55. Senza opporre resistenza

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Louglas avvertì immediatamente il debole tremore proveniente dal dispositivo che teneva sempre con sè. Estrasse il suo secondo cellulare dalla tasta della giacca, lasciata penzoloni sullo schienale della sedia da ufficio su cui si trovava. Lo schermo era illuminato da un'azzurra e fredda luce. Una notifica su sfondo bianco lo avvisava che il sistema di allarme era stato forzato. Qualcuno era acceduto al sistema per disattivare l'allarme sonoro collegato agli uffici della sicurezza. Ciononostante, chiunque si fosse infiltrato nell'edificio non si era accorto della secondo barriera: l'allarme silenzioso. O almeno era quello che il vecchio aveva creduto. In realtà, dopo qualche secondo, il suo dispositivo tornò silenzioso, come se nulla fosse accaduto.

Louglas provò ad accedere alle telecamere di sorveglianza, ma queste gli restituirono registrazioni statiche dei corridoi vuoti. L'uomo si accorse che qualcosa non quadrava solamente per il fatto che le scene mostrategli parevano troppo ferme per essere reali. Dovevano aver disattivato anche il secondo sistema, facendolo bloccare. In quel modo, chiunque avesse osservato le riprese, avrebbe creduto che nessuno fosse presente. Louglas era stato fortunato ad aver prestato immediata attenzione a quel fievole tremolio. Se avesse tardato nell'estrarre il cellulare, non si sarebbe mai accorto di nulla.

- Sono abili - commentò tra sè il vecchio, iniziando a trafficare con le cartelle e i file del computer.

Sul secondo schermo aprì il programma collegato alle telecamere nascoste che aveva fatto installare di nascosto. Pochissimi erano a conoscenza della loro presenza. Grazie a quelle individuò immediatamente gli intrusi che stavano cercando di farsi strada verso il suo "ufficio".

- Anche se chiamarli intrusi non è esattamente corretto - rise l'uomo, guardando la sicurezza con cui i due si spostavano tra i corridoi. Conoscevano chiaramente la struttura dell'edificio e gli orari dei dipendenti. A quell'ora, Louglas era l'unico ad essere presente, fatta eccezione per le guardie che tenevano d'occhio la situazione dal secondo piano. Tuttavia, avvalendosi principalmente delle riprese, queste non si sarebbero mosse dalla guardiola. L'uomo pensò all'alzare il telefono interno per avvisarle della presenza dei due, ma ci rinunciò immediatamente. Non avrebbero comunque potuto fermare gli intrusi.

- Sono troppo vecchio per certe cose - continuò lui, tornando a concentrarsi su quello che stava facendo. Prima di essere interrotto doveva assolutamente finire e inviare gli ultimi dati raccolti. Anche perché quello sarebbe stato il suo ultimo resoconto.

Le due figure passarono dal piano terra al primo piano sotterraneo. Lì si trovava il magazzino dove si tenevano i vecchi fascicoli e tutto il materiale raccolto nelle investigazioni degli anni precedenti. Louglas aveva espressamente chiesto di far trasferire in quel luogo la sua postazione, poiché l'odore di carta gli ricordava i tempi in cui aveva iniziato a lavorare. Nonostante la sua dimestichezza con i computer, infatti, ancora apprezzava i libri e la scrittura a mano. Inoltre, ben poche persone osavano addentrarsi in quella stanza permeata da aria stagna.

Un rumore di legno scricchiolante l'avvertì che la porta stava venendo aperta. Con un click fece partire l'email con tutti i dati organizzati, mentre con la coda dell'occhio controllò per l'ultima volta le figure riprese dalle telecamere. Qualche scalpiccio alle sue spalle, e Louglas spense il secondo monitor con un semplice passaggio di mano.

- Ehi - lo salutò una voce conosciuta.

- Maka, che ci fai qui? - la accolse lui, facendo ruotare la sedia per poter guardare la bionda emergere dalla penombra creata dagli scaffali. Era sola.

- Dovevo parlarti - rispose lei, avvicinandosi lentamente e con aria turbata.

- Proprio adesso? - sorrise il vecchio, indicandole una seconda sedia. La ragazza la fissò con diffidenza, mantenendosi in piedi e a distanza dall'uomo. - Potevi farmi un colpo di telefono, senza scomodarti a venire fino a qui. Da Death City a qui è un bel po' di strada -.

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