CAPITOLO-41

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La giornata passò silenziosa, io con le mie scuse in gola che ogni qual volta volessi aprir bocca sprofondavano sempre di più e lui con una nuova lettura in mano. Mi erano rimasti solo i compiti da poter fare ma ero finito per terminare quelli scritti e rimanevano le cose orali. Come qualsiasi altra persona, credetemi se vi dico che studiare davanti al tuo preside parlando anche era imbarazzante, non riuscì a studiare e questo fu il motivo per il quale rimasi con le mani in mano a non far niente se non spiarlo qualche volta. Finchè non ne avremmo parlato e non gli avessi chiesto scusa ero sicuro che non saremo andati da molte parti. 
Infatti anche per pranzo cucinare e mangiare fu davvero imbarazzante come silenzio. Alla fine infatti non è che sbocconcellai chissà che e parve accorgersene nell’istante in cui abbandonò il telefono con cui scriveva a chissà chi e adocchiò me che mi ero appoggiato alla sedia da almeno già dieci minuti lasciando perdere il piatto mezzo vuoto dedicando la mia attenzione a Zayn che mi stava rispondendo ora, scusandosi a sua volta. 
Non capivo sinceramente cosa dirgli e come prenderlo, perché si fosse smontato così per una mia semplice e stupida frase per di più. L’avevo smontato su di noi un sacco di volte…E forse ero una merda proprio per questo. 
<<Se non mangi avrai fame dopo, e non so quanto tempo avremo per mangiare>> rivelò e corrugai la fronte distraendomi dal cellulare. 
<<In che senso?>> soffiai e lui scrollò le spalle <<Il Sea Life è un acquario al chiuso. Pertanto perché non andarci anche se piove>> abbassò nuovamente lo sguardo e mi mordicchiai una guancia sentendomi davvero confuso. Avrebbe voluto farmi una sorpresa o aumentare le mie colpe? 
<<Uhm, ma…non sarebbe meglio andare in una giornata di sole? Così potremmo fare un giro dopo…>> 
Harry riportò gli occhi nei miei e corrugò la fronte <<Hai altro da fare?>> 
Scrollai le spalle abbassando il capo <<No>> ripresi a mangiare di mala voglia pensando a una gita molto silenziosa e seccante. 
Infatti verso le tre si alzò dalla poltrona chiudendo il libro <<Sei pronto?>> domandò e preso di sorpresa annuì pensando che la mia tuta fosse più che passabile. Infilai le scarpe, presi le cose necessarie e mi diressi fuori casa insieme a lui salendo in macchina al pelo. 
Il Sea Life aveva un che di familiare e le prime parole che gli rivolsi una volta entrati furono uno sbuffò e un leggero <<Perché devi sempre pagare tu?>> ma questa volta Harry, forse allegro per i pesci o i mille colori accesi, non ne avevo idea, mi circondò le spalle con un braccio e sorrise dopo ore d’ansia <<Rilassati e goditi la vista, e leva quel muso, non sono arrabbiato con te. Solo molto esasperato>> a quelle parole uno spiacevole pensiero mi venne alla mente. Nonostante mi amasse e avesse ribadito più volte che non sarebbe sparito presto questo sentimento, avevo la chiara immagine di lui che mi rivelava si fosse stancato di me verso il prossimo anno. Fu anche per quello che fissai le vetrate senza vederle davvero e con una brutta sensazione in gola quasi volli piangere dall’irritazione delle mie idee e della giornata. Non volevo più godermelo e basta, non m’importava più di scoparci o qualsiasi bambinata io avessi precedentemente pensato a Settembre. Volevo amarlo, e starci probabilmente per sempre! Avrei voluto che lui mi amasse per sempre. 
Strinsi i pugni nelle tasche della giacca di jeans e guardai quel piccolo squaletto muoversi. Lui era al mio fianco che fissava incantato la vetrata bluastra, resa così ammaliante dalle luci, e quando mi buttò un occhio notai il suo sguardo spegnersi appena. Quella giornata fu una vera merda, iniziai addirittura a pensare che lui meritasse più di un neo adulto che restava a pensare a fottuti problemi relazionali come un dodicenne e che lo prendeva sempre a pesci in faccia. Mi ero aspettato quella vacanza come qualcosa di spettacolare, eppure così non era. Teoricamente sarei stato io quello che avrebbe dovuto avere di più, eccellere a qualcosa di migliore di un uomo più grande di me, divorziato, con una figlia con cui ero persino stato. Ma a quanto pareva il mio cuore aveva sempre una direzione sbagliata in amore. Se gli avessi detto di amarlo mi sarei sentito stupido, ridicolo, un fottuto mollaccione. E chissà cosa m’induceva a pensarla così perché Harry non era Eleanor, non si faceva, non mi avrebbe ferito e di certo non avrei rischiato di non sentirmi ricambiare dato che l’aveva già confessato. 
<<Puoi per favore rilassarti?>> esalò dopo aver richiuso la porta di casa una volta di ritorno. Sospirai sfregandomi la fronte levando le scarpe. Magari… 
La visita al Sea Life era durata un’oretta, poco di più, e con la pioggia non c’era stato molto da fare. 
<<Louis>> sospirò e sfilai la giacca scostante. Ero così…giù. Per niente d’importante, questo era il bello. Mi voltò tirandomi a sé e posò la bocca contro la mia dolcemente per abbracciarmi le spalle. Quando si staccò leggermente scossi il capo nell’istante in cui mi spinse con le gambe contro al divano <<No, sono depresso Harry>> non avevo voglia di fare niente di niente. 
Lui sorrise <<E chi ha detto niente? Depresso è una grande parola, non adatta a te. Se mi dicessi che c’è che non va te lo toglierei dalla testa in un secondo>> scese a pizzicarmi i fianchi e sospirai sedendomi sui cuscini <<Non c’è niente da dire. Un pensiero tira l’altro e peggiorano tutti>>
Alzò gli occhi sedendosi a sua volta spostandomi le gambe sopra le sue <<E tu dimmene almeno uno>> 
Deglutì mordicchiandomi un labbro non sapendo cosa dirgli. Se quelli stupidi o quelli seri. Quattro pensieri mi attanagliavano la mente in quel periodo: mio padre, i soldi, Eleanor e la nostra relazione. 
Prima che potessi pensarci ancora molto la mia bocca si aprì e <<Non pensi mai di meritare di meglio?>> lo osservai e lui corrugò la fronte <<Di me dico>> 
Sorrise ancora accigliato scostando lo sguardo prima di ridacchiare <<Cosa?>> mormorai ma lui continuò a scuotere il capo e ridere <<Cos’hai da ridere?>> lo colpì con il piede e mi afferrò la caviglia tra le mani bloccandomi. 
<<Sei stato in pensiero tutto il giorno per questo?>> 
<<No, ovvio che no. Questo l’ho pensato in seguito a quello che ho detto e all’acquario>> sospirai <<Ti dico questo solo perché sono qua con te e voglio risolvere la cosa levandomi almeno questo dalla testa perché io merito di meglio, e lo sappiamo entrambi ma allo stesso tempo non voglio o- o penso di essere una merda. Non lo so è come se ti trattassi male in continuo e quindi penso che meriteresti di meglio ma forse è così solo perché spero che tu mi molli così che la colpa sia tua, che io non abbia tutti questi problemi a casa con mia madre che non lo sa mentre papà sì e->>
<<Cosa?>>
Mi bloccai quando il suo tono divenne scioccato così come la sua espressione. Corrugai la fronte confuso e poi mi resi conto di quel che avessi detto. Sgranai gli occhi e chissà sulla base di quale criterio le mie guance s’infiammarono. 
