La mia cura

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Cheryl's pov
Quanto trascorre lentamente il tempo quando aspetti con ansia qualcosa.
È trascorsa solo qualche ora da quando sono tornata a casa, dopo essermi completamente immersa nei miei pensieri.
Mancano ancora sei giorni per sapere qualcosa riguardo l'autopsia.
L'unica cosa positiva è che domani potrò vedere Toni, infatti ho visto qualche minuto fa che le visite si possono effettuare un giorno alla settimana, per un massimo di dieci minuti.
Iniziano dalle dieci di mattina e finiscono alle otto di sera.
Ho già deciso che ci andrò alle tre.
Sono passati tre giorni dall'ultima volta in cui ho visto la mia ragazza e già mi manca come l'aria.
Se il piano con l'autopsia dovesse fallire, dovrò convivere con questa mancanza per dodici anni.
In dodici anni possono cambiare molte cose.
Magari il suo amore nei miei confronti potrebbe aver fine. Magari si innamorerà di un'altra detenuta.
Mi do un leggero schiaffo sulla fronte.
Ci sono cose più importanti a cui pensare ed io mi preoccupo per queste sciocchezze.
Mi alzo dal divano e vado in cucina con l'intento di preparare qualcosa.
Inizio col tirare fuori un piatto, dei tovaglioli e tutte le altre posate.
Mi avvicino ai fornelli prendendo una padella.
Una fitta alla testa mi fa cadere l'arnese dalle mani, mentre l'immagine di Toni che prepara la colazione, prende vita nella mia mente facendomi indietreggiare fino al salotto.
Mi siedo di nuovo sul divano massaggiandomi le tempie.
"Tutti questi ricordi mi stanno uccidendo, se non mi calmo finirò per distruggermi completamente"
Faccio dei profondi respiri, prendo il telefono e ordino una pizza.
Devo ritrovare il coraggio di cucinare, camminare, addirittura vivere, però oggi credo che mi abbandonerò alla solitudine che preme nell'appartamento come una fitta nebbia.
Mi sento come se fossi schiacciata dal mondo intero, come Atlante, ma sono stanca di sorreggerlo, stanca di dover risolvere dei problemi, stanca di vivere nella paura e nella tristezza.
Pensavo che dopo il liceo tutto sarebbe andato per il meglio, e invece no.
La rottura con Toni, Dionne, ed ora questo.
"Basta, vi prego, non ce la faccio più. Ho finito tutte le forze di lottare"
Sì, l'ho ammetto, ho perso.
Non solo oggi, ma da quando la mia vita ha iniziato ad andare a rotoli, ossia da sempre.
Ho bisogno di un miracolo.
Qualcosa che mi faccia riconquistare la speranza e la sicurezza in me stessa.
Ma credo che dovrò aspettare tutta la vita per questo fottuto miracolo
"Penso di star perdendo la testa, realizzando il fatto che tu non sia qui, TT. Vorrei chiamare il tuo nome, urlarlo, ma per quanto io possa gridare forte, tu non sei qui. Chiamo il tuo nome ma tu non ci sei. Ti sogno, ma quando mi sveglio, il letto è freddo e tu non sei accanto a me.
Sì, ho bisogno di te adesso, con le tue frasi motivazionali che mi fanno incavolare e commuovere allo stesso tempo. Sei nella mia testa, dannazione. Non lasciarmi, ti prego"

