<<Allora? Sei pronto? Louis, facciamo tardi!>>
Sbuffai allacciando gli skinny velocemente <<Intanto tu dovresti aspettare fuori dalla porta di casa mia, se questo fosse un vero appuntamento!>> sbottai infilando veloce la maglietta bianca a mezze maniche con scollo a U. I pantaloni non erano troppo stretti, solo un po’ corti sulle caviglie forse, in ogni caso ignorai la cosa e infilai svelto le vans prima di scendere tenendo la giacca di jeans in mano. Adocchiai dalla porta il suo vestiario leggermente classico. Aveva dei jeans abbastanza larghi e bianchi, una camicia nera attillata sul petto e a sua volta la giacca sopra. Mi schiarì la voce cercando di calmare la mia ansia da prima fottutissimo appuntamento- e avevo vent’anni…- e mi chiusi la porta alle spalle scendendo di sotto ignorando i suoi occhi che cadevano su di me.
<<Be’? Niente fiori?>> schernì poi e lui si riprese alzando gli occhi <<Andiamo maestà>> borbottò e risi uscendo di casa infilando la giacca.
<<Quindi dove andiamo?>> domandai e lui sbuffò <<Lo vedrai>>
Rimasi in silenzio e quando parcheggiammo eravamo in una zona di ristoranti davvero rustici e dall’aspetto invitante. Harry scese e tirò dritto non svoltando per la via. Confuso lo seguì pesando che forse c’era un’altra zona ristoro più in là ma lui si fermò esattamente verso un molo privato.
<<Uhm, ora mi dirai che hai una barca e che mangeremo sotto le vele?>> provai e si voltò sorridendomi. Ci fermammo ad un certo punto e osservai il sole farsi basso e arancione in segno che il tramonto fosse vicino <<Tu hai prenotato cosa esattamente?>> nell’istante in cui mi voltai lui lasciò pendolare delle chiavi davanti a me e corrucciato lo seguì fino al bordo del molo dove si trovava un fottutissimo yacht. Ora, non era enorme, ovviamente, ma nemmeno piccolo! Era- sì be’ per me era enorme. Illuminato, alto, imponente, pieno all’interno, con dei materassini fuori e quella che vedevo era forse una jacuzzi? Intravidi dei divani in pelle fuori e un piano bar e-
<<Dimmi che non è tua>> soffiai già con la bocca che toccava terra. Scherzava?!
<<Non è completamente mia, la condivido con alcuni miei amici di vecchia data>>
Sbattei gli occhi cercando di non corrervi sopra e lasciarlo lì <<E…loro dove sono ora?>>
Sogghignò verso di me <<Molto probabilmente in America. I miei mi facevano uscire con gente ricca Louis, pertanto credo di essere l’unico che non ha scelto la strada del successo>>
<<Ma come fate a essere ancora amici?>> domandai confuso non capendo come fosse possibile avere certe cose in comune nonostante la distanza.
<<Non sempre chi segue la fama la cerca>> mormorò e, maggiormente confuso, lo osservai allungarsi lungo il pontile per salirvi lasciando che si abbassasse il ponte automatico. Quando salì notò forse che io fossi sempre imbambolato a fissare la cosa perché si volto ridacchiando e riscese afferrandomi per il polso tirandomi con sé <<Anche se sembra, non è niente di speciale…Io ho preso la patente dello yacht, gli altri hanno aiutato a pagare. Tutto qua, non è qualcosa che amo usare->>
<<E allora perché cavolo ci stiamo salendo?! Gesù Cristo pensa se si rompesse qualcosa o- o io rompessi qualcosa! Nono, credi a me, sarebbe meglio scendere->>
<<Hey!>> il suo richiamo mi bloccò dallo scendere e mi scosse appena per le spalle <<Questa roba è mia, tu non hai idea di quante cose noi abbiamo rotto negli anni passati>>
Sospirando posai il capo contro il suo petto <<Dì la verità, tu eri un ragazzino viziato>>
Rise prendendomi sotto braccio per scortarmi a bordo dove mi lasciò ad ammirare la tappezzeria, i materassi per prendere il sole fuori, le stanze sotto, che consistevano in un lungo corridoio che ne aveva almeno dieci, la zona alcolici nonché bar del salotto e infine salì le scale giungendo nella cabina di guida dove lui stava sistemando le cose.
Anche questa aveva il suo chic con quel letto tondo a fondo stanza, un piccolo piano bar e una grande visuale. Mi gettai sul letto fatto alla perfezione e morbidissimo con aria stralunata <<Tu sei pazzo>> soffiai ed Harry rise sfilando la giacca <<Non preoccuparti, la nostra prenotazione è tra un oretta, abbiamo tempo>>
Confuso alzai il capo guardandolo interrogativo <<Prenotazione? La sorpresa non era questa?>>
Scrollò le spalle levando la giacca infilando le chiavi nel quadro, partendo con quello sguardo sexy e quelle mani lunghe sul volante. Nelle mie fantasie perverse Harry si stava trasformando in una sorta di riccone sfondato tipo Gray ma molto, molto, meglio.
Quando lo yacht si mosse sentì un principio di giramento di testa ma pensai fosse normale e rimasi semplicemente a rilassarmi osservando quanto cazzo erotico fosse tutto quello.
<<Quindi? Dove stiamo andando?>>
<<Non molto lontano, semplicemente a fare un giro intorno>> mi osservò per qualche secondo prima di voltarsi nuovamente e girare a destra. Mi alzai avvicinandomi al vetro della cabina osservando affascinato il panorama di Brighton al tramonto.
<<E se ti dicessi,>> iniziai sfiorando con le dita i vari comandi fino a finire accanto a lui sul volante <<Che non sono il tipo da questo?>>
<<Ti direi che non lo sono nemmeno io>> mi osservò sincero e rimasi stupito <<E allora perché siamo qui?>>
Scrollò le spalle <<Perché mi piace viziarti>>
Piacevolmente sorpreso sorrisi prima di sobbalzare quando <<Vuoi guidare?>> chiese con un sorrisetto.
<<Assolutamente no!>> mi feci indietro di chissà quanto ma mi bloccò dal polso <<Non è difficile!>>
<<Lo so, è un volante con un freno Harry. Ma questa roba costa milioni col cazzo che ci metto la mia firm->>
Alzò gli occhi e mi tirò a sé capovolgente velocemente le cose per farmi posare le mani sul volante. Sbuffai cercando di buttare via i nervi perché sapete, avevo tra le mie mani un fottutissimo yacht da milioni di sterline!
<<Sposta il cambio in avanti, accelera con la leva qua vicin->>
<<Sì lo so>> ripartimmo non appena posai le mani sulla leva e lui sorrise notando che non stessi andando così male, nonostante forse la troppa velocità.
<<Come fai a saperla guidare?>>
<<Aggiusto motori, c’è un volante, un freno, un acceleratore… non ci vorrà un genio>> gli feci notare e poi corrugai la fronte <<Ma dove devo andare?>>
Lui rise <<Dove ti pare! So l’ora di rientro>>
<<Cioè noi siamo qui per un semplice giro? Tu sei fuori…Ma i tuoi amici almeno lo sanno?>>
Scosse il capo <<No, nessuno di loro è qui. Ho chiesto al custode>>
<<Perché avete un custode personale per lo yacht?>> sgranai gli occhi ed Harry scrollò le spalle, le mani saldamente posate sui miei fianchi che mi avvolgevano e lo sguardo al mare, <<In realtà è la crew che si occupa della villa…>>
Alzai gli occhi con un sorrisetto <<Oh certo, come ho fatto a non capire che la famiglia Styles avesse una crew in casa>>
<<Sono in vacanza questa settimana, ecco come>>
<<Oh giustamente>>
Mi pizzicò il fianco scendendo con il viso a baciarmi il collo e lo sentì passare ad accarezzarmi le cosce <<Andremo a cenare fuori, perché questa barca è vuota se non per l’alcool, e poi torneremo qua>>
<<Ah per me. In ogni caso, se non fa per te perché l’hai presa?>>
Lui si staccò scrollando le spalle <<I ragazzi la volevano. Era un bel passatempo per->>
<<Ricchi annoiati?>> scherzai interrompendolo e il riccio mi guardò storto mentre si versava del vino in un bicchiere che poi mi porse dopo aver bevuto a sua volta.
Mi appoggiai al volante rallentando la velocità- sperando di premere la leva giusta- e quando vidi che era tutto okay sospirai rassicurato anche dal fatto che lui riprese il volante. Quando ormai eravamo a largo mi sorrise spegnendo lo yacht osservandomi con il classico sguardo da “ora non hai dove scappare”.