<<Cosa>> soffiai e lui si aprì in un sorriso enorme, che mi fece distogliere lo sguardo, mentre mi mordevo la lingua <<L’hai detto a tuo padre? Aspetta, gli hai detto che ti piacciono i maschi, o->>
Alzai gli occhi al cielo ammettendolo <<Gli ho detto nome e cognome Harry>> 
Lui si mordicchiò la guancia <<E…Di te e Darcy?>>
<<Anche>>
<<E lui lo dirà a tua madre?>>
Sospirai cercando di eliminare il nodo in gola al pensiero delle sue parole <<No, ha detto che se lo porterà nella tomba>> sussurrai e lui perse il sorriso.
<<E…Tutto qua?>> 
Scrollai le spalle e lo osservai <<Ha detto che gli sembri responsabile e basta. Però…Credo che entrambi meritiamo di meglio>>
Lui si appoggiò allo schienale del divano sospirando serio <<Sarebbe stupido da parte mia lasciar andare qualcuno che amo, specie per qualcun altro che si suppone venga nel futuro>> 
Sbuffai tirandomi a sedere <<Non dico questo, dico solo che mi sembro…non so, ingiusto con te, tutto qua>> 
<<Ingiusto per cosa? Cosa pensi, solo perché in questi mesi non ti ho trattato male non vuol dire nulla, l’ho fatto prima>> 
<<Non ne sono sicuro Harry. A- a te non sembra di star sempre rovinando tutto? Perché a me sì>> scossi il capo e mi prese le mani fra le sue <<Io sto rovinando la mia famiglia Louis…Direi di sì>> feci per aprire bocca ma mi fermò <<Ma, ti amo. E amo anche Darcy. E non c’è un bel niente da scegliere perché anche se è difficile per ora stiamo bene così. Giusto?>>
<<Sì ma->> 
<<Niente ma Louis, smettila di pensare queste cose okay? Siamo in due in questa cosa, non stai rovinando tutto tu. Chiaro?>>
<<Come vuoi>> lasciai stare e ricaddi a mia volta sul divano. 
<<Questo era il problema?>> 
Risi <<No, certo che no>> 
Lui mi guardò male ma scrollai le spalle <<Dovevo solo dirtene uno, no? Sono con te, perciò risolvo le cose con te>>
Harry alzò gli occhi e mi tirò a sé dal polso facendomi perdere l’equilibrio così che per reggermi dovessi appoggiarmi contro di lui <<Dimmi il resto>> soffiò ma negai. 
<<No…non sono pronto>> 
Harry sorrise leggermente <<Sono cose brutte?>> 
<<No…Ma in realtà questa non era una cosa leggera, pertanto avrei dovuto dirtene una ma non sembro esserci riuscito>> sospirai e si morse un labbro osservandomi <<Credo che una cosa che ti faccia preoccupare sia tuo padre, giusto?>>
Sbuffai posando la guancia contro la sua spalla <<Sì ma…non c’è davvero qualcosa che possa fare. Parlargli l’ultima volta è stato una merda mi sembrava che…Che fosse l’ultima volta>> mormorai e mi accarezzò la schiena posando le labbra contro la mia tempia parlandovi sopra. 
<<Mi dispiace Louis>>
<<E di che, nemmeno lo conosci>> 
<<Mi dispiace per te infatti>> 
Faceva schifo che lui si dispiacesse per me ma lo lasciai fare, bisognoso del suo abbraccio e delle sue rassicurazioni. 
<<Be’ non c’è due senza tre no?>> disse poi e corrugando la fronte alzai lo sguardo confuso <<Sarebbe?>>
<<Mi hai detto due cose…ore dimmi la terza>> sorrise leggermente e sbuffai alzando gli occhi al cielo nuovamente <<Ti va di sfiga, le cose sono quattro>> 
<<Facciamo così, tu mi dici le tre più leggere e ti tieni quella pesante>> 
Sorrisi ritornando contro la sua spalla <<Teoricamente dovrebbe essere il contrario>>
<<Sì ma sai, qualcuno qua non vuole dirmi la cosa pesante>> scherzò pizzicandomi i fianchi e sobbalzai guardandolo male <<La cosa pesante in realtà non è così pesante>> ammisi. Erano solo soldi…La domanda era come usarli anche se ormai l’idea di fare a metà con mia madre era la più ovvia. 
