Cheryl's pov
È già passata una settimana. Una fantastica settimana. Il lavoro è andato perfettamente, con Dionne sta diventando tutto molto più semplice, svolge ogni compito a lei assegnato in maniera eccellente. Il business piano piano sta crescendo; ci sono sempre più clienti, più recensioni positive ed ovviamente più incassi. Tutto sta andando a meraviglia. Con la mia nuova dipendente, stiamo iniziando ad avvicinarci sempre di più. Tutta questa settimana non siamo uscite, però ci siamo parlate a pranzo tutti questi giorni. Vive qui da quando è piccola, la sua famiglia abita in una casa di periferia, mentre lei in un monolocale vicino all'ufficio. Ha ventiquattro anni e si è diplomata nello stesso college di Heather, anni prima. Non so come, ma siamo arrivate addirittura al punto da parlare della nostra sessualità e da questo discorso è uscito fuori che anche lei fosse lesbica. Sei sensazionale. Wow, nessuno me lo ha mai detto.
Heather: -a che pensi?- sono stesa sul mio letto, perciò non l'ho neanche vista arrivare.
Cheryl: -niente-
Heather: -da quando niente è diventato sinonimo di Dionne?-
Cheryl: -fai sul serio? Ci conosciamo da una settimana. Hai già progettato il matrimonio?-
Heather: -più o meno. Mi serve solo una tua opinione sul vestito da sposa- riesce a farmi scappare una risata.
Heather: -quindi? Ho ragione?-
Cheryl: -no, stavo pensando un attimo al lavoro-
Heather: -come sta andando?-
Cheryl: -bene-
Heather: -comunque, ti volevo parlare-
Cheryl: -dimmi-
Heather: -mi dovrò trasferire-
Cheryl: -dove?- dico presa dal panico.
Heather: -nel college. Hanno messo a disposizione le camere. Almeno non dovrai accompagnarmi-
Cheryl: -per me non è un problema-
Heather: -non è solo per quello. Sai quanto ho sempre desiderato-
Cheryl: -vivere in un college, lo so. Tranquilla-
Heather: -sicura? Ce la farai senza di me?-
Cheryl: -Hev, non ho tre anni-
Heather: -che ne so, magari ti sentirai sola-
Cheryl: -tranquilla-
Heather: -chi ti porterà gli asciugamani?-
Cheryl: -ma dai. Inizierò a metterli dentro-
Heather: -sicura?-
Cheryl: -Hev, sarà la quinta volta che me lo chiedi. Quando ti dovresti trasferire piuttosto-
Heather: -oggi. Mi potresti aiutare con il trasloco?- dice titubante.
Cheryl: -certo- mi alzo dal letto, nonostante non ne abbia la minima volta.
Heather: -ho già preparato gli scatoloni, perciò dobbiamo solo mettere tutto dentro-
Cheryl: -perché non me lo hai detto prima?-
Heather: -non sapevo come avresti reagito. Magari mi avresti definito un'egoista-
Cheryl: -Hev, io voglio che tu sia felice, non ho bisogno di una badante e poi hai fatto moltissimo per me in questi anni, non ci sono neanche parole per ringraziarti, mi hai letteralmente salvata- mi sorride abbracciandomi.
Cheryl: -dai andiamo- iniziamo così a svuotare tutti i suoi cassetti, piegando i vestiti e riempiendo pian piano tutte le valigie. Ormai è pomeriggio inoltrato. Guardo fuori dalla solita finestra in camera mia, osservando il parco. Tutto come al solito. Gente che porta fuori i cani, bambini con le proprie famiglie che giocano nel parco, ragazzi che fanno dei picnic. Tutto così rilassante. Mi basta guardare quel paesaggio per teletrasportarmi in uno stato di torpore e relax.
Heather: -ormai ho capito-
Cheryl: -cosa?- dico girandomi verso di lei.
Heather: -ogni volta che guardi quella finestra stai pensando a qualcosa-
Cheryl: -non dire cavolate-
Heather: -andiamo, ti conosco ormai- scuoto la testa.
Heather: -Cher-
Cheryl: -dai andiamo. Starai con qualcuno in stanza?-
Heather: -Bess-
Cheryl: -ma non mi dire- dico con un sorrisetto.
Heather: -siamo solo amiche- dalla sua voce capisco che sta dicendo la verità. Prendiamo una valigia ciascuno e le posizioniamo nel ascensore.
