lo guarda con stupore non capendo la sua felicità già di prima mattina, chi invece arrabbiato perché stressato dal proprio lavoro.

Jimin si dirige verso l'ascensore per andare al secondo piano, nell'ufficio del suo capo. Deve avvisare il Signor Choi del suo ritorno.

Appena arrivato, bussa alla porta del capo e, dopo aver sentito un possente "Avanti", abbassa la maniglia ed entra.

«Oh, salve Park!» esclama il capo del biondo, alzandosi dalla sua postazione e lasciando in sospeso quello che sta facendo. «Le ferie che le ho concesso, sono servite in funzione del suo riposo?» chiede infine il capo.

«Sì Signore. La ringrazio ancora una volta per la sua gentilezza. Ora sono pronto per tornare a svolgere diligentemente il mio lavoro» risponde Jimin, con un leggerissimo sorriso.

«Eccellente. Allora le auguro un buon lavoro Signor Park» risponde il capo, mettendo le sue mani dietro la schiena per camminare elegantemente verso la sua scrivania. Si siede nuovamente sulla sua comoda sedia.

«La ringrazio» risponde con compostezza Jimin, facendo un inchino. Esce dall'ufficio del Signor Choi per dirigersi nel suo, al terzo piano.

Dopo un po'...

Jimin è nel suo ufficio. Dopo aver alzato la tapparella ed essersi seduto composto sulla sua comoda sedia, si mette a lavorare.

«Si ricomincia» pronuncia a sé stesso con motivazione e felice. Poi sospira, accende il suo computer per controllare i compiti da svolgere e inizia a lavorare.

Dopo un po'...

Jimin sente qualcuno bussare alla porta del suo ufficio. Questo gesto ormai gli fa venire solo i brividi, per paura che dall'altra parte della porta ci sia il corvino. Tuttavia non si scompone e mostra solo fermezza nel suo tono di voce e sulla sua espressione facciale.

«Avanti» pronuncia. Vede entrare Yoongi, come ha precedentemente immaginato. «Che vuoi?» chiede per poi sbuffare e abbassare gli occhi su dei documenti che ci sono sulla scrivania, non degnandolo il corvino di uno sguardo.

«Jimin. Sono io, voglio parlare di quello che è successo a Sokcho» annuncia Yoongi tenendo un bicchiere di carta in mano che dovrebbe contenere del caffè.

«Adesso siamo al lavoro Yoongi, quindi ti pregherei di non scassarmi la minchia. Quello che è successo a Sokcho è stato solo uno sbaglio» risponde Jimin, sempre non guardandolo minimamente. Sa perfettamente che Yoongi vuole parlare del bacio, ma a lui semplicemente non interessa.

«Jimin, guardami quando ti parlo» chiede Yoongi con un tono di voce, quasi supplicante.

«No, grazie!» esclama l'altro per poi ridacchiare leggermente. «Sinceramente non ci tengo» continua. Il corvino si sta innervosendo, ma preferisce mantenere la calma per parlare con Jimin.

«Mi stai allontanando dal tuo cuore solo perché hai paura di quello che hai visto in passato. Tu non hai paura di me. Ciò che hai osservato non ero io» spiega Yoongi, volendo chiarire una volta per tutte quello che è veramente successo.

❥ 𝐋𝐎𝐕𝐄 𝐁𝐄𝐇𝐈𝐍𝐃 𝐇𝐀𝐓𝐄 || 𝒀𝒐𝒐𝒏𝒎𝒊𝒏 ❥ @𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘5𝑏𝑡𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora