5.Uno strano effetto

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Pennywise.

La sera del mio ritorno avevo incontrato quella ragazza. Alexis. E quegli occhi da gatta non volevano più andarsene dalla mia mente. E poi... cos'era quel profumo che avevo sentito? Adoravo l'effluvio della paura e lei ne aveva avuta. Oh se ne aveva avuta. Ma c'era stato anche dell'altro.

Mi ritrovai nella casa abbandonata di Neibolt street a camminare avanti e indietro sul pavimento in legno malandato e scricchiolante, tra i vecchi mobili disastrati ed impolverati.La luce dei lampioni filtrava appena dalle finestre rotte, rattoppate da assi inchiodate. Continuavo ad arrovellarmi con quei pensieri, ma una cosa mi era chiara; avrei ucciso Alexis e la sua amica dal viso ovale!
La sera stessa le seguii senza farmi vedere ed entrai in casa con loro, dove credevano di essere al sicuro. Le guardai prendersi il the in cucina e mi infilai nella mente di Alexis; sentii la sua angoscia e la sua preoccupazione e aspettavo il momento giusto per attaccarle ma prima volevo conoscere le sue paure, i suoi segreti più nascosti, frugare tra i suoi ricordi... e cominciai da quelli.

Vidi lei, da bimba; aveva sei anni e viveva a New York con i suoi genitori. Aveva le treccine ed indossava un vestitino rosso con una cintura argentata; sembrava proprio una bambina per bene, dalle buone maniere. Giocava con altre due sue coetanee a fare le mamme con delle bambole. Doveva essere proprio deliziosa... mmmm... poi un altro ricordo; dieci anni. Piangeva disperata tra le braccia di sua nonna; aveva da poco avuto la notizia che i suoi genitori erano morti in un incidente aereo.

Dopodiché la vidi a dodici anni a scuola, in ricreazione. Un compagno di classe le aveva fatto un complimento e lei gli ruppe il naso con un pugno. Peeròò!

A quindici anni si faceva le canne con i suoi amici nello scantinato di casa e nel tempo libero, si dilettava con  piccoli furti ai danni di persone anziane. Mi ritrovai a sorridere, anche se era decisamente diversa da quella che avevo davanti in quel momento.

A sedici finì in riformatorio e conobbe un ragazzo con i capelli neri e gli occhi azzurri e glaciali; Jeremy. Vidi il loro primi sguardi, un bacio rubato in una sera di pioggia. Li vidi avvinghiati in un auto dove lui iniziò... a spogliarla.

Uscii di colpo da quei ricordi rendendomi conto di essermi materializzato di nuovo in un clown e di avere le mascelle serrate ed i pugni stretti. Non mi videro per un pelo. Sentii nuovamente lo stomaco in fiamme.
Ritornai ad essere invisibile ai loro occhi.

Chi era questo Jeremy? E dov' era? Si vedevano ancora? Si sentivano? Immaginai in quel momento di torturarlo fino allo spasmo e poi divorarlo. Ma dovevo sapere di più.

Entrai nuovamente nei suoi ricordi e la vidi a diciassette anni. Viveva con la nonna. Era quasi mattina e stava rientrando a casa. I suoi capelli erano scompigliati e quasi non si reggeva in piedi perché aveva assunto qualche droga che le aveva dato Jeremy. Ancora lui. Poi un altro ricordo; rubava in un appartamento. Di nuovo con Jeremy.

Passai al ricordo successivo; era a letto con Jeremy ancora e ancora. Sentii l'odore di quel sentimento, così puro e profondo, circondare ed avvolgere quei momenti; lei lo amava! E ciò mi fece ribollire il sangue. Se avessi potuto entrare a far parte di quella rievocazione mentale di loro non sarebbe rimasto nemmeno un lembo di pelle. Sentii una già incontrollabile rabbia continuare a crescere. Tutto quell'amore, tutto quel sentimento per lui! Volevo ucciderla.

Alexis e l'altra andarono a letto. Non volevano rimanere sole perché avevano paura di me. -Brave, fate bene. Ma tanto non rivedrete più la luce del sole- pensai. Ma non era ancora il momento. Mi insinuai nuovamente nei suoi ricordi.

Aveva diciotto anni; trasandata, ubriaca e drogata, girava per i ghetti di New York con altri tre ragazzi ed una ragazza conciata esattamente come lei. Ah già; uno di quei tre ragazzi era Jeremy. C'era anche lui. Ovviamente. Gli si avvicinarono quattro tizi, due dei quali grandi e grossi. Si insultarono e dopo poco arrivarono alle mani. Quello più grosso di tutti prese Jeremy e tirandogli un pugno lo fece cadere a terra. Tra tutti solo Alexis si mise in mezzo per difenderlo, interponendosi tra i due. Il ragazzo, alto circa 1.90, evidentemente palestrato e con delle braccia possenti, diede una lieve spinta ad Alexis che già si reggeva in piedi a stento, facendola cadere di lato; era ovvio che non fosse lei il suo obiettivo. Nel frattempo Jeremy si era rialzato preparandosi a difendersi dal bestione che si trovava davanti. Il tizio estrasse un coltellino a scatto facendoglielo ballare davanti alla faccia e Jeremy fece la stessa cosa. Jeremy fece la prima mossa cercando di colpire il suo avversario, ma l'altro, con una mossa decisamente più veloce, gli prese il polso, lo strinse con tutta la sua forza facendogli cadere l'arma. Con la stessa velocità ed agilità gli trafisse il cuore.

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