Heather: -addio casa-
Cheryl: -ma dai, così tragica? Ci tornerai qualche volta-
Heather: -giusto, devo pur sempre controllare se non cadi in depressione- le do un leggero pugno sul braccio.
Cheryl: -tranquilla, non cadrò in depressione-
Heather: -ovvio, ora hai qualcuno per cui andare avanti-
Cheryl: -vado avanti solo per me stessa, non per altri-
Heather: -giusto, mi piace- dopo aver riempito il bagagliaio, partiamo verso il college. Tutta la vettura è circondata da un silenzio imbarazzante. Per la prima volta vedo Heather che non sappia cosa dire. Di solito è lei che rallegrava la situazione, ora invece guarda fissa la strada, con la testa appoggiata sulla mano.
Cheryl: -Hev-
Heather: -dimmi-
Cheryl: -volevo chiedertelo quel giorno, però ero troppo triste. Come ha fatto Jughead ha sapere l'indirizzo?- se ora mi fosse stato chiesto di mettere a confronto un panno bianco e la sua faccia, non ci sarebbe stata alcuna differenza.
Heather: -io non ho cambiato numero di telefono quando ci siamo trasferite-
Cheryl: -e sei rimasta in contatto con tutti?-
Heather: -sì- non rispondo.
Heather: -scusa, volevo dirtelo, però so come avresti reagito, e poi gli altri avevano bisogno di sapere, non potevamo scomparire dopo tutto quello che avevamo passato insieme-
Cheryl: -sapevano anche il nostro indirizzo quindi- annuisce.
Cheryl: -quindi se avesse voluto, sarebbe potuta sempre venire-
Heather: -già-
Cheryl: -quindi-
Heather: -sì, ora hai un'altra conferma-
Cheryl: -bene- finalmente questo tragitto abbastanza tragico termina non appena parcheggio vicino all'entrata del college. Potranno trascorrere anche anni, però il mio odio verso i silenzi imbarazzanti non cambierà mai.
Heather: -bene, io vado-
Cheryl: -buona fortuna- con le ultime forze che mi rimangono riesco a tirare su un sorriso.
Heather: -grazie- mi dà un bacio sulla guancia e dopo esserci abbracciate per qualche secondo, prende le valigie e se ne va. Bene, ora devo solo trovare cosa fare per il resto della giornata. Mi guardo intorno. Vedo l'insegna del cinema. Magari una volta tornata a casa posso guardare un film. Stanotte non riuscirò a dormire in ogni caso, quindi un film non mi farà niente di che. Magari potrò anche fare un tentativo di vedermi un horror, almeno riuscirò a distrarmi da tutti i pensieri che mi assillano. Prendo la macchina e torno a casa. Ormai sono già le nove, e domani ho moltissime cose da fare, perciò non posso assolutamente fare tardi. Se prima ero sola, adesso lo sono ancora di più. Entro nel mio appartamento, buttando la borsa sul divano e prendendo la mia solita posizione di fronte alla finestra. Bene, Blossom, ora sei sola come un cane. Scuoto la testa. Meglio così, almeno non avrò problemi. Sarò finalmente indipendente da tutto e da tutti. Faccio il letto, cosicché quando avrò sonno non dovrò sforzarmi e potrò andare direttamente a dormire. Mi preparo un'insalata. Sinceramente ho il frigo completamente vuoto e non ho la minima voglia di scendere al supermercato aperto ventiquattr'ore che si trova a qualche isolato da casa mia. Inizio ad infilzare i pomodorini con la forchetta, squadrandoli per qualche secondo prima di portarli alla bocca. Driiin. Ma chi è a quest'ora?
Mi alzo sbuffando dalla sedia, dirigendomi verso l'ingresso. Apro la porta e per poco non mi prende un colpo.
Cheryl: -Hev?-
Heather: -Cher- ha il fiatone. Deve aver corso visto che non ha una macchina.
Cheryl: -che succede?- la scuoto leggermente per le spalle.
Heather: -Nana Rose-
Cheryl: -cosa?-
Heather: -non sta bene, per niente-

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After the spark
RomanceSequel di "before the spark" Le loro strade si sono definitivamente divise, forse per sempre. La vita di entrambe è cambiata completamente. Una telefonata, una morte, un evento tragico. Sono questi gli eventi che segneranno le nostre protagoniste.