<<Non guardarmi così>> storsi il naso e lui si avvicinò maggiormente posando il bicchiere dopo un ultimo sorso <<E come ti starei guardando scusa?>>
<<Come… non lo so, come se volessi stuprarmi>> rabbrividì spingendolo via quando si avvicinò.
<<Mh…non è una cattiva idea, giocare intendo>>
<<Ma non dovevamo andare a cena?>> lo bloccai e si fermò a sua volta <<Giusto>> e sospirando riprese il comando dello yacht virando <<Bene, ti stuprerò dopo>>
Lo colpì leggermente prendendomi il vino per me <<Tu guida e basta>> e così quando arrivammo a riva eravamo su un altro molo. Questo era più vivo, più chic e illuminato. Vistoso già solo per i negozi ricchi e i ristoranti appartati.
Inutile dire che ci trovammo un bel po’ di occhi addosso quando scendemmo dal ponticello attraccando nella zona del molo dove stavano gli altri yacht. Saltai giù osservandolo divertito <<Ah be’, nessun timore che te lo rubino>>
<<Senza le chiavi dove vuoi che vadano, non possono nemmeno tirarlo con la corda, sai quanto pesa?>> domandò ridacchiando prendendo la propria giacca in mano. Poi si voltò portando le dita sul mio ciuffo cercando forse di scostarlo dagli occhi anche se un po’ inutilmente, quindi mi sorrise e <<Benvenuto a Brighton Marina>>
Inarcai un sopracciglio guardandomi intorno <<Cioè la parte più viziosa?>>
Scrollò le spalle <<Una cosa del genere, sì>>
<<E secondo te questo potrebbe piacermi?>> domandai e lui sbuffò una risata alzando gli occhi camminando con me. Mi avvolse le spalle con un braccio e passammo davanti ai vari negozi e gioiellerie prima di trovarci di fronte a un ristornate molto bello, spazioso ma che aveva il suo tema. Le luci giocavano su colori azzurrini e freschi, giusto per ricordare l’ambiente, e i camerieri giravano in smoking. Tanto per cambiare il cameriere che ci sorrise presentandosi davanti a noi strinse fortemente la mano di Harry salutandolo con un <<C’è mancato signor Styles, tutto bene a casa?>>
Harry sorrise <<Certo>>
Gli occhi del cameriere si abbassarono su di me e allungò la mano nuovamente <<Oh, che sorpresa, un nuovo aggiunto?>> sgranai gli occhi arrossendo, cercando di trattenere la mia risata.
Stava forse insinuando fossi suo figlio?
<<Ah, nono. William è il mio figlioccio>> mi trattenni dal sobbalzare, poi mi chiesi come sapesse il mio secondo nome. E alla fine pensai che l’avesse visto negli archivi degli studenti.
<<Oh ma che bellezza!>>
Prima che potesse dire altro Harry prese parola <<Ci dev’essere una prenotazione, mi sembra al piano di sopra…>> sorrise tirato e l’uomo si risvegliò sorridendo prima di fermare un cameriere di passaggio che gli annuì <<John vi assisterà, buona serata>> c’indicò il ragazzo che sorrise a sua volta anche se pareva annoiato o seccato.
Essere giovane e lavorare in quel postaccio pieno di gente con la puzza sotto il naso doveva essere noioso, specie se questi magari chiedevano mille cose al minuto… Quando ci sedemmo eravamo ad un tavolo per due che dava sulla finestra in vetro e quindi sul mare e la luna.
<<A voi>> il ragazzo ci passò i menù e rimasi a osservare i pasti notando che non era così caro come avrei detto. In ogni caso sapevo che Harry avrebbe pagato, cocciuto com’era, pertanto gli lasciai scegliere il vino e io optai per una bistecca ai ferri e delle patate. Lui andò sul pesce.
Quando John se ne andò Harry mi guardò stupito <<Louis, non ci credo, siamo al mare e tu prendi la carne. Seriamente?>>
Scrollai le spalle <<Non ammattisco per il pesce>> spiegai e lui sospirò badando alla visuale prima di notarmi con un sorrisetto in viso <<Cosa?>>
<<Niente… padrino>>
Harry alzò gli occhi aprendo dei grissini per calmare la sua probabile fame.
<<Scommetto che hai un secondo nome anche tu>> ripresi e lui scrollò le spalle <<Non bello come William>> mi lanciò un occhiolino e sorridendo gli feci il medio, senza curarmi delle persone intorno.
<<Ci venivi spesso qua con i tuoi?>>
<<Di rado, più con i miei amici e Darcy>>
Corrugai la fronte per un attimo <<E di chi dovrei essere figlioccio?>>
Scrollò il capo <<Magari crede che sei il figlio di qualche mio amico, è un vecchio amico di famiglia>>
Lasciai stare e osservai la sua espressione compiaciuta <<Cosa?>> sospirai appoggiandomi alla sedia e lui sorrise arricciando appena il naso <<Niente, sono solo…>>
<<Felice?>>
<<Sì, qualcosa di simile>>
Con l’andare della serata mentre mangiavamo tranquilli mugolai <<Mh, la prossima volta scelgo io il luogo dell’appuntamento e come farlo>>
<<Ah sì?>> deglutì pulendosi le labbra con il tovagliolo <<Perché, è così orribile qui?>>
<<No, anzi. Però mi viene già da ridere alla mia idea tipo di appuntamento>> ridacchiai e lui corrugò la fronte <<Mi faresti giocare a pallone per i campi? Un picnic? Shopping sfrenato? O forse il luna park?>>
Sgrani gli occhi preso alla sprovvista <<Ma- Non smontarmi le idee! E poi, chi ti dice che sia così infantile…O forse sei solo tu che vuoi sentirti di nuovo giovane>> sogghignai e lui alzò gli occhi zittendosi nuovamente.
Quando John ritornò sparecchiando chiedendo se gradissimo un dolce feci per dissentire ma <<Qui fanno il miglior bicchiere di pesche al cacao con panna, devi assolutamente provarle>>
Sorrisi <<Non ne dubito, ma sto scoppiando>> mi allontanai leggermente dal tavolo e Harry indicò al giovane di portargli quello e due cucchiaini per sicurezza.
Osservai il ragazzo andare via cercando di non strisciare i piedi e alzai l’angolo delle labbra divertito <<Certo che lavorare qua dev’essere uno strazio…>> mormorai e Harry scrollò le spalle <<Non tutti i clienti sono malleabili come noi>> e accennò ai signori anziani a fianco a noi che chiacchieravano con un cameriere da forse mezz’ora mentre questo, mezzo sudato, batteva i piedi voglioso di andarsene.
<<Quindi>> iniziai poi sporgendomi sul tavolo <<Qual è il piano per dopo? Non mi porterai a casa baciandomi sotto la porta, chiedendomi di rivederci>> congiunsi le mani sotto al mento osservandolo in attesa ed Harry sorrise.
<<No, stanotte a casa non torniamo. Però posso baciarti al chiaro di luna e chiederti di non scegliere un prossimo appuntamento pessimo>>
Lo osservai divertito <<Quindi posso scegliere io il prossimo?>>
<<Sì>> si distolse un secondo quando tornò il suo dolce e mi porse il cucchiaino <<Ma solo se assaggi>>
Storsi il naso <<Non amo le cose dolcissime…>>
<<Per questo lo devi provare>> mi porse il cucchiaino e sospirando presi il mio boccone scoprendolo non male, ma sempre troppo dolce. Pertanto con un cenno di mano glielo lasciai finire mentre continuammo a chiacchierare sul proseguimento di serata.
Alla fine quando uscimmo infilai la giacca e misi le mani in tasca dirigendomi per le stradine illuminate con lui che mi camminava a fianco, il passo lento e costante. Poi sentì la sua mano scivolare lungo il mio braccio e tirarmi il polso per riuscire a intrecciare le dita nelle mie. Le strade, forse per la stagione o per la zona costosa, erano un po’ deserte pertanto quando camminammo lontani continuando a tenerci per mano nessuno sciolse la nostra presa.
Ad una certa tirò il mio braccio verso di sé proprio mente mi stavo girando verso il mare e per puro caso finì a girare in maniera molto imbarazzante fra le sue braccia fino a stare tra queste.
<<Madame>> soffiò e avvampai assottigliando lo sguardo <<Assolutamente n->> prima che potessi finire le sue labbra si posarono sulle mie e chiusi gli occhi lasciandolo fare perdendomi in qualche sorriso.