<<Tu intanto dimmi quella leggera>> 
Sbuffai <<E’ una stronzata. Una lunga storia…>>
<<Allora mettiamoci comodi>> e lo guardai confuso alzarsi e mettere su il fottuto bollitore. 
<<Che stai facendo?>> 
Mi sorrise appoggiato al bancone mentre aspettava che l’acqua bollisse <<Per tutte le lunghe storie ci vuole il tea. O volevi la cioccolata?>>
Sorrisi sciogliendomi <<No, non è una storia da lacrime>> sospirai e quando tornò con le tazze corrugai la fronte <<E se fossi un tipo da latte?>>
<<Il latte caldo è per chi dorme amore, non per chi deve raccontare qualcosa>> 
Lo accontentai prendendo la tazza e si sedette di fronte a me fissandomi in attesa <<Dio come sei strano>> mormorai con un sorrisetto <<Stiamo per parlare di Zayn->>
<<Gesù Malik è davvero una palla al piede>> m’interruppe e lo guardai male <<Scusa, ma chiariscigli che il prossimo anno col cazzo che mi chiamerà Harry>> 
Ridacchiando presi un sorso notando che il sapore non fosse male <<Zayn e Perrie, stavo dicendo. Il fatto è che sono stati insieme, poi lei ha tradito lui ed era quello che tutti noi pensavamo ma->>
<<Sì c’ero anche io quel giorno, lo so andiamo avanti>> 
Lo guardai storto <<Come faccio a dirti una storia se non ti zittisci?>> sbuffai e lui alzò le mani zittendosi <<In sostanza, lei ha rivelato che non è mai stato così e la colpa se Zayn l’ha lasciata è soprattutto mia. Dato che io non avevo molti problemi a farmi un po’ tutte le ragazze o divertirmi che fosse, nello spogliatoio se ne parlava e…In sostanza si parlava anche di Perrie. Non ci credevo, dunque avevo lasciato stare per un po’ ma poi le cose sono peggiorate, tutta la scuola lo diceva e Zayn ci stava male. Pensava fosse vero, noi anche e Perrie…Lei è sempre stata troppo appariscente quindi era ovvio, o almeno per me. Così, dato che i ragazzi non volevano, mi sono impegnato per farla finire. Ho convinto Zayn a finirla. E non spettava a me perché Perrie non è mai andata a letto con altri quindi è stata colpa mia e lei mi ha leggermente insultato l’altro giorno… In sostanza mi ha sbattuto in faccia che devo andare a fare in culo e che Zayn lascerà Eleanor, che riprenderà a farsi>> tintinnai le dita sulla tazza abbassandovi lo sguardo <<E quindi la mia vita è un’unica colpa>>
<<Non è colpa tua se Edwards è stronza e Calder problematica>> mi osservò serio e sbuffai una risata <<Come se fosse vero…In realtà io potevo fare di più. E’ colpa mia perché tra tutti solo io ho sbattuto in faccia a Zayn quello che la gente dicesse, senza preoccuparmi di parlarne con Perrie prima. Potevo fare di più con Eleanor ed è colpa mia se è andata in overdose perché sapevo che la mattina si fosse già fatta. E non era il caso rifarsi al pomeriggio... Sono un disastro>> 
Posai la tazza sul tavolino nonostante fosse ancora mezza piena e passai la lingua scottata sul palato. Ecco perché non ammattivo per il tea… Lui copiò il mio gesto e si allungò per stringermi a sé <<Okay, non è colpa tua lo stesso. Il destino delle persone non lo detti tu, e per dirti quelle cose Perrie è davvero stronza. E Eleanor non è stupida. Non devi sempre preoccuparti del mondo o pensare che devi salvarli tutti da qualcosa>> 
Risi ironicamente <<Io non sono mai stato così. A parte la mia famiglia e i miei amici non mi sarebbe fregato niente di Perrie, o di Darcy o qualsiasi altra persona compreso tu. Ma stanco con te ha iniziato a importarmi di Darcy, di come lei si sentisse quando la prendevo in giro, che a sua volta meritasse di meglio ed è per quello che l’ho lasciata>> lo osservai e corrugò la fronte. 
