Di nuovo

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Cheryl's pov
È trascorsa una settimana da quando Dionne ed io ci siamo messe insieme.
Diciamo che è rimasta sempre la solita ragazza dolce e carina di sempre, solo che a volte la vedo un po' strana.
Dionne: -hey amore-
Cheryl: -ciao-
Siamo nel mio appartamento.
Ieri si è fermata a dormire da me.
Dionne: -dormito bene?-
Cheryl: -benissimo-
Appoggio la testa sulla sua spalla, mentre lei mi mette la mano sotto la maglietta.
Inizia a giocherellare con il gancio del mio reggiseno.
Cheryl: -oggi cosa farai?-
Dionne: -non lo so, però penso che inizierò togliendo questo-
Sgancia la parte superiore del mio intimo.
Sì insomma, siamo fidanzate, però non siamo ancora arrivate a questo punto.
Sono ormai giorni che fa questi giochetti.
Non che mi dispiaccia, però sono sempre stata una persona che fa tutto con calma.
Le sue dita iniziano ad avvicinarci sempre di più al mio seno.
Mugugno il mio disappunto però lei sembra non ascoltarmi.
Prendo la sua mano, fermando la sua corsa verso il mio petto.
Cheryl: -andiamo a fare colazione?-
Dionne: -ok- risponde semplicemente.
Mentre lei va ai fornelli, io mi siedo sulla sedia rispondendo a messaggi vari.
Dionne: -comunque oggi c'è una festa in un locale. Bill ha detto che è fantastico, andiamo?-
Cheryl: -non saprei, pensavo di stare a casa oggi-
Dionne: -ti prego- fa gli occhioni dolci.
Cheryl: -va bene, va bene-
Lei sorride e torna a cucinare.
Perché no, almeno ci divertiremo.
In questi giorni, purtroppo ho visto anche Toni.
A quanto pare si è trasferita qui permanentemente.
Mi ha sfornato uno dei suoi soliti sorrisi dolci, ma io mi sono voltata e ho continuato a camminare.
Almeno questa volta non ha insistito nel parlarmi.
È semplicemente passata accanto a me senza dire niente, solo quel sorriso smagliante.
Ha davvero mantenuto la sua promessa.
Insomma, me lo aspettavo visto che ho anche minacciato di denunciarla, però conoscendola ero convinta che continuasse la sua lotta personale per riuscire a parlarmi.
Meglio così, almeno si terrà alla larga e non intralcerà la nostra storia con Dionne.
Dionne: -è pronto-
Poggio il telefono sul tavolo e dopo averle dato un bacio sulla guancia, inizio a mangiare i toast che ha preparato, rigorosamente con coltello e forchetta.
Dionne: -come sono?-
Annuisco velocemente dato che ho la bocca piena.
Dionne: -io ora devo uscire e andare da diverse parti per comprare delle cose ai miei. Ti vengo a prendere direttamente stasera?-
Cheryl: -non andiamo con la mia macchina?-
Dionne: -come vuoi-
Cheryl: -andiamo con la mia-
Dionne: -tu e le tue solite manie di protagonismo- sorride.
Cheryl: -devono capire con chi hanno a che fare-
Dionne: -e devono capire che sei mia-
Mi fa cenno di sedermi sulle sue gambe.
Colgo al volo l'invito e mi siedo a cavalcioni su di lei.
Inizia a baciarmi il collo, succhiando la pelle sensibile.
Cheryl: -Dionne-
Dionne: -ti piace?-
Cheryl: -non dovevi andare da qualche parte?-
Dionne: -può aspettare-
Cheryl: -dico sul serio, vai. Non vorrai fare tardi per la festa- le faccio un sorrisetto malizioso, giusto per farle capire che la situazione che stava avvenendo giusto due secondi fa non mi dispiacesse.
Dionne: -va bene-
Mi alzo da lei e dopo esserci scambiate un veloce bacio, esce dall'appartamento.
Ed ecco un'altra festa.
Dico sempre di voler porci fine, però tornano sempre a stuzzicarmi e alla fine non riesco a rifiutare.
Del resto sono nata per le feste.

