Alla fine ero stato assunto, George, che si era rivelato un giovane trentenne che sperava di avanzare nel mondo della musica, mi aveva assunto solo perché “i giovani devono avere un posto dove stare, mi piace pensare che il mio bar sia quel posto”. Sì, molto patriottico in un certo senso… le gemelle erano andate al mare con i nonni e i ragazzi erano andati un po’ a Brighton. Io non ce l’avevo fatta, uno perché ero appena stato assunto, non mi sembrava il caso, due perché non ero in vena e tre perché a Londra faceva già abbastanza freddino agli inizi di Settembre e stavo aspettando la consegna dei libri di testo.
Tra un mese sarebbe iniziata l’università e io mi sentivo in fottuta ansia.
<<Louis sei particolarmente strano oggi…>> Annie mi buttò un'occhiata di traverso e sospirai sfregandomi il viso <<E’ che sono nervoso per l’università. Insomma…se non fosse- non ero nemmeno sicuro di volerla fare>>
<<E che vuoi che sia? Caso mai finisci fuori corso e molli>> scrollò le spalle e la guardai male <<Grazie tante>>
Il magico principe Chase entrò in scena in quel momento, con i suoi capelli a buccia di banana e la faccia da “elogiatemi plebei” <<Era la mia più grande ansia il college novellino. E se non fossi riuscito a fare un canestro da tre punti per il nervoso?>>
Annie corrugò la fronte rallentando il movimento dello straccio <<Già…pensa che ansia>> schernì ma Chase non la capì e continuò a sognare a occhi aperti. Continuava a chiamarmi novellino anche se ero lì da un mese ormai ed effettivamente il lavoro e le nuove amicizie mi avevano aiutato a scordare un po’ di più Harry, che ora tornava nella mia testa solo la notte o a casa.
<<Lascialo stare Chase, sono sicuro che Louis ce la farà alla grande>> Thomas arrivò dal retro posandomi la mano sulla spalla prima di scendere accarezzandomi leggermente la schiena premendo i polpastrelli sui miei muscoli tesi. La cosa non mi fece né caldo né freddo e quando i due tornarono sul retro Annie scrollò le spalle <<Io l’università l’ho fatta. Quella di moda, ma mi hanno fatta finire fuori corso al secondo mese>>
<<Perché?>>
<<C’era la passione ma non l’impegno qualche cazzata simile>>
<<Lenticchia tu non ti impegni abbastanza!>> la voce i Chase risuonò dallo spogliatoio e le sorrisi quando borbottò un <<M'impegnerò per tapparti quella brutta boccaccia che ti ritrovi stupida banana>>
Un giorno di turno insieme avevamo appurato fosse carino “banana” come soprannome per Chase. Dare a Thomas del cioccolatino sarebbe stato offensivo forse, intanto però al termine cioccolatino mi sentì arrossire leggermente e rimasi un attimo confuso. Stavo arrossendo per quale ragione?
<<E’ successo qualcosa d’interessante ieri mattina?>> domandò poi Annie mentre posava i bicchieri consumati nel lavandino <<C’eravate solo tu e Thomas qua…>>
<<E quindi?>>
Sbuffò <<E quindi poco fa ti ha toccato la spalla come se ti volesse masturbare Louis>>
Sobbalzai rischiando quasi di far cadere un piatto da dolce <<Che dici?!>>
Lei mi guardò seria, poi la sua espressione si fece stupita <<Cioè tu non l’hai capito? Cavolo, credevo che tra voi gay v’intendeste!>> sussurrò.
<<Capire che cosa?>>
<<Louis, Thomas è gay>>
La guardai in attesa che continuasse ma quando non lo fece scrollai le spalle <<Okay e quindi? Sono uscito due mesi fa da una relazione di mesi, non sto cercando niente>> tagliai corto e Annie grugnì <<Dimmelo poi dopo che avrete fatto sesso. Sento una certa tensione sessuale…>> mi passò dietro prima di premere i polpastrelli dove aveva toccato lui <<Tu no?>>
La scansai e lei rise ritornando a lavoro.
Mi spiaceva per Thomas, ma non ero proprio in vena di niente.
<<Quindi tu e Chase, soli soletti ieri pomeriggio…?>> ricambiai e lei divenne un pomodoro restando zitta <<Aspetta, è successo qualcosa?>>
<<No, certo che no! E’ rimasto tutto il tempo a chiamarmi lenticchia qua, lenticchia là lo stronzo>>
Risi <<Lo sai che lo so vero?>>
<<Cosa sapresti, illuminami>> posò le mani sui morbidi fianchi e scrollai le spalle <<Ti lascio arrivarci, non bisogna mai svegliare il sonnambulo>>
<<Ma che stai->>
<<Ragazzi!>> George entrò al bar in quel momento osservandoci felice. Era un uomo abbastanza alto, magro, barbetta solo sul mento, capelli abbastanza lunghi tipo punk, sempre coperti da un cappello a cupola ed ero sicuro che in inverno avrebbe indossato un lungo cappotto e una sciarpa altrettanto lunga. Aveva quel che di vecchio che lo rendeva moderno in un certo senso.