Mi guardo allo specchio per l'ultima volta.
Mi sono truccata con la massima cura, così da poter nascondere le occhiaie.
Voglio far vedere a Toni che sto bene, che sto lottando per lei, e che sono fiduciosa e sicura di me.
Sono sicura che in quella prigione è già tutto difficile per lei, quindi non voglio farla preoccupare facendomi vedere così come sono, impaurita, triste e morente.
Faccio un sorriso tirato.
Guardando l'orologio noto che sono le tre meno dieci.
Sposto lo sguardo di nuovo sul mio sorriso, nel riflesso dello specchio.
È palesemente forzato, si vedrebbe da chilometri, e probabilmente Toni se ne accorgerà, però non ho tempo per cercare di migliorare il mio umore, quindi prendo le chiavi ed esco di casa, entrando in macchina e facendo un profondo respiro prima di mettere in moto.
È una giornata nuvolosa, con un leggero vento freddo che mi si insinua in tutto il corpo, facendomi venire la pelle d'oca.
Oltrepasso le strade che anni fa, non avrei mai pensato di dover esplorare.
Arrivo in perfetto orario davanti al carcere, guardandolo dall'alto verso il basso.
Davvero dovrò entrare in quella sorta di pozzo senza fondo?
Faccio un passo, poi un altro, finché il coraggio non ha la meglio ed entro nell'edificio, trovandomi subito di fronte una poliziotta che mi chiede i documenti.
: -per chi è venuta?-
Cheryl: -Antoinette Topaz-
: -è una sua parente?-
Mi prendo qualche secondo per decidere se sia il caso di dire la verità o meno, però alla fine decido che non è il caso di mentire ad un agente di polizia.
Cheryl: -sono la sua ragazza in realtà-
Mi squadra da capo a piedi, quasi fosse una delle detenute che è tenuta a controllare.
: -mi segua-
Mi scorta lungo un corridoio largo, con tante sedie e qualche macchinetta degli snack.
Apre qualche porta, conducendomi lungo un'infinità di corridoi finché non arriviamo ad una stanza quadrata, con le pareti grigie.
: -la detenuta verrà portata tra poco, aspetti qui-
Annuisco, sedendomi all'estremità del tavolo al centro della stanzetta.
Mentre mi sto rigirando le mani, la porta si spalanca e vedo quegli occhioni color cioccolato.
Cheryl: -Toni-
Toni: -hey-
Si siede di fronte a me ed entrambe aspettiamo che la guardia esca dalla stanza, prima di parlare.
Una volta che si richiude la porta alle spalle, prendo le mani di Toni tra le mie e faccio per alzarmi.
Toni: -no, ci sono telecamere ovunque. Non voglio che sappiano che sei importante per me. Non si sa mai-
Rimango così al mio posto, senza però lasciare le sue mani.
Cheryl: -come stai?-
Toni: -bene credo. Diciamo che alcune detenute possono essere fastidiose, però tutto sommato sto bene dai. Tu invece?- mi chiede visibilmente preoccupata.
Cheryl: -io sto bene-
Lei annuisce abbassando lo sguardo.
Cheryl: -stiamo facendo di tutto per liberarti-
Toni: -che intendi?-
Cheryl: -stiamo facendo delle indagini, con Betty e Ben. Abbiamo chiesto di fare un'altra autopsia-
Toni: -pensi che servirà a qualcosa?-
Cheryl: -lo spero. Se posso fare qualcosa, qualsiasi cosa per tirarti fuori di qui, lo farò-
Lei sorride leggermente accarezzandomi il dorso della mano col pollice.
Butta un'occhiata all'orologio appeso alla parete.
Toni: -ci restano sei minuti a quanto pare-
Cheryl: -non pensare al tempo, non ora, non oggi-
Toni: -Cher, non voglio essere un peso per te. So che non stai bene e so che queste indagini ti stanno distruggendo. Ti prego, lascia perdere-
"No Toni, non lascio perdere, perché la nostra storia sarà davvero per sempre. Ci cercheremo ancora, perché è inevitabile. Perché quelle come noi non si dicono mai addio. Io non riesco a stare senza di te, e tu senza di me. Non chiudiamo mai definitivamente la porta del nostro amore. Sbirciamo piano, aprendo una leggera fessura. Non possiamo stare separate, perché così soffriamo entrambe. Soffriamo fino a quando una delle due non raggiunge l'altra, la sfiora con un dito, permettendo così ad entrambe di star bene, di essere felice.
Non le dico niente di tutto ciò, non voglio rischiare di piangere.
Cheryl: -no Toni, non lascerò perdere-
Toni: -perché?-
Cheryl: -perché sarò anche distrutta e triste, però voglio lottare per te, perché sei tu la mia unica cura-
Alza gli occhi verso di me.
Quegli occhi che mi fanno innamorare ogni volta e che ora sono velati dalle lacrime.
Toni: -ti amo-

Toni's pov
Ci siamo separate solo da quattro ore e già mi manca.
Tutte si stanno preparando per la notte.
Il dormitorio stranamente è in silenzio.
Non c'è Sarah con le sue battutine.
Anche Evie che è sempre silenziosa, sembra in ansia per qualcosa, però non lo dà molto a vedere, continuando a guardare il libro che sta leggendo da quando sono arrivata.
Ho già deciso che un giorno, magari domani, cercherò di parlarle e forse riuscirò a scoprire del perché sia stata rinchiusa.
Mi sdraio sul letto, guardando il muro, mentre anche le altre si preparano a dormire.
È tutto così silenzioso da far paura.
Non ho mai avuto paura del buio e cose del genere, però tutta quest'atmosfera mi mette un sacco d'ansia.
Chiudo gli occhi cercando di pensare a Cheryl, al suo sguardo incatenato al mio, alle nostre mani intrecciate, alla sua voce, al suo profumo.
Sei la mia cura.
Al solo ricordo di quella frase, le farfalle iniziano a svolazzarmi nello stomaco.
Sembrava tutto così bello, nonostante fossimo nella stanzetta di una prigione.
Per qualche minuto ho davvero creduto che le loro indagini mi libereranno da questo strazio.
Continuo così a pensare, guardando l'oscurità.
Sarà trascorsa più o meno un'ora.
Non ho per niente sonno, perché so che neanche i sogni riuscirebbero a rappresentare Cheryl così com'è, anche perché in essi non si possono provare le farfalle nello stomaco.
Faccio un sospiro nostalgico.
Cerco di inspirare di nuovo, però qualcosa me lo impedisce.
In poco tempo mi ritrovo senza aria nei polmoni.
Apro gli occhi e mi ritrovo con qualcosa sopra di me, oppure qualcuno, non so dirlo per certo.
Alzo le mani, lottando contro quel mostro oscuro, tentando di riprendermi la mia vita, però è tutto invano.
Le forze mi abbandonano pian piano.
La vista inizia ad essere sfocata.
Sento il cuore martellarmi nel petto.
Cerco di urlare, fare qualsiasi cosa, ma non ho aria.
Non ho più nulla.
Il buio mi avvolge ancora di più nella sua morsa infernale, portandomi via ogni cosa, facendomi piegare in ginocchio e ridendo della mia situazione a dir poco tragica.
"Aiuto, qualcuno mi aiuti"
I pensieri se ne vanno con l'ossigeno, facendomi piombare nell'oscurità.
Un'oscurità indomabile, che pian piano pone fine alla mia esistenza.

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