Toni's pov
Toni: -cosa? No-
Noah: -dai, devi andare a divertirti. È già una settimana che stai nella tua camera e ti deprimi. Guarda le tue mani-
Toni: -te l'ho detto, è stato un incidente-
Noah: -certo, certo. Andiamo Toni-
Toni: -no-
Noah: -almeno lì potrai bere-
Alzo di scatto lo sguardo verso di lui.
Alcool, uguale dimenticare tutti i miei problemi.
Toni: -ok, ci sarò-
Noah: -amante dell'alcol?-
Toni: -lasciamo perdere-
Noah: -ti vengo a prendere alle sette-
Toni: -aspetta-
Si gira verso di me.
Toni: -hai notizie della tua ragazza?-
Abbassa lo sguardo.
Noah: -non penso che la fortuna sia il nostro forte- ridacchia prima di uscire dall'hotel.
La fortuna non è il nostro forte.
Ma io prima avevo fortuna.
Ho incontrato Cheryl. Sarà stata fortuna?
Chi potrà mai dirlo.
Due giorni fa l'ho vista.
Le ho anche sorriso, però lei se n'è andata senza neanche degnarmi di un'occhiata.
Chi è che guarda una persona orribile del resto? Nessuno.
Una persona egoista.
Aveva ragione.
In quel momento non ho pensato a lei.
Ho pensato solo a me stessa.
Non ho neanche immaginato come avrebbe potuto rimanerci lei.
Non c'è neanche tanto da immaginare.
Ci sarà rimasta non male, di più.
Conoscendola non avrà dormito per notti intere.
A causa mia.
A pensarci bene, sono felice che abbia trovato qualcun altro e spero che la loro relazione sia duratura.
Cosa farò io?
Non voglio un'altra ragazza al mio fianco, perciò credo che rimarrò single a vita.
Se dovessi fidanzarmi con qualcun'altra, non sarei mai pienamente felice, visto che nessuno sarà mai come Cheryl, perciò sarebbe un male sia per me sia per l'altra persona.
Mi abbandono sulla poltrona, mettendomi le mani dietro la testa.
Mancano due giorni e tornerò a Greendale.
Le persone riprenderanno a guardarmi male, i bambini cambieranno strada quando mi vedranno, mentre camminerò con le mani nelle tasche dei jeans, fregandomi di tutte le voci che girano su di me.
Ho sempre odiato stare al centro dell'attenzione, però non so come, tutti gli sguardi sono sempre su di me.
Tutte le voci.
"Oddio guarda, c'è lei" "Ora andrà in quel bar a scoparsi un'altra ragazza" "È stata lei ad aver picchiato mio marito"
Quanto vorrei sbraitare contro di loro, però non posso.
Seminerei ancora di più il panico e non voglio essere arrestata per chissà quale reato che non ho commesso.
Ho anche pensato di andarmene da lì, però non saprei proprio dove.
Di Riverdale non se ne parla.
Ho avuto fin troppe esperienze in quella città.
Una città vicino al mare?
No, troppi turisti che schiamazzano di qua e di là.
Vorrei un posto tranquillo, magari un paesino desolato con qualche decina di abitanti, però la montagna è troppo lontana ed ho speso tutti i soldi che avevo per venire qui.
Greendale perciò, è l'unica opzione che mi rimane.
Sono solo le undici e la festa inizia alle sette.
Ho ancora tantissimo tempo però per fare cosa?
Non ho più una ragione per stare qui ad Hollywood.
Non ho neanche visitato completamente la città.
"Forse può essere un buon motivo per farlo ora"
Mi alzo dalla poltrona e dopo essermi vestita esco dalla mia camera scendendo al piano di sotto.
Prendo velocemente un toast dal buffet ed esco dall'hotel, iniziando a passeggiare.
Ci sono un sacco di posti qui ad Hollywood.
Posso fare un giro in centro per esempio.
Almeno mi distrarrò e questa giornata trascorrerà velocemente.
Fanno venti gradi nonostante sia solo febbraio.
A Riverdale starei già morendo di freddo, vestita con almeno due maglioni con sopra un cappotto che è il doppio di me.
Mi giro e vedo una distesa d'acqua.