<<Ragazzi,>> ci trovò per primi e posò le mani sul bancone sorridente <<Domani, andrò in scena con la mia band in un famoso locale qua vicino!>>
Annie corrugò la fronte <<E’ fantastico ma vuol dire che costa?>>
<<Ho dei biglietti in più se siete liberi, venite pure! E’ fantastico!>> com’era entrato uscì e rimasi con quei due biglietti fra le mani osservando poi Annie <<Che fai domani sera?>>
Lei sbuffò afferrando i miei biglietti andando sul retro per dirlo anche a Thomas e Chase.
E così ci ritrovammo tutti nel “famoso locale” che altro non era che una sorta di discoteca addobbata per l’occasione. Fuori pioveva a dirotto come sempre e mi chiedevo se Zyan e i ragazzi stessero bene, stavano tornando indietro da Brighton ed era probabile che Zayn si sarebbe fermato a Doncaster qualche giorno. Abbassai la zip della felpa prendendomi la mia birra andando al tavolo con i ragazzi i quali stavano già facendo un po’ di rumore mentre lo spettacolo iniziava.
<<Sei veramente uno stronzo>> sbottò Annie mentre Chase continuava a rubarle arachidi ridacchiando e Thomas gli diede una gomitata sorridendomi, fin troppo forse…
Quando George e la sua band iniziarono a suonare restammo ad ascoltare…i primi cinque minuti, poi non successe niente di nuovo e quindi tornammo a farci i fatti nostri chiacchierando.
<<La cosa stupida è che mi ha chiesto dov’era la pattumiera e l’ha buttato davanti ai miei occhi. Io ero già pronto a sposarla>> Chase-buccia-di-banana ci raccontò della perdita del suo numero di telefono dato a una ragazza, ne aveva beccata una intelligente almeno questa volta, e Annie sbuffò <<Tu sei pronto a sposarle tutte>>
<<Invidiosa lenticchia?>> tornò sghignazzante.
Annie gli fece una smorfia <<No, femminista, per cui tu sei un cretino a prescindere>>
<<Cosa c'entra il femminismo scusa?>>
Thomas si sporse verso di me mormorando <<Ora andranno avanti ancora per un bel po’>>
<<Come George?>> ironizzai e lui sorrise.
Rimase a osservarmi per un po’ prima di mordicchiarsi il labbro e abbassare lo sguardo <<Senti Louis, mi chiedevo se->> il mio cellulare si mise a squillare e mi scusai uscendo per parlare con mamma.
<<Hey Lou, non ci siamo sentiti questa settimana…>>
<<Sì lo so ma’, scusami è che sono in ansia per l’inizio della scuola e il lavoro fortunatamente mi prende abbastanza>>
<<Capisco. Verrai giù prima della scuola?>>
<<Uhm, non penso>> infilai una mano nella tasca dei jeans rabbrividendo al vento tirato dalla pioggia e ne approfittai per accendermi una sigaretta <<Perché? Hai bisogno?>>
<<Nono, è solo che mi manchi. Adesso Eleanor mi da una mano con le ragazze, lei non prosegue gli studi, non pensavo…>>
<<No, vuole occuparsi di sua mamma e continuerà a lavorare al bar ancora per un po’>>
<<Tu stai bene?>>
<<Sì, sì sto bene>>
Ci fu silenzio per un po’ e mi morsi il labbro per non chiederle se aveva parlato con Harry ultimamente, anche se l’avesse fatto la risposta sarebbe stata “no”.
<<Intendo…stai bene riguardo->>
<<Sì, sto bene ma’>> la interruppi. Da quando le cose erano finite non avevo lasciato più nessuno dire il suo nome.
<<Okay allora, ora dove sei? Ti sento male…>>
<<Ah, il mio capo ci ha chiesto di venirlo a vedere suonare ma fa un po’ pena…sono in un locale qualcosa del genere, ma piove a dirotto come sempre>>
<<Va bene, ci sentiamo stasera magari? Così ti passo le ragazze, ora sono al parco con Eleanor>>
<<Okay, ciao ma’>>
Quando staccai scrissi velocemente a El ringraziandola di guardare le gemelle, poi rimasi a finire la sigaretta. Tornai dentro giusto in tempo per sedermi e applaudire come fecero anche gli altri anche se Annie e Chase continuarono a battibeccare.
<<Mi stavi chiedendo qualcosa prima?>> domandai a Thomas e mi osservò un attimo prima di scrollare le spalle <<No, no, avevo visto che avevi finito la birra e volevo chiederti se ne volevi ancora>>
<<Perché? C’è il bis?>>
Rise negando col capo <<No, ora rimettono la musica normale e torna il pub di prima>>
Annuì osservandolo curioso <<Tu vivi qui vero?>>
<<Sì, la mia famiglia è a mezz’ora di macchina ma sì>>
<<Quanti anni hai?>> m’informai perché era ovvio fossero tutti più grandi di me.
<<Ventitré, sono al terzo anno di economia>> spiegò e per un attimo ricordai le parole di Annie sul fatto di piacergli. E poi quelle di mamma quando ancora non sapeva di Harry, quelle di Darcy e Harry, quasi tutti mi avevano detto almeno una volta che sarebbe stato meglio trovare qualcuno della mia età, solo che avevo sempre pensato che sarebbe stata una lei.
<<E ti piace?>>
<<Non è male, spero di ricavarne qualcosa. Sarebbe figo aprire una catena, qualcosa tipo Sturbucks o->>
<<Mc Donald?>>
<<Sì, qualcosa del genere>> mi sorrise <<E tu?>>
<<Matematica. Ma non ho assolutamente voglia di finire a insegnare>>
<<Perché no, se hai la pazienza e la dote potresti far capire molte cose ai poveri ragazzi sperduti>> scherzò e sospirai appoggiandomi al divanetto mentre Annie continuava a spingere distante Chase che faceva “invasione di banco” anche se il tavolo non era certo separato.
<<Non lo so, vedrò come vanno le cose. Io ho sempre pensato al profitto nel lavoro, non alla passione>>
Thomas sorrise <<Quindi mi stai rivelando che non sei un appassionato di cappuccini e torte alla mela? Mi deludi Louis, credevo che amassi il bar>>
Ridacchiai scostandomi la frangia dagli occhi <<Sì dai, il bar non è male>>
<<Il bar, i colleghi o la paga non è male?>>
Finsi di pensarci a lungo <<Mhmmm….direi la paga e i colleghi dai>> mi spinse divertito e lanciai un cenno ai due davanti a noi <<Hey mimì e cocò, avete finito?>> richiamai e Chase mi guardò confuso <<Novellino stiamo conversando>>
Annie si alzò stanca <<No, stiamo litigando perché lui continua a invadere la mia divisione fatta con i gusci delle noci>> afferrò la borsa guardandomi <<Che fai resti?>>
Mi guardai intorno osservando George chiacchierare lontano <<Ma… non dovremmo…?>> lei mi tirò su negando <<No, no. Lo sa che la sua musica fa pena, forza andiamo>> raccattai appena in tempo la felpa che eravamo nuovamente fuori alla pioggia.
Thomas fu il primo a mollarci, viveva poco distante, poi Chase prese la prima metro e noi la seconda.
<<Ah, finalmente soli senza più quei due rompipalle>> sospirò sedendosi e ridacchiai osservandola furbo <<Thomas non è male, è Chase che è un po’…>>
Storsi il naso e sorrise <<Coglione? Già grazie per averlo notato>> si voltò osservandomi <<Comunque, di che avete parlato tu e Thomas tutto il tempo?>> sciolse i ricci dalla coda e questi esplosero attorno al suo viso rotondo.
Ridacchiai osservando che sembrasse un pulcino sperduto e mi guardò male <<Quindi?>>
<<Niente, college, bar>>
<<Ah, vi state già conoscendo per passare al passo successivo?>>
<<E quale sarebbe scusa?>>
<<Un appuntamento scemo!>>
Alzai gli occhi negando <<Ti ho già detto che non voglio relazioni>>
<<Già nemmeno io però a quanto pare tu continui a vedermi bene con Chase>>
<<Quand’è stata la tua ultima relazione?>>
Lei titubò un attimo, poi sospirò <<Cinque anni fa, perché?>>
<<Perché sembra che tu non ne abbia mai avuto uno Annie>> sorrisi e mi colpì alla spalla prendendosela <<Chase flirta con te ogni ora del giorno! Non sono litigi! Prova a baciarlo e vedrai che ricambierà>>
<<Ma chi lo vuole quello!>>
Sospirai alzando gli occhi al cielo lasciandola credere di non sopportarlo. Quando arrivò la mia fermata scesi rientrando a casa dove mi accolse solo il silenzio. Sospirai posando le chiavi sul mobile sfilandomi le scarpe per poi gettarmi sul divano e scorrere i canali in cerca di qualcosa di decente. Non appena mi passò davanti la vecchia versione di “Piccole Donne” quasi mi prese un colpo. Rimasi lì imbambolato a guardarlo nonostante la mia mente fosse altrove ma quando Beth morì come sempre mi voltai e non c’era nessuno a stringermi tra le braccia e ricordarmi fosse solo un film.
Probabilmente dovetti addormentarmi sul divano con le lacrime a seccarsi sul viso perché quando aprì gli occhi Zayn mi stava scuotendo ed era mezzogiorno passato di domenica.
<<Hey, sei vivo allora>> scherzò sedendomisi vicino e sorrisi tirandomi su <<Com’è stata la vacanza?>>
<<Bella, le tue sorelle si sono divertite un mondo con Niall e Eleanor, abbiamo dormito in tenda e si sono praticamente divorate chili di dolci>>
<<Ohw, mamma non sarà felice>> ridacchiai camminando verso il bagno <<Tra un'ora devo andare a lavoro, tu?>>
<<Sono libero oggi>> mi seguì fino in cucina dove mi fermai a fare colazione <<Allora, agitato per l’inizio? Io abbastanza>>
<<Me la sto facendo sotto>> sospirai sfregandomi il viso <<E Liam?>>
<<Lui sta bene, ha Niall>> mi ricordò e rimasi in silenzio evitando di chiedergli se avesse visto Harry. Volevo disperatamente avere sue notizie ma al contempo mi vergognavo di volerle. Non l’avevo già ferito abbastanza?
<<Una sera di queste dovremmo uscire Zayn>> affermai deciso a passare almeno una serata in pace con la mia testa.
<<Perché?>>
<<Non abbiamo mai festeggiato il trasferimento, solo con qualche birra. Ma potremmo farlo, usciamo beviamo un po’. Ci riportiamo a casa a vicenda>>
Mi osservò pensieroso con una scintilla di curiosità negli occhi <<Non è che vuoi solo ubriacarti per…?>>
<<No, insomma dovremmo stare un anno seri, chinati sui libri e quest’estate non è che ci siamo divertiti granchè. So che non ci sono i ragazzi e tutto ma possiamo cavarcela no? E se temiamo che non funzioni possiamo sempre chiamare qualche amico conosciuto sul lavoro che ci riporti sani e salvi a casa>> proposi e annuì dopo averci pensato <<D’accordo, okay allora. Quando?>>
<<Quando non abbiamo una mattina lavorativa>> scrollai le spalle e trovammo un sabato con la domenica mattina libera.
<<Però ci servirà qualcuno che ci riporti a casa…>>
Sghignazzai divertito <<Ho una buona amica che può farlo…>>
Così quel pomeriggio, di turno con gli altri, mi affacciai sul retro a cercare Annie <<Pss! Annie!>>
<<Che c’è>> non alzò lo sguardo dalla cassa limitandosi ad ascoltarmi.
<<La prossima domenica non fai la mattina giusto?>>
<<Perché?>>
<<Vorresti venire con me e il mio coinquilino in discoteca?>>
<<Cosa?>> si voltò guardandomi stranita <<No!>>
<<Per favore>>
<<Vi serve solo qualcuno che vi riporti a casa deduco>>
<<Esatto>>
<<Allora nemmeno morta starò due ore a vedere due ragazzi ubriachi che poi per il viaggio di ritorno rischiano di farmi fuori in macchina>>
<<Per questo guidi tu>>
<<Cosa me ne viene?>>
<<Ti rimedio un appuntamento con Chase>> sghignazzai e Thomas al mio fianco smise di scrivere gli ordini ridendosela.
Annie arrossì facendomi il medio tornando a guardare la cassa e sbuffai riprendendo ad asciugare i bicchieri.
<<Se vuoi facciamo a cambio io e Annie e vi accompagno. Non mi dispiacerebbe uscire un po’ prima dell’inizio dell’anno scolastico>> si propose e sospirai <<Non penso si possa fare se vuoi ubriacarti. Ci serve qualcuno di->>
<<Astemio? Io lo sono>> Chase si sporse per sorridermi e ricordai che facendo sport lo era per forza.
A quel punto Annie lo spinse via <<Verrò ma tu mi sostituirai tutta la settimana dopo alla mattina>>
Sorrisi vincente e quando Thomas andò sul retro e lei venne davanti mi bloccai a guardarla <<A cosa devo questo scatto di pietà? Forse qualcuno qui non vuole che Chase trovi compagnia…?>>
Stuzzicai e lei mi frustò con lo straccio.
<<Sta zitto>>Come vi dicevo Louis ora ha una vita diversa, conosce nuova gente al suo nuovo lavoro...
Che ne pensate di queste new entry?
Harry dove sarà sparito?
STAI LEGGENDO
Il Fidanzato Di Mia Figlia
FanfictionLouis, un ragazzo semplice frequentante l'ultimo anno di liceo, vive per ora una vita normale nonostante i numerosi problemi familiari. Si porta un passato difficile alle spalle ma se c'è una cosa di cui è certo è che mai, mai più proverà amore per...