31.Le cose si complicano

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Pennywise.

Stavo dormendo ed ero conscio di essere in un sogno. Mi guardai attorno, constatando, con sorpresa, di passeggiare nella mia forma umana, sulla sponda di un lago.

Era il tramonto ed il cielo sembrava dipinto dalla mano esperta di un pittore,  con sfumature rosse, gialle e blu che regalavano tutt'intorno ed alla superficie lacustre, uno scenario spettacolare. Tutto era immobile; l'aria, l'acqua, le fronde degli alberi. Quattro barche erano legate al molo ed un pontile in legno si estendeva fino al centro dello specchio d'acqua. Sul prato, poco distante da me, vidi due sdraio; sembrava fossero state piazzate li apposta per godersi il panorama. Avrei voluto che Alexis fosse li con me per poterle far vedere  tanta meraviglia.

Ad un tratto, da lontano, notai qualcuno avvicinarsi; era una ragazza sui 25 anni che camminava sulla battigia a piedi nudi  ed indossava una veste color indaco che le ricadeva morbida sul corpo. I capelli erano di un biondo talmente chiaro da sembrare bianchi,  raccolti da un'unica treccia. Il suo viso era particolare; sembrava quasi un anime giapponese con gli occhi enormi, di un azzurro particolarmente chiaro. Aveva le fattezze di una donna umana, ma lo sguardo tradiva un'altra provenienza. Appena fu davanti a me, i suoi occhi divennero blu come la notte mentre minuscoli puntini luminosi si muovevano all'interno delle sue iridi più grosse del normale; sembravano costellazioni nello spazio sconfinato.

Un accenno di sorriso comparve sulle sue labbra nel vedermi. All'altezza della clavicola vidi un piccolo tatuaggio... di luce, che raffiguarava una tartaruga.

"TU!" Le dissi deciso.

"Io" rispose dolcemente. La sua voce era melodiosa e delicata.

"Cosa vuoi?!"

Vieni, Pennywise. Facciamo due passi" mi invitò sorridendomi dolcemente.

Sbuffai, ma mi incamminai al suo fianco  in riva al lago.

"Immagino di doverti ringraziare per avermi fatto recapitare quel messaggio tramite Eleonore" iniziai.

Mi lanciò un'occhiata fugace con la coda dell'occhio, senza dire nulla.

"E... grazie anche per l'incubo che ha avuto Alexis... quello in cui Travis la aggrediva verbalmente e fisicamente. Gan mi ha detto che era un messaggio per lei... da parte tua. Volevi avvertirla del fatto che fosse una persona pericolosa, ma lei non l'ha capito. D'altronde..." e mi fermai girandomi verso di lei "...come avrebbe potuto capirlo?! Se Gan non me l'avesse accennato e se non ci fossi arrivato in tempo... non sarei mai tornato da Alexis e di conseguenza non avrei potuto salvarla. Avresti potuto essere un po'più chiara, comunque!"

Lei mi fissava con quel suo sguardo pacifico... uno sguardo che riconobbi, nonostante la forma diversa con cui si era ripresentata davanti a me. Uno sguardo che mi era sempre sembrato stupido.

"Il messaggio non era per Alexis, ma per te" osservò.

Rimasi perplesso. "Per me?"

"Sì, Pennywise. Nell'incubo tu lo uccidevi. Avresti dovuto farlo"

"La voglia c'era. Ma no. Per fortuna Eleonore mi ha fermato... Alexis non me l'avrebbe mai perdonato, io le ho promesso di..."

"Esatto, Travis doveva morire. Alexis si sarebbe resa conto che non puoi cambiare e avrebbe finito per detestarti per essere l'assassino che sei e per non aver mantenuto la promessa... e tutto si sarebbe sistemato"

Non risposi. Non avevo parole.

"So che non capisci ma... fidati di me"

"Fidarmi di te??! Non scherzare! E poi...cosa diavolo stai dicendo??! Travis è in prigione! E comunque ci sono io a proteggerla. Io sono innamorato di lei e lei lo è di me! Stop. Il resto non mi interessa! Ed io che credevo volessi aiutarmi davvero! Sei solo una vomitatrice di mondi!!"

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