Il mare.
"Wow"
Abbandono l'idea di andare in centro, dirigendomi piuttosto verso la spiaggia.
Compro al volo un costume da bagno in una bancarella e mi cambio nello spogliatoio.
Non ci sono tante persone.
Forse sono talmente abituate a vedere questo paesaggio che preferiscono andare da qualche altra parte.
Vivere in riva al mare. Il mio sogno da quando sono bambina.
Ogni volta che i miei mi portavano al mare, chiedevo sempre "possiamo rimanere qui per sempre?"
Sorrido a quella frase infantile.
Guardo le onde che si infrangono sugli scogli, mentre piccole gocce si depositano sul mio volto.
Guardo quella distesa azzurra e mi sento libera. Libera come il vento che mi scompiglia i capelli.
Tutto intorno a me sembra lontano, ovattato.
Non sento nulla se non il rumore dell'acqua. Non i bambini che corrono per la sabbia. Non i venditori ambulanti che vendono le loro merci.
Niente.
Solo l'acqua.
Mi abbandono a quel rumore, lasciando che calmi tutte le mie emozioni, soprattutto la rabbia.
Mi abbandono a quella pace, sapendo che potrei mandare il mondo in fiamme se solo volessi.
Faccio due passi verso l'acqua, immergendo la mano sinistra al suo interno.
È fredda.
Un brivido mi percorre tutto il corpo.
Mentre le dita continuano a giocare con l'acqua, cerco di schiarire i miei pensieri.
Ogni singolo dettaglio della nostra conversazione è impresso nella mia mente, come una fotografia.
I suoi capelli color rame. La sua pelle pallida. La sua voce.
Cerco di allontanare quei pensieri, ma la sensazione che ho nello stomaco non vuole andarsene.
Il vuoto.
Non sono né felice né triste.
Sono normale?
Può essere.
L'amore fa sempre questo effetto?
Può essere.
Il e vissero per sempre felici e contenti, non esiste.
Una delle due va avanti, cambia vita, fa nuove conoscenze. L'altra rimarrà da sola per sempre.
Il perché è semplice. Perché nessuno sarà mai come il suo primo amore.
Forse ho commesso degli errori, però l'ho sempre amata.
L'ho amata in silenzio, come si fa con le cose speciali.
Se trovi una conchiglia sulla sabbia, non inizi di certo a correre urlando guardate cosa ho trovato, iniziando a mostrarla a tutti.
Rimani lì, in piedi, a contemplarla.
E così ho fatto io.
L'ho amata senza parole, perché non sono mai stata brava con esse.
L'ho amata facendole vedere il lato migliore di me e nascondendo quello peggiore, che purtroppo a volte usciva e allora io facevo di tutto per non farglielo notare.
L'ho amata nelle più piccole cose; un suo sorriso, una sua parola.
L'ho amata appoggiandola in tutto, perché se stava bene, stavo bene anche io.
Non le ho mai detto queste cose.
Ma nella vita è così. Tutti quegli inviti rifiutati. Sguardi non ricambiati. Parole non dette. Occasioni sprecate.
Forse non gliel'ho detto perché alcune cose vengono semplicemente tenute dentro al nostro cuore.
Tenute finché non arriva il momento giusto.
Quel momento in cui si deve buttare tutto fuori.
Ed è proprio in quel momento che ci si ricorda di tutto.
Di chi ti ha fatto sorridere nei momenti no.
Chi ti ha aiutato a rialzarti quando stavi cadendo.
Chi ti ha lasciato un buco nero nel cuore.
E mentre penso a tutte queste cose, il tempo passa.
Passa perché non può fermarsi.
Perché se si ferma tutti si scaglieranno contro di lui, perciò continua ad andare, seguendo il suo solito sentiero spianato, senza ostacoli.
È questo che rende il tempo diverso da noi. La nostra vita è fatta tutta di ostacoli. Dei nostri desideri terreni.
Il tempo vivrà per sempre nella sua monotonia, ripercorrendo la stessa strada milioni di volte.
Però sarà sempre solo.
Avere una vita facile senza però una persona al tuo fianco, è davvero così bello?
