11.Il sonnifero

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Alexis.

Avevo un disperato bisogno di dormire e mi venne in mente che il padre di Eleonore soffriva insonnia e aveva dimenticato a casa della figlia una bottiglietta di sonnifero. Decisi quindi di andarla a trovare; l'avvertii e salii in auto senza però dirle il motivo. Avevo ancora i nervi tesi a causa della visione di Eleonore mutilata da Pennywise. Per strada mi chiesi se ciò che avevo visto fosse un'allucinazione dovuta alla stanchezza, un'illusione del clown o cosa. Ma riflettendoci bene, la pazzia non era contemplata.

Arrivai da Eleonore e prima che potessi suonare il campanello, mi aveva già aperto il cancelletto.
Viveva in una casa enorme in stile americano coloniale, con colonne e porticato, lasciatale da sua nonna. Era immersa in un giardino ben curato, tra piante e fiori colorati. Il vialetto d'ingresso, costituito da lastre in pietra, era adornato ai lati da campanule viola e altri fiori bianchi e rosa chiamati Phlox subulata; mi ero fatta una cultura di fiori da quando la frequentavo.

Arrivò ad accogliermi con il suo solito sorriso splendente e mi fece accomodare. "Sei riuscita a riposarti?" mi chiese portandomi in cucina dalla quale proveniva un ottimo profumino di torta al cioccolato. "No. Ogni volta che provo a chiudere gli occhi succede sempre qualcosa".

"Cioèèè??"mi chiese spalancando i suoi occhi azzurri aspettandosi chissà quale strabiliante notizia. Abbassai un po' lo sguardo perché non mi andava troppo di dirle del sogno.
"Wise è venuto a trovarti?" mi chiese con un sorrisone e gli occhi sognanti. Corrugai un istante la fronte "Wise? E 'Penny'?" Le chiesi incrociando le braccia al petto aspettando la sua risposta, mentre dal ripiano della cucina scopriva la torta coperta da un asciugamano. L'appoggiò sul ripiano della penisola e prese un coltello per tagliarla. "Oh andiamo... ma può, uno così chiamarsi Penny?! Magari da dove viene lui 'Penny' è il cognome!"

"Non ci credo che stiamo davvero parlando di questo, comunque... Eleonore... è una creatura maligna che uccide esseri umani e Dio solo sa dove vive. Mi stupisce che sappia parlare e che abbia addirittura un nome ma dubito che possa avere anche un cognome"

"Ok. Ma per me rimane Wise" disse tagliando due fette di torta.

"Ok... ma da quando siete in confidenza?" Le chiesi mentre dalla credenza tirò fuori due piattini.

Arrossì. "Eddai ma... pensa se andassimo a trovarlo a casa sua..."
Mi si gelarono le mani. - 'Andassimo a trovarlo a casa sua' ... -
Poi continuò: "Ti immagini di bussare alla sua porta, un po' come farebbe Sheldon Cooper?? Toc toc toc Penny??" Disse bussando tre volte sul tavolo.
Io intanto ringraziai mentalmente me stessa per non aver ancora messo in bocca la torta. Incrociai le braccia sul tavolo nascondendoci la faccia e cominciando a ridere. "EEEEleonoreee... ma dove ti ho trovata???!!!" Una ventata di serenità mi raggiunse spazzando via per un attimo le immagini atroci di quell'incubo e di quella strana visione.

"Ok. Dovessi rivederlo lo chiamerò 'Wise' o dopo questa potrei ridergli in faccia" gli risposi solennemente, dopodiché addentai quella bontà al cooccolato.
Eleonore mi sorrise soddisfatta. A quel punto decisi di raccontarle del sogno e di tutto ciò che era successo subito dopo, omettendo, però, che la vittima fosse lei. Rimase esterrefatta e notai la pelle d'oca sulle sue braccia mentre se le massaggiava.

Mi abbracciò.

Le raccontai di Robert, che aveva cercato di aiutarmi e del malinteso. Del fatto che lo avessi visto arrossire e che non me l'aspettassi... ma nulla. Nessun apprezzamento, nessuno scintillìo nei suoi occhi, niente di niente. Solo un sorriso. Pareva proprio che di lui non le importasse più nulla.
Così.
Dall'oggi al domani.

Le raccontai anche dell'incidente che stavo per avere tornando a casa e la vidi impallidire. "Merda secca Alexis!! Dormi qui... ti porto io a lavoro finché non ti riprendi!" Mi disse preoccupata. Ma rifiutai.

Detestavo pesare sulle persone e comunque il problema non era dove fossi ma quei dannati incubi che non mi permettevano di dormire e cercai di farglielo capire.
Allora le parlai del sonnifero che, secondo me, poteva essere una valida soluzione.
Era stata lei a parlarmi dei problemi di suo padre legati all'insonnia che lo accompagnava da sempre.

"No Alexis, è pericoloso. Dovresti fartelo prescrivere da un medico"

"Io non ho problemi d'insonnia... non me lo prescriverà mai nessun medico. Ho solo bisogno di dormire e se stanotte non dovessi riuscirci di nuovo... penso che potrei dare di matto..."

"Ma... tu pensi che... sia stato lui?"

"A farmi avere quegli incubi e quella visione?"

"Si"

"Può darsi... l'alternativa è che io abbia fatto tutto da sola. Lui mi ha sconvolto e la stanchezza ha fatto il resto..."

Eleonore mi parve dubbiosa. "Non saprei, Alexis. Effettivamente potrebbe essere stato lui. Ma perché?"

"Non ne ho idea. Ma sinceramente non mi interessa" mentii.

"A meno che... non sia il suo modo di corteggiarti."

La guardai un momento come se fosse impazzita.

"Infondo, se ci pensi bene, potrebbe essere. Prendi ad esempio i gatti. Quando catturano qualche animale, tipo un topo o un uccellino, ci tengono a farlo avere in regalo al proprio padrone. Avevo un sacco di gatti a Los Angeles quando ero piccola. E... mi portavano 'regali' tutti i giorni"

"Certo. Io quindi sono Titty e lui gatto Silvestro" le dissi ridendo, ma poi le dissi ancora: "Allora poteva tranquillamente continuare ad offrire palloncini!"

Eleonore mi diede ragione con lo sguardo.

"Scherzi a parte. Non so cosa pensare. Magari sono davvero pazza" le dissi seriamente.

"No. Lo escludo categoricamente. Tu non sei pazza. Non più di me" e mi sorrise.

"Quindi... me lo dai?"

Mi fissò incerta.

"Eleonore, ti prego, lo uso solo una o due volte, poi te lo riporto... voglio dormire, perfavoooreee" le chiesi cercando di guardarla con occhi da cerbiatto. A lei riusciva bene.

"... ok..." rispose con riluttanza "... ma poi me lo ridai. E se continui a non dormire o ad avere incubi ti porto da un medico, ok?"

Le sorrisi contenta e l'abbracciai.

"Certo. Grazie Ele"

"Figurati. Ma per favore, non guardarmi più così; sei inquietante" e si mise a ridere. Poi disse ancora: "Settimana prossima viene a trovarmi mio padre. Credo si fermerà tutta la settimana. Mi ha chiesto se ci facciamo tutt' e tre una serata al ristorante cinese e poi cinema".

"Ah... emh... ti- ti faccio sapere perché non so come sono messa con i turni settimana prossima... ok?

"D'accordo ma speriamo di riuscirci stavolta"

Patrik... lo stavo evitando da quella volta in cui... bah. Preferivo non pensarci neanche, ma decisamente non volevo più rivederlo.

Dopo la fantastica merenda e la conquista del magico mondo dei sogni in bottiglietta, ringraziai nuovamente Eleonore e andai.

Tornai a casa mia; erano le 15.30. Chiusi tutte le persiane e andai in camera.

Lessi il bugiardino; - ok, cinque gocce in acqua e pam! Tanta nanna per otto ore... mmm, pensandoci bene cinque gocce in più non possono farmi male-.

Mi sedetti sul letto bevendo il tutto e sdraiandomi pensai che qualsiasi cosa avesse deciso di farmi... non me ne sarei accorta.

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