<<Mh…dobbiamo aspettare ancora a lungo per salire sullo yacht o?>> si staccò accarezzandomi il viso e sorrisi malizioso <<Tu non hai voglia di ballare?>>
Corrugò la fronte e non potè dir nulla che lo trascinai lungo le strade in cerca di qualcosa di movimentato. L’idea di ballare soli sullo yacht era un po’ triste, specie perché su quello ci avrei fatto qualcosa solo per lui…Una sorta di lap dance privata, ecco.
Camminai in giro per le strade fino a che non trovai una coda abbastanza lunga per quella che pareva una discoteca parecchio grande.
<<Dici che l’ingresso costa?>>
Harry alzò gli occhi <<Questa è la discoteca più carente che ci sia>>
Sorrisi mettendomi in fila <<Allora meglio così>>
<<Lo sai vero che ci sono tutti i comfort che vuoi sullo yacht, più un letto?>> mi osservò in attesa e scrollai le spalle <<Guarda che questo è il tipo di serata divertente, si sta da soli per altro. Tu non vuoi ballare?>>
<<A trentasette anni? Fammi pensare….No>> sorrise evidentemente obbligato e gli pizzicai una guancia <<Suvvia Harold, sciogliti un po’>> e quando arrivò il nostro turno mi offrì disponibile a pagare l’ingresso accettando lo stampo del locale sul dorso della mano.
Inutile dire che entrarvi fu come un balzo nel passato. Mi sembravano passati anni dall’ultima volta che mi ero divertito con la musica a palla e l’alcol, e forse fu per questo che mi fiondai senza problemi al bancone mentre il riccio spariva con le nostre giacche chissà dove. Supposi conoscesse il posto.
Quando ritornò la sua camicia era stata tirata su per gli avambracci e ci aspettavano degli shots che guardò diffidente <<Non pulirò il tuo vomito>> assottigliò lo sguardo e sogghignai afferrando il primo bicchierino <<Potrei essere io a dover pulire il tuo>> e con un veloce occhiolino buttai giù prima di osservarlo alzare gli occhi e fare lo stesso con esasperazione.
Non parve infastidito dal sapore pertanto con una spintarella ridacchiai un <<Secondo me invece lo fai molto più spesso di quanto tu voglia ammettere>>
<<Anni d’esperienza tra amici cafoni e feste da laureando>> spiegò brevemente e successivamente restammo qualche minuto a bere e contarcela come se fossimo semplicemente due vecchi amici che uscivano a bere qualcosa.
Quando poi le casse spararono una musica abbastanza lenta e non da “salta come uno strafatto” lo osservai divertito e lui si bloccò, il bicchiere a metà strada e lo sguardo che cercava il mio. I suoi occhi si sgranarono leggermente e ripose il bicchiere deglutendo la vodka <<Oh no, assolutamente no>>
Ridendomela lo afferrai per il polso portandomelo contro nonostante non fossimo nemmeno in pista e lui mi fissò a fondo, gli occhi leggermente lucidi e la pupilla che continuava a restringersi per le luci.
Mi umettai le labbra e prima che potesse accorgersene, perso com’era a fissarmi, ci ritrovammo tra la folla, spinti da qualche coppia che si dava già da fare. Mi staccai osservandolo mentre iniziavo a muovermi lentamente alzando le braccia sopra la testa chiudendo infine gli occhi. Non lo sentì per un po’ ma l’alcool era andato giù come acqua e quindi non pensai a dove fosse, se stesse ballando o se fosse rimasto a fissarmi e basta. Ballai rilassato inclinando appena il capo quando iniziai a sentire caldo e la maglietta attaccarmisi alla schiena, che ben presto tornò avvolta da qualcosa che sapeva terribilmente di lui.
Socchiusi gli occhi trovandomelo a pochi millimetri di distanza che mi fissava con il labbro stretto fra i denti e gli occhi selvaggi. Il suo bacino si scontrava contro il mio e ogni volta che mi si strusciava addosso in un ballo tutto suo a fatica reprimevo gli ansimi. Lasciai scivolare le dita fra i suoi ricci già inumiditi leggermente dal sudore e chiuse gli occhi stringendomi il sedere da dentro le tasche, avvicinandosi con le labbra per un bacio che sapeva di languido e che puntualmente venne interrotto dallo scoppio della musica tecno che portò tutti a scuotersi e spingerci.
Risi divertito e lo persi di vista quando parve venir trascinato via. Lo raggiunsi sgomitando notandolo infine imbronciato, cosa per cui sorrisi avvicinandomi così da posare le labbra contro il suo orecchio ed urlavi un <<Non sembri di questa generazione!>> cosa per cui mi sculacciò vivamente facendomi sobbalzare.
Restammo a scuoterci e ballare scoordinati a lungo, spinti dal resto della gente che pareva fuori tempo tanto quanto noi, prima che riuscissimo a tornare al bancone ridendo per chissà cosa.
<<Oh dio, non respiro>> ansimai asciugando una leggera lacrima mentre lui ordinava da bere.
Mi sorrise osservandomi e di tutta risposta ridacchiai con la testa leggera, molto probabilmente per l’alcool che parve andare a fiumi quella sera. Infatti chissà che ora era quando finimmo accasciati l’uno sull’altro sugli sgabelli a farfugliarci chissà cosa.
<<Forse sarebbe meglio tornare>> lo sentì mormorare e ridacchiai divertito dalla sua espressione incerta.
Poi si voltò corrucciato <<Non hai voglia di un bagno?>>
Singhiozzai scuotendo il capo <<No…>>
<<Io sì>> poi s’illuminò alzandosi <<Un bagno al chiaro di luna!>> sbottò e corrugai la fronte confuso <<Cosa?>>
Mi sorrise scostandomi i capelli dalla fronte <<Vuoi fare l’amore al chiaro di luna?>> domandò poi e rimasi a fissarlo incantato con lo sguardo stralunato e le labbra socchiuse.
<<Uhm- Har…>> farfugliai qualcosa di confuso per cui rise e posandomi un bacio in fronte se ne andò con un <<Torno subito>>
Mi voltai confuso verso il barista che però stava alquanto occupato e non potè darmi informazioni su quello che il mio compagno avesse appena detto. Lo stesso Harry che quando tornò mi vestì infretta infilando veloce il capotto trascinandomi fuori all’aria fresca. Respirai a pieni polmoni risvegliandomi e mi scoprì accaldato e barcollante. Ridendo mi aggrappai a lui che sorrise, poco lucido a sua volta, tenendomi peri fianchi mentre scivolavamo per le strade ora vuote lungo il molo in cerca del gioiellino.
<<Pffff! Quant’è lunga ancora?>> mugolai e lui ridacchiò voltandosi per mordermi una guancia. Questa parve l’idea iniziale ma in realtà poi morse anche il naso, la fronte, il mento e quando ridendo lo staccai restammo imbambolati a fissarci a lungo prima che le sue labbra toccassero le mie e io ricambiassi dolcemente a mia volta.
<<Siamo arrivati>> soffiò scostandomi il ciuffo dagli occhi ma io nemmeno lo sentì, anzi, rimasi a osservare i suoi occhi smeraldini che brillavano sotto la luce della luna.
E poi la luna mi ricordò che ci dovessi fare l’amore e quindi mi affrettai ad annuire e tirarlo io a bordo dello yacht dove potemmo usufruire della jacuzzi, così come del letto e dei materassini all’aperto prima di addormentarci all’ennesima sessione consumata.
Ma, alcol a parte, la serata era stata quella dei miei sogni. Specie quando aveva continuato a venire andando così lentamente da poter mormorare “ti amo” ad ogni stoccata precisa che andasse a segno. E credetemi, non sono sicuro di non aver lasciato andare anch’io le due paroline…
Peccato che non l’avrei ricordato.Ma fortunatamente per voi questa settima sono ancora online e ci sono materie che si possono anche non seguire, quindi rieccoci qui dai nostri protagonisti ubriachi e molto molto felici insieme😊.
L'appuntamento è stato veramente bello da scrivere ma ovviamente Louis è un po' più giovane quindi non potevate aspettarvi niente di troppo serio anche se Harry l'ha viziato proprio per bene...quanti di voi vorrebbero starsene su uno yacht con la propria persona🥺❤?
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Il Fidanzato Di Mia Figlia
FanfictionLouis, un ragazzo semplice frequentante l'ultimo anno di liceo, vive per ora una vita normale nonostante i numerosi problemi familiari. Si porta un passato difficile alle spalle ma se c'è una cosa di cui è certo è che mai, mai più proverà amore per...