Beeeep-beeeep
Toni: -sì?-
Noah: -dove sei? Sto bussando da cinque minuti alla tua stanza-
Toni: -sono uscita un attimo-
Noah: -hai visto che ore sono?-
Toni: -no?-
Noah: -le sei e mezza-
Toni: -sto arrivando-
Faccio di corsa i metri che mi separano dall'uscita della spiaggia.
Maledetta me e i miei pensieri che finiscono sempre per distrarmi.
Toni: -eccomi, scusa. Sarò pronta tra poco-
Noah: -lo spero per te. Non vorrai andare alla festa a piedi-
Toni: -io non ci volevo neanche venire-
Noah: -come no-
Mi lascia da sola, mentre cerco disperatamente cosa mettermi.
Trovo un vestito nero attillato. Non ne sono sicura.
"Al diavolo, tanto devo metterlo solo oggi"
Inizio a piastrarmi i capelli, contemplando le ciocche rosa che mi ricadono sulle spalle.
Mi guardo allo specchio.
Wow.
La Toni Topaz che si vestiva con vestiti a caso presi dal guardaroba ora non c'è più a quanto pare.
Prendo la borsetta ed esco dalla stanza.
Noah: -wow. Ero sicuro che non ti avrei mai vista con un vestito-
Toni: -andiamo, non vorrai andare a piedi alla festa- dico imitandolo.
Noah: -ti ricordo che la macchina è mia-
Toni: -faccio parte di una gang, e non sarà la prima volta che deruberò un'auto-
Fa una faccia perplessa.
Toni: -dai, sto scherzando-
Ci sediamo nel veicolo e partiamo.
Toni: -non pensavo che ci fosse una discoteca qui vicino-
Noah: -infatti. È un ufficio che è stato allestito sotto forma di discoteca; qui ad Hollywood lo fanno spesso. Sai com'è, se le coppie vogliono divertirsi, possono andare in una delle stanze dell'edificio-
Toni: -sicuro che non stiamo andando in uno Strip Club?-
Noah: -non saresti male sai?-
Toni: -divertente-
Noah aveva ragione.
Non riguardo le mie doti da stripper ovvio, ma delle coppie che volevano divertirsi.
Non appena entro, vedo subito una coppia che si sta baciando in quella che sembrerebbe la cucina.
Noah: -te l'ho detto, non farci troppo caso. Io vado a salutare un mio vecchio amico-
Toni: -mi abbandoni da sola in questo putiferio?-
Noah: -andiamo Topaz, non fare la schizzinosa-
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il bancone del bar.
Toni: -un boccale di birra-
: -solo quello?- il barista mi fa un sorrisetto malizioso.
Toni: -sì- rispondo freddamente.
Mi dà quello che gli ho chiesto, fortunatamente senza altri giochetti ridicoli, a quanto pare ha capito che con me è un gioco perso.
Mi guardo un po' intorno.
"Rimanere a casa no?"
: -hey, vuoi ballare?-
Mi si avvicina un ragazzo abbastanza snello, muscoloso, rasato a zero.
Uno dei soliti ragazzi che praticano box e se la credono fin troppo.
Toni: -ne faccio a meno-
: -andiamo-
Toni: -penso tu mi abbia sentito-
: -gusti raffinati?-
Poggio il mio bicchiere ancora mezzo pieno sul tavolo e mi alzo dalla sedia.
Non gli arrivo neanche alla spalla, però mi interessa poco e niente.
Toni: -sai com'è, preferisco le ragazze-
Lo lascio lì a guardare il pavimento e vado al piano di sopra.
È un ufficio, perciò posso entrare in una stanza ed aspettare che questo bordello finisca.
Mentre passo in rassegna il corridoio, sento delle voci provenire da una delle tante stanze.
Aspetta.
Una voce familiare.
Faccio un altro passo, decisa a lasciar perdere, però la sento di nuovo.
Ritorno sui miei passi accostando l'orecchio alla porta.
Grida di aiuto?
Afferro la maniglia che abbasso piano, evitando di fare rumore.
Quello che vedo mi lascia di stucco, tanto che per un secondo avverto un giramento di testa.
"No, non di nuovo"

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