Accusata

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Toni' pov
È trascorsa già una settimana, da quando ci siamo temporaneamente trasferite a Greendale.
Sono uscita molto spesso, sia per le foto, sia perché dovevo andare la spesa visto che quando siamo arrivate il frigo era completamente vuoto.
La gente non ci ha messo molto a riconoscermi e farmi riprendere la parte di mostro della città.
Sono ricominciati i sussurri dietro le mie spalle.
Le occhiate terrorizzate e quelle infuriate.
Le dita puntati contro.
Mentre passo in rassegna le strade costeggiate da bidoni della spazzatura e pali della luce rotti con su scritti nomi strani, forse di spacciatori o qualche altra banda della città, voglio solo diventare invisibile.
Vorrei tanto essere quella persona menefreghista che dimostra a tutti di essere, ma in realtà non lo sono e se anche non si direbbe, sono molto sensibile.
Anche uno dei più semplici insulti, può farmi rimanere di merda, ma anche se sono così fragile, non lo mostrerò mai a nessuno.
Rimarrò la solita menefreghista, definita a volte senza cuore.
Ma a me va bene così, ho deciso che nessuno merita di vedere il mio lato più debole.
Quel lato sarà sempre una ferita aperta per me.
Una scatola contenente tutto il mio passato.
I miei genitori morti, mio zio e tutto il male che mi faceva, gente che mi giudicava solo perché facevo parte dei Serpents.
Sembrano cose banali, forse anche stupide, ma mi torturano lentamente, come l'acqua che compie il suo percorso, prima di arrivare al mare e sprofondarci dentro.
Non sono ancora arrivata a questo punto per fortuna.
Penso che se un giorno dovessi davvero sprofondare credo di non riuscire più a rialzarmi.
Il peso delle delusioni sarebbe davvero troppo pesante per caricarlo sulle mie spalle e continuare ad andare avanti, come se niente fosse.
"Pensa positivo"
Anche oggi, sono uscita di casa alle cinque.
Non so con quale voglia, ma il signor Harris non è mai contento delle foto che faccio all'alba, perciò sono stata costretta a tornarci, giorno dopo giorno.
Una volta ho addirittura dovuto convincere Cheryl a non scrivere al mio capo.
Ci avrò messo quindici minuti a farle capire che scrivere una cosa come salve signor Harris, penso che lei debba almeno in parte preoccuparsi dei suoi dipendenti, e se non lo farà me ne occuperò io, e niente riuscirà a fermarmi dal mandare il suo squallido studio fotografico in rovina, non era proprio una buona idea.
Sono riuscita a convincerla solo dopo averle promesso che una volta tornata avremmo trascorso tutto il pomeriggio insieme, prima di andare all'aeroporto e tornare ad Hollywood.
Questa è l'ultima possibilità che ho per scattare delle foto che gli piacciano, oppure addio lavoro.
Sarebbe altamente imbarazzante farmi licenziare dopo neanche una settimana, quindi devo dare il meglio di me.
Quando sono uscita, Cheryl stava ancora dormendo, come del resto ci si sarebbe aspettato da una persona normale.
"Ma quando mai io lo sono stata?"
Prendo posto sul solito masso vicino alla riva.
Dopo giorni a fotografare quel fiume, sono arrivata alla conclusione che quel punto è il migliore dal quale fotografare, e poi è stato proprio lì che ho scattato le foto che ho fatto vedere al signor Harris il giorno del colloquio.
Prendo la macchina fotografica e dopo aver aggiustato varie cose come lo zoom e il flash, la porto in alto, iniziando a scattare foto da diverse angolazioni.
Guardo i primi risultati di questa mattina.
Non sono male, però pensavo la stessa cosa anche degli scatti precedenti e il mio capo mi ha fatto notare, senza mezzi termini, che quelle foto facevano a dir poco schifo.
"Almeno queste ti andranno bene?"
Mentre continuo a premere il solito tasto della macchina fotografica, sento un rumore alle mie spalle.
Il solito rumore che produce un'auto sul terreno ghiaioso.
Chi è così pazzo da svegliarsi alle cinque e perlopiù venire in un posto come lo SweetWater River?
Non presto molta attenzione al nuovo arrivato, girandomi e continuando il mio lavoro, ma ben presto mi trovo due braccia intorno alla vita che mi stringono forte.
Riconosco subito quel odore.
Quell'odore che da sempre è riuscito a farmi sentire a casa.
Quando le braccia pallide della mia ragazza mi liberano, mi giro verso di lei.
Toni: -Cher, che ci fai qui?- chiedo con un misto di sorpresa e felicità nella voce.
Cheryl: -volevo vedere l'alba con te TT. Oggi è l'ultimo giorno, non potevo perdermi questo spettacolo- fa un cenno verso il cielo.
Il sole sta iniziando a sorgere, illuminando pian piano gli alberi e l'acqua del fiume, abbracciando tutto con la sua tenue luce.
Toni: -mettiti lì, ti faccio una foto-
Cheryl: -ma guardami, sono orribile, mi sarò svegliata un quarto d'ora fa-
Toni: -ma dai, non dire cavolate, sei bellissima-
Alla fine cede e si mette in posa, mentre inizio a scattare una moltitudine di foto, che mi sembrano una più bella dell'altra.
Se Cheryl non mi si fosse avvicinata e non mi avrebbe toccato la spalla, probabilmente sarei rimasta lì, a catturare quegli istanti fugaci meravigliosi, finché la macchina fotografica non si sarebbe scaricata.
Cheryl: -sono bellissime- dice con un sorriso.
Toni: -hanno te in primo piano, ovvio che sono stupende-
Mi sorride prima di darmi un bacio, il primo di quella giornata che si sta rivelando davvero fantastica.
Toni: -andiamo?-
Lei annuisce prendendomi per mano.
Vedo una berlina rossa parcheggiata a qualche metro di distanza dall'entrata del fiume.
Toni: -e questa?-
Cheryl: -l'ho affittata quando sono venuta qui per Nana Rose. Me la sono fatta portare ieri sera-
Toni: -wow, non me ne ero accorta- dico imbarazzata.
Ci sediamo nella vettura e dopo aver fatto una breve sosta da Pop's per fare colazione, torniamo a casa.
Durante questa settimana, abbiamo incontrato tutti i nostri amici, o meglio, tutti tranne Archie, che è dovuto partire perché il comandante del suo dipartimento gli ha telefonato dicendogli che ci fosse un'emergenza.
Non ci hanno fatto chissà quali domande, più che altro volevano solo sapere se stessimo bene.
Hanno sempre capito quando lasciarci i nostri spazi, senza risultare troppo appiccicosi, ma comunque farci capire che si preoccupassero.
Abbiamo parlato un bel po' di cosa fanno gli altri, come hanno organizzato la loro vita.
Veronica si è addirittura sposata, anche se non mi è sembrata al massimo della felicità.
Sarebbe rimasta a Riverdale ancora per qualche giorno, poi sarebbe tornata a New York da suo marito e dal suo business.
Cheryl: -il tuo capo idiota ha detto qualcosa riguardo le foto?-
Toni: -ancora no, penso stia dormendo-
Cheryl: -che si svegliasse e ti dicesse che quelle foto sono perfette, perché lo sono veramente-
Toni: -ok, ok, ma ora non ti agitare- dico ridendo.
Cheryl: -sennò?-
Mi avvicino a lei che mi guarda dall'alto verso il basso, probabilmente cercando di capire dove effettivamente io voglia arrivare.
A volte odio la mia bassa statura, devo sempre alzarmi sulle punte per baciarla, però se posso toccare le sue labbra anche solo per un secondo, allora non aspetterò un secondo di più e lo farò.
La prendo per i fianchi, mentre le nostre labbra si unisco in un bacio dolce e lento.
Quando mi stacco la guardo con un sorrisetto malizioso.
Toni: -altrimenti vedrai chi effettivamente comanda tra le due-
Detto questo, faccio per andare in salotto ma sento che cerca di trattenere a stento una risata.
Toni: -che hai da ridere?-
Cheryl: -devo proprio ricordarti chi era al comando l'altra sera?-
Alzo gli occhi al cielo sbuffando.
Toni: -andiamo, sarà la seconda volta al massimo che prendi il comando, non montarti la testa-
Cheryl: -devo ammettere che non c'è voluto chissà quanto per sottometterti-
A sentire quella parola, il mio corpo viene attraversato da un brivido e la mia mente si riempie di ricordi della sera di sei giorni fa.
Toni: -simpatica, andiamo a vedere un film?-
Lei ridacchia, contenta di avermi battuta.
"Vedrai Blossom, vedrai di cosa sono effettivamente capace"

Siamo sdraiate sul divano, abbracciate l'una all'altra, mentre i nostri occhi sono puntati sullo schermo della piccola TV situata in soggiorno, mentre guardiamo il film.
Come sempre non ho partecipato un granché alla scelta, visto che lei si è appropriata del telecomando ancor prima che potessi aprire bocca.
Non ho seguito molto, ero più concentrata a respirare il fantastico odore dei suoi capelli e lasciarle dei baci lungo tutto il collo.
Lei però a quanto pare ha preferito il film alla fantastica ragazza distesa al suo fianco che sta facendo di tutto per attirare la sua attenzione.
Dopo qualche altro secondo trascorso a succhiare leggermente il collo, decido di spingermi più a fondo.
Le inizio a mordicchiare la clavicola, fino a quando finalmente non si decide a guardarmi.
Toni: -era ora- dico facendo la finta offesa.
Lei mi guarda assottigliando lo sguardo.
Toni: -il film è più importante di me?-
Cheryl: -può essere-
Sbuffo, spingendola leggermente e mettendomi a cavalcioni su di lei.
Toni: -ora posso avere la tua attenzione?-
Cheryl: -sono tutta orecchi-
Sorrido.
Mi abbasso su di lei, dandole un bacio, iniziando poi a succhiarle le labbra.
Non c'è malizia in quel gesto, semplicemente le sue labbra mi erano mancate e non poco.
Mentre continuo a giocherellarci, suonano alla porta.
Toni: -hai ospiti?-
Cheryl: -non sono io a vivere qui-
Toni: -strano, non aspetto nessuno-
A malavoglia mi alzo dal divano e vado ad aprire la porta.
Mi ritrovo davanti un uomo sulla trentina, vestito da poliziotto.
Toni: -salve?-
: -buonasera, lei è la signorina Topaz?-
Toni: -sì-
: -sono l'agente Smith-
Mi mostra il suo documento, che conferma quello che ha detto pochi secondi fa.
Un agente di polizia.
Perché mai un agente di polizia avrebbe bussato alla mia porta?
: -la prego di venire con me in caserma-
Non sto capendo nulla.
Toni: -potrei sapere il perché?-
: -certamente. Signorina, lei è accusata di, mi faccia vedere-
Prende un foglio dalla tasca.
: -di omicidio-

After the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora