18.Disperazione

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Pennywise.

Mi svegliai nelle fogne.

-Dovrei essere l'ombra di Alexis... e mi ritrovo a dormire. Dovrei proteggerla da quel verme di Jeremy e crollo come la bella addormentata! Beh, fortunatamente non andrò più in letargo e questo mi darà modo di esserci, per lei. E di poter stare con lei-.

Quel pensiero diede vita a nuove emozioni. -E tra l'altro... come avrei potuto sopportare di starle distante per ben 27 anni?!-.

L'avrei protetta io da qualunque cosa, per sempre, beandomi di ogni singolo istante che mi era concesso di starle accanto.

E mi ritrovai a sorridere.

Il sole stava sorgendo sulla città e andai da lei: volevo guardarla mentre si svegliava, volevo poter assaporare ogni espressione, ogni smorfia sul suo viso da incantatrice.

Entrai in casa sua, sbucando dal lavandino del bagno, oltrepassai la porta cercando di fare il minimo rumore ed entrai in stanza. Il letto era sfatto e vuoto allora andai nel salone, guardandomi attorno ed in fine, in cucina... ma non la trovai. Guardai fuori e vidi la sua auto parcheggiata al solito posto. Non era li.

-Ma certo! Avrà passato la notte dalla sua amica. Saranno sicuramente sveglie a blaterare... ora almeno Alexis potrà dire alla biondina che i miei genitali ci sono-. Sorrisi scuotendo la testa immaginandole ma poi mi fermai di colpo. -Ma a cosa diamine vado a pensare! Io. Pennywise. La divoratrice di mondi... già, la divoratrice... prima o dopo dovrò spiegarle anche questo ma... c'è tempo-.

Arrivai in camera della sua amica... che stava dormendo. Da sola. Una sensazione strana mi avvolse. La cercai nel bagno accanto alla stanza della biondina, nella camera degli ospiti... persino nel ripostiglio. Scesi le scale dove mi accolse un ampio salone e dirigendomi a destra entrai in cucina. Non era neanche li. Sulla sinistra, invece, entrai in un piccolo bagno. Controllai persino in cantina ma di lei non vi era nessuna traccia. -Dannazione! Dove si è cacciata??!-.

Poi pensai... al suo ex amante... quel Travis -che sia da lui?! Ma... no. Impossibile. L'ultima volta che ho letto i pensieri di Alexis decisamente non voleva più vederlo, altrimenti non l'avrei lasciato vivere. Però... se l'avesse convinta? Mmmmmm no... non credo. Ma andrò a controllare ugualmente-.

Così andai da lui. Non era nel letto. Captai dei rumori provenire dal bagnoe mi avvicinai sentendolo ansimare. -Lo uccido!- . Li immaginai insieme... lei stretta a lui... ed un'esplosione di rabbia mi raggiunse in un istante; ero pronto a divorarmelo. Entrai in bagno di soppiatto per staccare la testa a morsi a quella sottospecie di uomo ma appena entrai vidi che era solo. Nella doccia. Occhi serrati e labbra schiuse in una smorfia di godimento mentre giocherellava con il suo membro sotto l 'acqua corrente. Era talmente preso che non si accorse neppure che ero li senza essermi neanche reso invisibile ai suoi occhi.

Me ne andai. Avrei fatto volentieri colazione, ma prima dovevo trovare Alexis.

Così andai nel locale del tipo tatuato scrutando ogni tavolo ma di lei nemmeno l'ombra.

La ragazza al bancone mi salutò con un gran sorriso ed appena la fissai la vidi arrossire.

Me ne andai.

Non riuscivo a trovarla nè a percepire la sua presenza da nessuna parte. Era come se fosse... - no, non voglio neanche prenderla come ipotesi!-.

Passai le ore sucessive a cercarla per tutta Derry; nei cinema, nei bar, nei negozi, persino nei boschi. Anche negli ospedali ed infine, negli obitori. Nulla.

Se fosse tornata a New York avrei comunque sentito la sua presenza, anche se fosse stata all'altro capo del mondo. L'avrei avvertita... se fosse stata viva ma... era come se lei non lo fosse più.

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