Wise

7.Sette mesi prima

Ciao a tutti, spero che la storia vi piaccia... comunque in questo capitolo, come si può capire dal titolo, darò spazio ad un episodio del passato. Anche se penserete che non c'entri nulla con la storia... in realtà c'è più di un motivo per cui l'ho scritto 😁. 2 motivi in realtà.
Comunque se avete domande... fatevi pure avanti 😊... ciaooo.

Alexis.
Ore 12.30,domenica.
Il ristorante era affollato e davanti alla mia cassa e a quella di altre due colleghe, si era formata la solita fila. Ad un certo punto vidi entrare una ragazza che sembrava uscita da un video di Lady Gaga. Al suo arrivo si voltarono tutti a guardarla; uomini, donne e persino i bambini. Sfilando come fosse su una passerella di alta moda arrivò in cassa senza degnare di uno sguardo chi era in coda da un po'.

Aveva dei vaporosissimi capelli ricci e castani e degli occhi color nocciola da far invidia a Bambi. Indossava uno striminzito top nero con striscie dorate verticali,da cui traboccava un seno formoso, brillantino all'ombelico ed una minigonna in jeans a vita bassissima. Le unghie fuxia a punta lunghe almeno 2cm, orecchini pendenti e credo anche un tacco dodici.

"Tu! Chiamami il responsabile!" Mi disse con fare altezzoso. Il mio abituale sorriso lavorativo si spense come il motore di un auto quando decide di lasciarti in mezzo ad una strada anfosa, dando spazio ad una smorfia colma d'astio, fissandola. Fosse successo mesi dopo avrei anche potuto pensare -dov'è Pennywise quando serve?!-

Vidi la miss tentennare per un attimo ed il vociare della gente in coda alla mia cassa si smorzò di colpo.

Effettivamente più d'una persona, nel corso degli anni, mi aveva fatto notare quanto il mio sguardo potesse incutere un certo... diciamo, disagio. Cercai comunque di rimanere calma; in fondo ero abituata ai cafoni.

"Prego?" Le chiesi subito dopo con lo stesso tono che si usa con i bambini a cui si vogliono insegnare le buone maniere. Inarcò un sopracciglio con disappunto. "Ho- detto- chiamami-il-responsabile!" Gracchiò.

Finii di prendere l'ordinazione del ragazzino che avevo di fronte, riprendendo il sorriso.
Nello stesso momento miss educazione cominciò a picchiettare le sue lunghissime unghie sul bancone, visibilmente irritata, evitando però di guardarmi in faccia.

Nei miei periodi migliori quelle unghie gliele avrei fatte saltare una per una. In quelli peggiori le avrei dato fuoco ai capelli. Ad ogni modo quelle cose non le facevo più e comunque non sul posto di lavoro.

Mi voltai e vidi Travis parlare con un collega. Gli feci cenno con la mano e appena mi vide, corse subito da me. "Dimmi Alexis, hai bisogno?" Mi disse piano appoggiandomi una mano sulla spalla.

"Travis!!!" Lo chiamò acida la ragazza alzando la voce. Lui alzò la testa e come la vide le andò subito incontro. "Oh, Jasmine... scusa, non ti avevo visto!" si scusò lui in evidente imbarazzo. Sparirono nell'ufficio di Travis tra le risatine della gente in fila e mi parve anche di sentire lo schiocco di una frusta, suono proveniente da un cellulare di qualche ragazzino in coda.

Il giorno seguente, Travis mi fece l'ennesima avances. Mi portò nel suo ufficio e... mezz' ora dopo ci stavamo rivestendo.

Come già detto, lui era al corrente di saperci fare ed io sapevo di non essere la prima a cedere alle sue proposte e probabilmente neanche l'unica in quel periodo, ma non m'importava, come non mi importava di lui.
Prima di uscire dall'ufficio ribadì di avere una ragazza , che tra noi poteva esserci solo quello e bla bla bla. La mia risposta fu un unico "ok, perfetto", gli sorrisi frettolosamemte ed uscii.

Poi, con il passare delle settimane, cominciò a mandarmi messaggi spinti o foto sue senza boxer o in pose osè. A volte gli rispondevo, a volte no. Mi scriveva sempre lui per primo.
A lavoro lo trattavo come un responsabile qualsiasi ma quando si avvicinava per parlarmi vedevo le altre ragazze scambiarsi sguardi e risatine. Quindi cominciammo a vederci fuori dall'àmbito lavorativo.