<<Credo di non aver capito cosa stai cercando di dirmi>> 
Gli battei sul petto <<Che stare con te mi rovina, divento- non so, un idiota, uno che se ne frega degli altri…Io volevo solo scopare Darcy, sperimentare con te e stop. Ma temo tu abbia rovinato le cose>> 
Lui rise <<E te ne dispiaci?>> sbottò e arrossì mugolando un “no” tra i denti. 
<<Oh falla finita! Ora che sai le tre cose lasciami stare!>> 
Harry fece il broncio <<Ma perché devo saperne tre se posso saperne quattro?>> e di conseguenza si rimise vicino a me abbracciandomi le spalle <<Nonono, il quarto me lo tengo per me e chi si è visto si è visto>> 
<<Come sei cinico>> storse il naso prima di tirarmi maggiormente a sé e posare la bocca contro la mia fronte <<Ma>> s’interruppe <<Ti amo anche per questo>> 
<<Perché sono cinico?>> corrugai la fronte e ghignò <<No, perché ti rendo migliore>> 
Stupito lo colpì fintamente offeso e quando rise mi chiesi come sarebbe stato essere qui con quel ragazzino gracile di anni prima ma dall’aspetto più timido. 
<<Perché continui a ripeterlo?>> domandai. 
<<Ripetere cosa?>>
<<Che mi ami. E’…cambia le cose>>
<<Sia mai che la prendi seriamente>> scherzò e mi allungai a pizzicargli un fianco facendolo sobbalzare <<Io le prendo seriamente… Credo>> 
<<Questo “credo” mi smonta>> mormorò e sbuffando alzai gli occhi. 
Restai poggiato contro la sua spalla a lungo, più libero e sciolto, più allegro, finchè un tuono non irruppe nel cielo e asserì un <<Il tea fa veramente schifo>> che lo fece ridere. 
<<Ma tu non sei normale!>> 
<<Io?! Tu vivi di caffè! Che cazzo è sto tea?!>> sbottai osservandolo e lui rise scuotendo il capo <<Non capisci niente di romanticismo>> 
<<Il tea sarebbe romantico? Per favore>> sogghignai tirandomi in ginocchio su di lui sfregandomi le mani con interesse nell’osservarlo <<Conosco cose molto più romantiche>>
Harry alzò le sopracciglia stupito <<Oh ora hai voglia? No perché io l’avevo stamattina>> 
Arricciai il naso giocherellando con i bottoni della sua camicia <<Sì ma... la voglia non si spegne mai giusto?>>
Lui sogghignò allungando le mani ad afferrarmi i fianchi tirandomi su di sé e si allungò a mordermi il mento <<Tu rendilo romantico per una volta>>
Ghignai schioccando la lingua sul palato <<Mi spiace ma sai, il tea fa schifo, non credo di essere abbastanza romantico>> scrollai le spalle e si abbassò succhiandomi il collo con lentezza estenuante. 
<<E quindi quello romantico dovrei essere io?>>
<<Se vuoi>> sorrisi <<Siamo pur sempre qua per un appuntamento o sbaglio?>> gli ricordai e mi osservò divertito. 
<<Sì ma per ora dedichiamoci ad altro…>> e di conseguenza si allungò per posare la bocca sulla mia accarezzandomi le guance sciogliendo ancora una volta tutta la fascia di pensieri negativi formatisi nella mia testa. 
Harry era magico. 

Il Fidanzato Di Mia FigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora