Sconosciute

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Cheryl's pov
Un mostro. A quanto pare mia madre aveva ragione. Perché l'ho toccata dannazione. Così l'ho fatta solo sentire peggio. Ma del resto sono sempre stata così. Qualcuno mi ferisce, anche nella più piccola delle cose, ed io indosso la mia maschera, trattando quella persona in modo orribile, evidenziando le sue debolezze, così che diventi arrabbiata con me e si allontani senza tanti giri di parole. Già, preferisco che le persone mi odino al posto di ammettere che mi abbiano delusa.
Preferisco, sentirmi dire sei proprio una persona di merda, oppure non meriti niente, sei una stronza, al posto di parlarli. Non capirebbero comunque. È questo il difetto di essere una persona sensibile. Ti fai problemi per tutto e nessuno riesce mai a comprenderti completamente, ci sarà sempre quella parte sconosciuta a tutti. Non mostravo questo mio lato da anni. Odio farlo, odio trattare male le persone, ma quando vengo delusa è più forte di me.
Meglio che le persone abbiano di me pessimi ricordi, almeno io avrò la certezza che esse non torneranno più e potrò vivere in pace, senza la paura che un giorno tornino ed io magari possa perdonarle, tornando a soffrire. Tutte le promesse fatte, tutte le parole dolci, tutti i ti amo, per poi ricevere uno schiaffo. Un gesto così semplice, che però ha concluso una relazione che stava andando davvero bene. Una relazione quasi perfetta. Ma come si dice, ci vuole un secondo per cancellare una vita, e tutta la vita per cancellare un attimo. Un attimo sfuggente. Un sorriso, fatto una volta sentito qualcosa di divertente. Una parola dolce, detta col cuore, all'improvviso, quando l'altra persona non se lo aspetta. Un abbraccio, dato mentre quella persona è immersa nei propri pensieri. Tutti gesti semplici, che però significano molto più qualsiasi altra cosa. Ho sempre notato le piccole cose in tutto. Una mattonella di un colore diverso sul pavimento, una foglia sulla strada, lo sguardo innamorato di una persona. Quello sguardo, che viene rivolto solo ad una persona. Alla propria anima gemella. Come ho sempre detto, non ho un'anima gemella.
La prima impressione che do è pessima. E nessuno vuole andare oltre a questo aspetto. Preferisco non avere niente a che fare con te dicevano, guardandomi con disprezzo ed andandosene. Giorni e giorni a piangere maledicendomi per questa corazza che ho costruito, anno dopo anno per proteggermi dalle delusioni che la vita mi riservava. Non l'ho voluto io.
Sembra una scusa banale, ma è così. Non ho voluto io questa vita. A volte rimpiango addirittura di essere nata. Preferivo essere povera però con una famiglia amorosa, che ti accetta per come sei e che ti supporta in ogni caso. Volevo solo amare. Beeep-beeep. Chiudo per un secondo gli occhi, giusto per calmarmi un po'. Mi asciugo le lacrime e prendo il telefono. Heather. Deglutisco, preparandomi a mascherare la mia voce rotta dal pianto.
Cheryl: -pronto?-
Heather: -Cher, dove sei? Sei letteralmente scappata, e Toni ha detto che non sa niente, anche se sembrava abbastanza scossa-
Cheryl: -va tutto bene-
Heather: -giuro che se ti fai qualcosa-
Cheryl: -sto bene Hev. Sto tornando a casa. Se vuoi tu puoi rimanere qui, io me ne andrò-
Heather: -rimanere dove?-
Cheryl: -a Riverdale. Domani partirò. Nana Rose sta bene e poi ci sarà Betty a controllarla-
Heather: -cosa, perché?-
Cheryl: -perché sì, quello che è successo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed io ne ho abbastanza-
Heather: -intendi Toni?-
Cheryl: -sì, e non cercare di fermarmi. Tu puoi fare quello che vuoi, ma io ho già preso la mia decisione, e neanche tu riuscirai a fermarmi-
Heather: -a che ora parti domani?-
Cheryl: -devo vedere se ci sono ancora biglietti disponibili-
Heather: -bene, prendi un biglietto anche per me-
Cheryl: -come vuoi. Ora vado, ciao- termino la chiamata parcheggiando a casa. Mi guardo nello specchietto sperando che non si vedano le tracce del mio pianto. Ovviamente tutto il mascara è colato. Frugo nella mia borsetta alla ricerca delle solite salviette che mi portò sempre a presso.
Finite. Dannazione, dovrò entrare in casa in questo stato. Spero solo che Nana Rose non se ne accorga. Bene, da domani tornerò alla mia normalità. Niente imprevisti, niente persone che devo scordare. Niente di niente, solo io e la mia vita.

Toni's pov
Sweet Pea: -hey, tieni- mi porge una tazza fumante di latte. Dopo la festa, siamo tornati alle roulotte. Non ha voluto lasciarmi sola neanche per un istante.
Toni: -grazie Sweet- si sporge in avanti e mi asciuga le ultime lacrime col pollice. Ho sempre odiato piangere davanti alle persone, però con lui è diverso. Riesco a mostrarmi debole, perché so che non mi giudicherà mai.
Sweet Pea: -di niente sorellina, questo e altro per te- sorseggio un po' il liquido della tazza, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. La mia pelle vibra al solo ricordo del suo tocco, che dopo anni ha ancora conservato la solita delicatezza. Quando i suoi polpastrelli sono entrati in contatto con la mia pelle, tutto il mio corpo e la testa sono esplosi. Ho pensato troppe cose diverse. Qual è stata la prima? Mi ha perdonata. Ho addirittura sperato che tutto sarebbe tornato come prima. Quanto sono stata stupida. Ovviamente tutte le mie speranze si sono infrante quando ho visto quel sorriso che non le ho mai visto fare. Meschino, addirittura crudele.
Sweet Pea: -non pensare a quello che è successo-
Toni: -più facile a dirsi che a farsi-
Sweet Pea: -lo so. E mi dispiace dirlo ma smetti di pensarla. Basta cercare di parlarle, scordala. Odio vederti così- scordarla? Come posso scordare quel sorriso che mi riempiva la vita di felicità, che mi faceva battere forte il cuore. Quel sorriso che avrei potuto guardare per ore ed ore, senza mai stancarmi. Quel sorriso che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Quel sorriso così perfetto. Come posso scordare i suoi occhi? La prima volta che li ho visti erano pieni di tristezza, ma più tempo trascorrevamo insieme, più riuscivo a vedere la bontà e dolcezza che essi celavano. Come posso scordarmi il modo in cui mi faceva sentire? Avevo sempre l'istinto di protezione nei suoi confronti, come una madre con la propria cucciolata. Ma soprattutto come posso scordarmi di tutte le cose che ci siamo dette, di tutte le promesse che ci siamo fatte?
Come, come? Potrò innamorarmi un milione di volte, ma ci sarà sempre una sola persona che ricorderò con nostalgia, con gli stessi brividi. Quella persona con la quale ho immaginato un futuro, nonostante odiassi pensare al futuro. E questo è uno dei miei più grandi segreti, che il mio sguardo vorrebbe gridare al mondo intero, ma non riesce, rimane in silenzio, perché solo quella persona può comprenderlo. È stato quell'amore che mi ha insegnato a crescere, maturare, imparare ad andarmene quando se ne presentava la necessità. Andarmene con la speranza di rincontrare quella persona di nuovo, magari tra dieci anni e di guardarla ancora con quello sguardo innamorato, vedendo però che la nostra storia non aveva davvero un futuro.
Si può anche andare avanti, però ci sarà sempre un oggetto, una frase, qualsiasi cosa che ti ricorderà di quella persona. A quanto pare è questo l'amore. Che nonostante tutto il tempo che potrà trascorrere, ci saranno sempre i sentimenti, che non verranno mai abbattuti né dalla distanza né da tutte le delusioni. Ed è proprio questa la sensazione peggiore che una persona può provare; quella di incrociare lo sguardo di qualcuno con cui un tempo eri così vicino, ed ora vi comportate entrambi, come se foste degli sconosciuti. Sconosciuti, ma con dei ricordi.

After the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora