52.Chi è davvero il mostro?

145 11 45
                                    

Pennywise.

Trovai la botola e la disintegrai. Con un balzo saltai la rampa di scale sfondando la porta che mi trovai davanti e ciò che vidi mi uccise dentro nel peggiore dei modi. Vidi Alexis completamente nuda, trascinarsi per terra per raggiungere la porta che fino a poco prima era chiusa.

Aveva il volto tumefatto, ricoperto di sangue, gli occhi ed il resto del corpo marchiati a fuoco come avevo già visto nei video, ma... non era finita; quei bastardi le avevano amputato tutt'e due le gambe fino al ginocchio. Sentendomi entrare e non potendomi vedere si spaventò... i suoi lamenti mi fecero accapponare la pelle... lamenti che divenivano via via più rumorosi. Non riusciva nemmeno a gridare. La vidi in preda al panico, cercando di indietreggiare per proteggersi, con la poca forza che le scorreva nel corpo.

-No no no no no... no Alex! Oddio... no-

Mi avvicinai a lei, mi inginocchiai e con la coda dell'occhio riuscii a vedere un corpo immobile ed insanguinato su un letto e non ebbi il coraggio di voltarmi.

Presi Alexis tra le braccia e cercò di colpirmi, stremata. Avrei voluto parlarle, rassicurarla, ma non riuscii nemmeno a pronunciare il suo nome.

L'abbracciai e le diedi un bacio delicato in testa. Cercò di stringere le sue dita attorno al mio braccio, mi tirò flebilmente la manica del costume cercando con tutta sè stessa di urlarmi ciò che le avevano fatto, senza riuscirci.

Aveva perso molto sangue e ne continuava a perdere. Mi bruciavano gli occhi, la testa, il petto... mi bruciava tutto, tremavo. Poi pensai che se avesse avuto ancora il mio sangue in circolo le ferite avrebbero smesso di sanguinare. Ero certo, quindi, che avrei potuto dargliene un altra goccia per salvarla
... ma le gambe non le sarebbero comunque ricresciute e le violenze subite l'avrebbero perseguitata per tutta la vita, portandola inesorabilmente verso la pazzia. Se le avessi dato il mio sangue non l'avrei salvata; l'avrei condannata.

Nonostante non volessi sentire i suoi pensieri... perché già vederla in quelle condizioni era atroce... sentii comunque la sua immensa agonia e avrei solo voluto che non soffrisse più.
L'appoggiai meglio tra le mie braccia, accarezzandole il viso e tenendolo contro al mio petto, cullandola.
Dandole altri piccoli, teneri baci in testa.

Lei lo capì.

La sentii calmarsi, senza mai smettere di stringere la manica del mio costume.

Lei lo sapeva cosa stavo per fare.

Le diedi un ultima carezza sul viso, facendo poi scorrere la mia mano sotto al suo mento delicatamente, prendendolo tra le dita.

Potè sentire le mie lacrime caderle sulle guance e protese la sua mano sul mio viso, accarezzandomi piano e la ritrasse.

Fu il suo modo di dirmi addio.

"Ti amerò finché avrò vita Alex... ti prego... perdonami" riuscii a dirle con la gola chiusa.

E così presi un gran respiro e feci roteare violentemente il suo viso spezzandole il collo. Lo sentii spezzarsi nelle mie mani.

Percepii un'altra folata gelida pervadere ogni organo nel mio corpo ed il suo dolce sorriso ed il suo sguardo mozzafiato mi comparvero davanti agli occhi, ma diversamente dalla volta precedente... in quel momento capii che era la fine anche per me. Come un recipiente colmo d'acqua che, goccia dopo goccia, si svuota... la mia forza vitale si stava esaurendo.

Il mio cuore era diventato solo un pezzo di carne, un muscolo deteriorato e martotiato che stava cessando di battere. Strinsi ancora il suo corpo tra le mie braccia, chiedendole ancora di perdonarmi per ciò che avevo fatto. Per aver sperato di poter vivere per sempre con lei senza essere stato in grado di proteggerla.

WiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora